Stop all'invio di armi in Ucraina, molte le adesioni alla raccolta firme lanciata da Paragone. E al gazebo non manca qualche sorpresa politica
Almeno un centinaio le firme raccolte in mattinata al gazebo allestito all'ingresso dei giardini pubblici, all'angolo in fronte a via Solferino. Anche in città raccoglie dunque adesioni la campagna contro l'invio di armi in Ucraina lanciata dal senatore e leader di Ital-Exit, Gianluigi Paragone. Quella di stamattina non sarà l'unica uscita di Ital-Exit a Cremona, dal momento che altre raccolte firme su svariati temi (tra questi l'emergenza sanitaria) sono già in programma a partire da sabato prossimo. Segno che il movimento politico del senatore con un passato nel giornalismo raccoglie simpatizzanti anche sul territorio.
Tra le adesioni da segnalare, quantomeno all'iniziativa di questa mattina, senz'altro quella di Paola Trombini, già consigliere comunale per Rifondazione nel corso del mandato della giunta Corada.
Contro l'invio di armi in Ucraina e più in generale sul ruolo dell'Italia a fronte del conflitto, Paragone ha espresso le ragioni della presa di posizione direttamente sul giornale online "Il Paragone": "Se davvero vogliamo fermare questo conflitto e se davvero vogliamo che lo stesso non si allarghi, allora sarebbe bene tessere con pazienza. E senza la muscolarità che Draghi ha esibito in aula. Tanto i muscoli di Draghi sono dopati: lo sanno tutti. Oggi Putin ha detto che vuole che il gas russo – quel gas che al momento non ha fatto venire meno nemmeno di una goccia; né a noi europei né agli ucraini – sia pagato in rubli. Non so cosa faranno, di sicuro so che il rublo nel mese di guerra da una perdita del 42% sull’euro nelle prime due settimane ha recuperato il 32% nelle ultime due: questa rivalutazione fa capire che le sanzioni non centrano l’obiettivo penalizzante. Allora domando: Draghi e il governo cosa vogliono fare? Il «Con l’Ucraina senza se e senza ma» prevede il blocco del gas? Lo dicano agli italiani. Vadano in tv e dicano: Non compriamo più gas russo e pazienza se famiglie e pmi dovranno ripensare le proprie economie. La Germania non lo farà. L’Italia di Draghi?".
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