75 anni di Costituzione: dal blocco USA URSS al Globalismo Sino-Americano, dobbiamo rimetterci mano?
Si avvicinano sempre più le conclusioni delle celebrazioni per i 75 anni della nostra Carta Costituzionale, entrata in vigore nel gennaio del 1948.
Senato e Camera hanno realizzato quest'anno un importante palinsesto di celebrazioni, con tanto di siti internet e pubblicazione di foto e documenti, e proprio in questi giorni Mattarella diviene il Presidente più longevo della nostra storia con 3168 di permanenza al Quirinale e peraltro, così come già accaduto per Napolitano, durante un secondo mandato "obbligato" dalla empasse istituzionale che da tempo caratterizza troppe scelte del Paese e che interroga proprio da tempo sulla necessità di modificare la Costituzione, ritenuta ormai troppo rigida rispetto ai tempi.
Di questa rigidità abbiamo già parlato in un altro editoriale, e riguarda un impianto che in quel momento storico venne definito "la piccola Yalta": eravamo un paese nemico divenuto amico, troppo strategico sia per gli Americani che per i Russi per rischiare che non fosse tenuto in un perfetto equilibrio di forze, da cui discende l'impianto del nostro Stato, la cui rigidità istituzionale fu tentato di aggirare con strumenti quali i Referendum, la Corte Costituzionale, Il CSM, le Regioni …e che negli anni hanno a loro volta creato ulteriori rigidità, conflitti ed empasse decisionali.
Coincidenze numeriche, furono proprio 75 tra uomini e donne (solo 6 in verità e per quei tempi era già una eccezione degna di nota) a darle vita: la Commissione dei 75, ufficialmente Commissione per la Costituzione che fu istituita scegleindone i membri nella Assemblea Costituente, con lo scopo di produrre un testo costituzionale definitivo da sottoporre poi alla Assemblea per la definitiva approvazione.
Fu certamente un capolavoro di equilibrio politico e vi si trovano i nomi di molti di coloro che per anni governeranno il Paese o ne saranno dei simboli: Moro, Taviani, Saragat, Nilde Iotti, Giorgio la Pira, Merlin, Fanfani, Piccioni, Togliatti, Einaudi, Calamandrei e perfino il generale Umberto Nobile: una perfetta composizione che teneva conto non solo dei contrappesi tra DC PCI e Socialisti vari (e quindi tra USA e URSS… ) ma anche dei laici liberali e perfino dei Massoni, tanto che proprio il presidente fu Meuccio Ruini, massone non solo di fratellanza ma anche di famiglia, e forse non tutti si ricordano che massone era anche Pietro Paschetto, il pittore che ha dipinto il simbolo della nostra Repubblica (non a caso una stella sopra una ruota…).
Insomma, fascisti a parte, un parterre che teneva conto di tutti e ai massimi livelli politici e intellettuali.
Se sono passati 75 anni però non solo è occasione di celebrare, ma anche di farsi qualche domanda su quanto è mutato il contesto storico che aveva dato origine alla nostra Costituzione.
I due blocchi USA URSS sono tramontati da un pezzo, così come ancor di più il colonialismo europeo e le culture nazionaliste.
Oggi il mondo è caratterizzato da una Iperpuissance americana senza precedenti, cui si è fatta strada in contrapposizione la potenza cinese, che non avrà mai però la geometrica possanza del vecchio blocco sovietico.
La Globalizzazione è la nuova religione mondiale, voluta dai Clinton e scappata di mano pure a loro, dato che ormai non comandano più né la politica né la finanza ma, prima volta nella Storia, dei centri di potere sovranazionali che spesso coincidono con i loro proprietari: uomini come George Besoz e Bill Gates (giusto per citarne qualcuno) che sono oggi piu potenti di intere nazioni, che controllano le informazioni private di tutti noi, e riescono perfino a modificare le nostre abitudini di vita orientandole a consumi che li rendono ancora più ricchi.
Oggi il Globalismo appare sempre più una sorta di religione laica gestita da elites non elette che spingono enormi masse verso una ideologia spersonalizzata volta solo ad una affermazione economica (ma ben controllata ) il cui unico obiettivo è spendere di più: di fatto, non me ne si voglia, l'Americanismo e Il "Cinesismo". E dovremmo anche fare molta attenzione a demonizzare il Sovranismo, alla cui demolizione intellettuale ha ovviamente contribuito con tutto il suo potere la Globalizzazione, ma che in un certo senso ne rimane l'unico antidoto efficace: oggi gli unici eserciti riconosciuti sono quelli degli Stati Sovrani, ma se Amazon o Microsoft dovessero un giorno ( e ne hanno tecnologie e mezzi economici) organizzare delle proprie forze di sicurezza su grande scala, come la metteremmo in Europa dove di fatto non abbiamo una forza militare comune ?
Negli anni passati in Italia Destra e Sinistra hanno entrambe fallito nel tentativo di rimettere mano alla Costituzione: Berlusconi perché voleva un potere quasi assoluto e la Sinistra perché per contrastarlo ha fatto della Costituzione una reliquia sacrale di cui non si può nemmeno accennare pena la scomunica laica.
Unico tentativo fu la famosa Bicamerale tra Berlusconi e D'Alema, fallita perché reale esito sarebbe stato un Berlusconi presidentissimo alla francese ma con un parlamento tutto spostato a sinistra, scenario che alla fine non piacque a nessuno.
Non ho assolutamente le competenze nemmeno per accennare a modifiche costituzionali, ma il mio auspicio è che queste celebrazioni possano quantomeno porre seriamente in evidenza che declinare legislativamente il nuovo conflitto tra Globalismo e sovranismo, e dunque anche orientarsi seriamente ad un nuovo modello o ad uno dei due ovviamente modificati, sia molto più urgente di quanto pensiamo.
Ricordare il passato vuol dire anche ragionare sul presente.
(La foto del professor Martelli è di Daniele Mascolo)
Sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano
Docente di archivistica all'Università degli studi di Milano
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commenti
Manuel
7 ottobre 2023 19:27
Pensare che sino al nuovo millennio (ma ancora dopo) la declinazione “No Global” era considerata dispregiativa, escludente, appiccicata automaticamente a soggetti di sinistra o estrema sinistra, incapaci di adattarsi o intuire il meraviglioso futuro là da venire. Qualche organizzazione dell’estrema destra rivendicava posizioni simili, giusto per visione nazionalistica, ma era talmente poco significante che nessuno la ricorda più.
Si giunse così, almeno per l’Italia, al G8 di Genova, uno spartiacque che sancì la posizione definitiva del quasi intero arco politico nazionale: basta caciare e colpi di testa, ora si deve consumare, far soldi ed il resto è fuffa, perdita di tempo. Le associazioni di categoria e, in parte, anche quelle dei salariati, si accodarono mute e convinte.
In altre parti del mondo si continuò (Davos ad esempio) e si continua, ma il canto del cigno ha confermato il successo del pensiero unico.
Molti partiti di oggi (tutti quelli di destra e il PD) si trovano a dover imparare a nuotare nel periglioso mare che hanno contribuito ad allargare e non sanno come cavarsela senza salvagente.
La Costituzione rimane un baluardo, pur non essendo immutabile. Più che l’esigenza di cambiare il “Sacro Testo” della Repubblica, mi parrebbe più cogente darsi una dignità di popolo, un’identità presentabile. Mi sembrerebbe più urgente stigmatizzare e punire i tanti che rubino, malversino, lordino, destabilizzino; invece da noi sono (da molti, troppi) celebrati come figure di successo, fonti di ispirazione, anche ai più alti livelli. Si può e si deve discutere di fisco, ma se uno non paga le tasse non può considerarsi un patriota!
I potenti sanno cosa fare e cosa elaborare: tutti gli altri muti ed allineati in attesa di recepire il loro verbo... ma tutte le cose hanno un inizio, una fine ed è questo che ci aiuta ad andare avanti.
martelli
7 ottobre 2023 20:44
Grazie per la Sua riflessione. Gli spunti non mancano di certo.