7 settembre 2023

Le preziose incisioni di Rembrandt della Biblioteca Statale prendono vita in un video animato del progetto cArte.mov della Direzione generale Biblioteche del Ministero della Cultura

La Biblioteca Statale di Cremona possiede un tesoro tale da fare invidia ai musei e alle biblioteche di mezzo mondo. Un tesoro talmente prezioso da destare l’attenzione della Direzione generale Biblioteche e diritto d’autore del Ministero della cultura per il proprio progetto cArte.mov che propone l’animazione di alcune pagine significative, estrapolate da un volume antico, un testo, un manoscritto, una cinquecentina, pronti all’azione. Un motore virtuale per un movimento, solo immaginato e certo ipotizzato, innescato dall'osservazione di carte e documenti originali, spartiti musicali e mappe geografiche, presi in prestito dal prezioso corpus delle 46 Biblioteche pubbliche statali, ora spinti ad un moto artistico-virtuale. A turno, ogni settimana - solo di lunedì, ciascuna Biblioteca dello Stato propone uno - tra i circa 40 milioni di esemplari in esse custoditi, per offrirlo all'illusione del movimento sui social. Prendono così vita le incisioni di Rembrandt, 108 carte che si trovano a Cremona fin dal 1824, anno in cui quella che era allora la Biblioteca Governativa di Cremona, di cui la statale è diretta discendente, ricevette per legato la collezione di stampe di Rembrandt dall’abate Luigi Bellò (Codogno, 1750 - Cremona, 1824), al secolo Giuseppe Antonio Belò, che fu raffinato letterato, latinista, collezionista d’arte. E quale altra biblioteca può vantarsi di possedere una collezione di acqueforti di quel grande artista di quell'età dell'oro olandese che ha sfornato maestri di scienza, cultura e arti? Bellò lasciò le sue incisioni alla biblioteca a patto che fossero tenute in ottime condizioni di conservazione. Gli esperti dell'inizio del Novecento sostennero che Rembrandt avesse realizzato più di 600 dipinti, quasi 400 incisioni e circa 2.000 disegni. Studiosi di epoca successiva, dagli anni Sessanta ad oggi, non senza discussioni, hanno ridotto il numero delle opere sicuramente a lui attribuibili a 300 dipinti. È probabile che nel corso della sua vita abbia in effetti realizzato più di 2.000 disegni, ma quelli sopravvissuti sono meno di quanto un temposi fosse ritenuto. Eseguì molti autoritratti, quasi un centinaio tra cui 20 incisioni. Esaminati nell'insieme ci forniscono una visione eccezionalmente chiara dell'artista, del suo aspetto fisico e, più importante, della sua evoluzione psicologica, come ci rivela il volto segnato dagli anni delle ultime opere. L'opera grafica dell'artista olandese è molto importante perchè, come ha sottolineato Luisa Cogliati Arano “La diffusione del suo messaggio è certo stata affidata più a questi maneggevoli fogli che alle pitture. Chi ha copiato, imitato, ma anche chi semplicemente ha guardato e capito senza intento di imitazione ha percepito la profonda innovazione del linguaggio rembrandtiano. Il senso del relativo, I disegni del momentaneo, che spira da questi fogli, assurge a categoria eterna dell'operare umano che proprio attraverso tanti momenti transeunti costruisce la storia attraverso i secoli. Il costante rapporto dialettico tra l'ombra e la luce, magistralmente indicate con tratti sicuri, ha un'equivalenza solo col ‘pensiero disegnato’ di Leonardo”. Ma non è solo l’intenso utilizzo della luce a fare delle incisioni di Rembrandt dei capolavori: l’artista olandese sapeva adoperare il mezzo grafico per restituire immagini con una carica drammatica, un’acutezza psicologica e una profondità di sentimento pari a quelle delle sue opere su tela. E inoltre, le stampe furono un mezzo per diffondere in tutta Europa i frutti della sua arte. Raccolta di grande importanza, la collezione di stampe di Rembrandt della Biblioteca Statale di Cremona è stata solo raramente mostrata al pubblico, dal momento che normalmente è conservata nei depositi dell’istituto, dove è custodita con quella cura che l’abate Bellò aveva richiesto come condizione per donare la raccolta alla biblioteca stessa: la più importante mostra dedicata alle stampe fu quella organizzata nel 1989, e subito seguita dal catalogo critico curato da Angelo Ottolini, che rappresenta a oggi il principale strumento per avvicinarsi a questa raccolta, che per importanza, consistenza e completezza merita di essere conosciuta in maniera diffusa.

Ecco il video della Direzione generale Biblioteche e diritto d’autore: https://youtube.com/shorts/qYE3ZeKbmSY

Fabrizio Loffi


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