13 settembre 2023

La piazza del Duomo di Cremona com'era, le straordinarie immagini raccolte da Jakob Burckhardt (1865) dagli archivi di stato danesi

A volte diventa necessario riprendere in mano vecchie fotografie per svariati motivi, si può sentire il bisogno di rivivere momenti particolari o ritrovarsi con persone particolari, altre volte servono per capire meglio una storia o parte di essa.

Tempo fa avevamo affrontato una piccola storia, quella della “scala dei lupi” che, dalla Loggia dei Militi, scala che si appoggiava in via Gonfalonieri, di fianco a Palazzo del Comune. Avevamo affrontato quella piccola parte della storia di Cremona grazie ad una fotografia, presa forse quasi per caso intorno al 1865, da uno dei più grandi storici del XIX secolo, lo svizzero Jakob Burckhardt il quale, durante la sua permanenza in Italia, aveva deciso di scoprire e far fotografare le bellezze di un paese che lo affascinava soprattutto per quei monumenti che, a volte, erano lontani dalle “rotte” tipiche dedicate ai turisti. Si diceva che per alcune fotografie diventa necessario il fatto di dover riprenderle in mano per poter capire parte di una storia e, in questo caso, a distanza di qualche mese da quella “scala dei lupi” spuntano altre due immagini scattate dallo storico svizzero. Potere degli archivi che sanno distribuire alcune istantanee tra Germania, Svizzera e, in questo caso, la Danimarca, rendendo una ricerca affascinante ma anche pesante da affrontare, dato che si deve tornare sui propri passi ogni volta e si deve disturbare perennemente il direttore di un periodico, il quale prima o poi si stuferà smettendo anche di rispondere, per spiegare l'evoluzione di una ricerca. Le immagini, almeno quelle recuperate fino ad oggi, di proprietà di Jakob Burckhardt (commissionate a Betri) in Piazza del Duomo a Cremona sono tre, quella dove si vede la scala dei lupi, un primo piano del Battistero e, come ultima, quella della facciata del Duomo. Jakob era uno storico dotato di una preparazione eccezionale e, poco dopo l'anno dell'Unità d'Italia, decise di immortalare tutta Piazza del Duomo con una prospettiva tutta sua; le foto non sono state scattate a terra o su un trespolo come usanza dei pionieri della fotografia di allora, ma Jakob decise di salire sui piani più alti delle case affacciate sulla piazza e quelle in via Baldesio per creare una prospettiva nuova. Come per la scala dei lupi, che sembra parte casuale di questa bellissima storia tra un famoso storico e la città di Cremona, nella immagine dedicata alla facciata del Duomo fanno capolino alcuni piccoli particolari che rendono unica l'istantanea: a destra compare come era lo spiovente sotto la merlatura di Palazzo del Comune. Era uno spiovente ben diverso da quello attuale, ai tempi era ricoperto dai coppi tipici dei tetti cremonesi, coppi dotati di quel colore unico che omaggiava la città del cotto creando una sorta di continuità con i colori della piazza e della città. Anche la parte che reggeva lo spiovente era di un bianco candido che sembra affacciarsi direttamente in una continuità cromatica con la facciata del Duomo mentre, tra Duomo e Battistero le ante di una finestra sembrano aperte.

L'immagine, anzi l'intero “servizio” di tre fotografie, rendono giustizia e uno splendido tributo alla unicità di una piazza che, a differenza di altri luoghi dove i colori a volte si fermano nella sola piazza centrale, si integrava in un tessuto urbano caratterizzato da quei particolari che avevano nei secoli avevano saputo ammaliare Jakob Burckhardt e non solo lui. Non è possibile stabilire con certezza se Jakob decise di trovare una prospettiva dedicata alla facciata del Duomo integrando anche lo spiovente di Palazzo del Comune, non è possibile ma si può immaginare che, vista la enorme cultura storica dell'autore, lo storico abbia deciso di inserire apposta nella prospettiva quel piccolo, ma significativo, angolo che trasforma una classica immagine del Duomo in una piccola e nuova storia da raccontare. Oggi quello spiovente è diverso, verosimilmente per una serie di motivi che si sono sviluppati nel corso dei decenni, ma Jakob ha saputo regalare ai cittadini cremonesi, per caso o forse per scelta, due momenti unici che raccontano la storia di una città, storia che non si ferma a quella piazza ma che si può trovare in tanti angoli di Cremona.

Per completare la visione di Piazza del Duomo nel 1865 circa manca il Torrazzo, forse l'istantanea esiste ed è dispersa da qualche parte oppure, vista la mole della torre, è lecito pensare che 150 anni fa non esistessero ancora le tecnologie fotografiche che rendevano possibile immortalare l'intera struttura in una sola istantanea. Jakob, in bianco e nero, racconta nei suoi libri piccole storie di colori e di edifici i quali, come patrimonio di ogni cittadino, andrebbero valorizzati e rispettati; partendo da piazza del Duomo e passando per ogni luogo di quel Medioevo cremonese che racconta piccole storie che sembrano più lontane nella testa di alcune persone che neanche per i secoli realmente trascorsi. 

Leggi qui il precedente articolo sulla scala dei Lupi 

Marco Bragazzi


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