4 settembre 2024

Neonata morta in ospedale a Cremona a poche settimane dalla nascita: il caso andrà davanti al giudice per le indagini preliminari di Cremona. La famiglia non conosce ancora la causa del decesso

Andrà davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cremona, la vicenda giudiziaria che riguarda la morte di una neonata avvenuta nel gennaio scorso all’Ospedale di Cremona dopo una serie di peripezie mediche.

Ahmed Aaliyah Adeola, venne alla luce il 7 dicembre del 2023 all'Ospedale di Cremona-Azienda Socio-Sanitaria Territoriale di Cremona. La madre e la figlia furono dimesse senza alcuna criticità. La successiva visita neonatologica avvenuta il 9 dicembre non evidenziò  problemi di sorta. La madre della piccola, Goloba Abibat Adeola , contattò successivamente il centro pediatrico, di Via Dante, al fine di sottoporre la bambina alla prima visita dalla pediatra assegnata, ma senza alcun successo.

All’inizio del 2024, il 6 gennaio, la piccola evidenziò problemi respiratori. Decise così di portare la neonata al Pronto Soccorso. La piccola non fu trattenuta in osservazione ma fu dimessa con la diagnosi di una “lieve ostruzione nasale in lattante sano”. La neonata fu sottoposta alla prima visita pediatrica solo il 15 di gennaio. Nel corso della seduta medica, la madre insistette nel riferire, ai medici, i problemi respiratori della figlia. Ma anche in questo caso fu assicurata.

Solo tre giorni dopo, il 18 gennaio 2024, la bimba ripresentò ancora gravi problemi respiratori. La madre fece ricorso ancora al Pronto soccorso. Il sanitario di turno rassicurò sulle condizioni di Ahmed Aaliyah, lo stato di salute, per il medico,  stava migliorando e di lì a qualche giorno sarebbe stata dimessa.

Il 21 gennaio, invece, a poco più di un mese dalla nascita, moriva nella struttura ospedaliera.

“La procura della repubblica, spiega l’avvocato Anila Halili del foro di Cremona che tutela la famiglia della bambina, ha chiesto l’archiviazione della querela che abbiamo presentato. Davanti a questa decisione, lunedì prossimo depositerò l’opposizione all’archiviazione che non vede indagati ma solo un procedimento contro ignoti”. “Credo, spiega il legale, che questa inchiesta giudiziaria debba proseguire. La madre per altro non ha mai saputo i veri motivi della morte della figlia. Le fu spiegato solamente che il suo cuore aveva smesso di battere, e neppure i medici ne sapevano spiegare il motivo" .

La donna, continua l’avvocato, manifesta gravi stati d'ansia, malessere e stress post-traumatico. L'accaduto ad oggi le impedisce di svolgere la sua attività lavorativa”. “Appare evidente, conclude l’avvocato Halili, come la madre abbia più volte posto l'attenzione sul malessere della figlia in merito alla respirazione e che più volte queste siano state sottovalutate da diverse figure professionali. Inoltre, risulta evidente come la condotta medica possa configurare il nesso di causalità in relazione all'evento morte. Nel caso di specie l'evento morte potrebbe configurare una o più fattispecie di reato”.

Nella foto, l'Ospedale di Cremona e l'avvocato Anila Halili


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