Medici di base: dal territorio non si arrestano le critiche al "modello lombardo". Le testimonianze dei primi cittadini di Ripalta e Bagnolo
Sulla necessità di riformare il servizio sanitario lombardo, puntando in particolare a rafforzare la medicina del territorio, arrivano ulteriori testimonianze dai sindaci del cremonese. La questione è evidentemente molto avvertita in tutte le realtà locali, come dimostrano i tanti interventi raccolti in questi giorni (qui uno dei nostri primi articoli).
RIPALTA CREMASCA - Questo il commento di Aries Bonazza, sindaco di Ripalta Cremasca. “In qualità di Sindaco del Comune di Ripalta Cremasca, con la presente intendo dimostrare, a nome dei cittadini che rappresento, il mio disappunto in merito all’organizzazione e la gestione del medico di base a Ripalta Cremasca. Sottolineo che nel Comune, dal 2018, si sono succeduti ben cinque medici causando negli utenti una legittima sensazione di confusione, costretti ogni volta a dover rivedere con il subentrante, la propria situazione sanitaria. Ed ora, maggio 2021, viene ventilata la possibilità che, a seguito del termine del servizio del medico ora in forza a Ripalta, questo non sarà più sostituito. Ritengo questo inaccettabile, e dimostra quanto la gestione di ATS nei confronti della medicina di base sia sommaria e poco corretta, dimostrando inoltre una mancanza di responsabilità e conoscenza dei gravi problemi della medicina di primo intervento nei piccoli comuni.
Rilevo che un paese di 3450 abitanti non sia sufficiente un solo medico di base; metà degli aventi diritto sarebbero scoperti dall’assistenza sanitaria e costretti a rivolgersi a medici di altri territori. Questo, per un paese che vede un costante aumento della fascia di persone fragili e con un’età media (compresa tra i 70 e 99 anni) che sfiora il 20%, è inaccettabile. È inconcepibile che persone in situazioni di difficoltà debbano trasferirsi al capoluogo per la prima assistenza. ATS dovrebbe essere consapevole che la conseguenza a questo disagio è il ricorso continuo al Pronto Soccorso Ospedaliero provocando sicuri ed inutili sovraffollamenti: ATS dovrebbe conoscere quali sono i possibili risultati, non sono molto distanti (perdurano tuttora) i tempi della pandemia.
Si è chiacchierato tanto nel passato 2020 dell’importanza del “Medico” territoriale ma, ad ora, invece che prendere le dovute misure, a nostro avviso, pare invece ci sia da parte degli enti competenti ma in particolar modo di ATS, un completo disinteresse a voler intraprendere percorsi di sostegno ai piccoli centri lasciando questi in balia degli eventi, senza un’adeguata informazione da poter dare ai propri cittadini che legittimamente contestano la scarsa e inadeguata assistenza medica fornita dall’Azienda Territoriale. Chiedo quindi urgentemente, come Sindaco, un tavolo di discussione per risolvere queste gravi problematiche e per far sì che ATS condivida e concordi scelte utili ai cittadini e non prese di posizione dettate dall’alto con l’obbligo del tacito rispetto da parte dell’utente”.
BAGNOLO CREMASCO - Qui la dichiarazione di Paolo Aiolfi, sindaco di Bagnolo Cremasco. “Vivere e vedere la situazione della sanità territoriale da cittadino ti porta ad avere una posizione critica, quasi feroce nei confronti dei medici di famiglia. Così si chiamavano anni fa i medici di medicina generale: medici di famiglia, perché entravano nella quotidianità e nell'intimità del gruppo familiare, erano, di fatto, un familiare che sapeva tutto della tua storia sanitaria e senza ausilio di supporti digitali. Fai il paragone con oggi ed ecco che diventi feroce. Ma gli anni passano, la gente invecchia sempre più, le esigenze diventano più pressanti.
Da sindaco ho partecipato a diversi incontri con il gruppo di lavoro sulla sanità del territorio. Ascolti i medici di base e ti rendi conto che hanno le loro belle ragioni, poi senti gli ospedalieri e.... cavolo... anche loro hanno ragione. Si fanno ragionamenti, si ipotizzano progetti e soluzioni, sempre gli stessi e sempre senza concretizzarsi: dobbiamo fare dei centri di cure intermedie per non caricare i Pronto Soccorso e per dare risposte ai cittadini, dobbiamo spacchettare il numero delle RSA della provincia perché Crema è sotto la media regionale e le liste di attesa sono lunghissime, dobbiamo chiedere che le facoltà di Medicina non siano a numero chiuso, la Regione deve investire sul cittadino e non sulle eccellenze, più medicina sui territori e meno business... Tante parole che finiscono nel vuoto. Intanto anche Bagnolo cade nella trappola della mancanza di ricambio generazionale: a fronte del pensionamento di un medico, ATS trova miracolosamente uno specializzando per 3 mesi, poi un altro per 6. A fronte di un trasferimento un altro specializzando per 3 mesi, forse 5 e poi… speriamo nel miracolo!
La situazione è veramente preoccupante, è il classico gatto che si morde la coda, il cul de sac da cui non puoi uscire. Mancano i medici e dalle università non ne sfornano. Ognuno ha le proprie ragioni e i propri torti ma alla fine a pagarne le conseguenze sono sempre gli stessi”.
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