Come molti sanno il Bonus Musica è un incentivo pubblico nato per incoraggiare lo studio della musica e l'acquisto di strumenti musicali. Il bonus consta di una detrazione IRPEF del 19% sulle spese sostenute con un limite massimo di 1.000 euro per spese effettuate tramite metodi di pagamento tracciabili.
Accanto al "bonus vero" sono sorti negli ultimi mesi altri "bonus fasulli", scoperti di recente, nei quali sono incappati circa duecento musicisti di alcune provincie emiliane, venete e lombarde tra i quali anche alcuni cremonesi. Il "bonus fasullo" propagandato, a fronte dell’acquisto di uno strumento musicale, avrebbe coperto le spese quasi interamente attraverso rate mensili versate all'acquirente da una "fantomatica associazione consumatori". Tantissimi i giovani musicisti che hanno aderito con entusiasmo alla proposta: peccato che solo alcuni mesi dopo aver perfezionato gli acquisti i consumatori hanno scoperto si trattasse di una grande truffa messa a segno e ai danni non solo dei giovani musicisti acquirenti ma, soprattutto, di aziende e di negozi di strumenti musicali che, per ogni acquisto, hanno versato, dopo una convenzione siglata con la fantomatica associazione, il sei per cento degli incassi. Il caso è esploso in questi mesi ma risale alla scorsa estate. Il semplice ma diabolico meccanismo truffaldino è stato spiegato da Marzio Govoni della Federconsumatori Modena. "Abbiamo fatto un’assemblea due mesi fa e ci siamo accorti di quanto esteso fosse il fenomeno della truffa che ha coinvolto a livello nazionale oltre cinquecento persone. L'associazione segnalateci dai consumatori ha sede a Bologna, il loro sito è inattivo da marzo, e da qualche tempo campeggia il banner: "Avrete tutti i soldi". Ovviamente, accortisi della colossale truffa che per ora è stata quantificata in non meno di 750mila euro, i consumatori malcapitati hanno ovviamente fatto denuncia alle autorità competenti. I truffatori si presentavano come "beneficiari di contributi pubblici e privati" per favorire la diffusione della musica tra i giovani e proponevano un accordo alle aziende: quello di riconoscere all’associazione il sei per cento sulle vendite di strumenti musicali, a fronte delle quali l’associazione avrebbe poi riconosciuto agli acquirenti una percentuale di rimborso (in rate) che sarebbe arrivato a coprire dall'80 al 100% del valore dell’acquisto".
Uno dei musicisti malcapitati ha raccontato: "Io ne ho sentito parlare per la prima volta da alcuni amici e conoscenti, e poi su Facebook c'era una forte pubblicità su vari gruppi musicali di tutta Italia di questo bonus per l'acquisto di strumenti musicali dato da questa associazione che si chiamava Risparmio Club (
risparmio-club.it). A Bologna, in Emilia e nel Nord Italia, piazza molto attiva dal punto di vista musicale, sono tante le persone che ne sono venute a conoscenza. C’è stato un bel passaparola. Ovviamente sono andato a vedere sul sito di Risparmio Club, dove veniva spiegato che questo bonus funzionava in maniera molto semplice: si acquistava il materiale in uno dei negozi convenzionati, si sottoscriveva un modulo e si inviava la ricevuta alla mail indicata sul sito di Risparmio Club. Il rimborso era dell’80% se chi acquistava aveva più di 25 anni e addirittura del 100% se chi acquistava aveva meno di 25 anni”.
Tra le aziende cadute nella trappola e, inesorabilmente, danneggiate dal meccanismo di retrocessione all'associazione del 6%, ce ne sono almeno una decina. Uno dei titolari di una di queste importanti aziende musicali ha dichiatato: "La scorsa estate siamo stati contattati da alcune persone che erano venute a conoscenza del bonus dell'associazione bolognese, poi rivelatosi "truffaldino", con tanto di volantino. Abbiamo individuato l’associazione che avrebbe dovuto elargire i famigerati fondi; ci hanno rassicurato sul versamento delle rate agli acquirenti e abbiamo sottoscritto la convenzione. Su ogni vendita fatta dovevamo pagare il 6% dell'importo all'associazione: vendita dopo vendita, l'ammanco è cresciuto in modo considerevole ed ora, a conti fatti, abbiamo perso tanto incasso per un "bonus" inesistente. Stiamo valutando come tutelarci". A chiudere questa vicenda, per ora, l’invito di Federconsumatori a tutti i musicisti truffati: "denunciate al più presto l’accaduto alle Forze dell’Ordine, ricostruendo con estrema precisione i fatti. Ciò aiuterà la giustizia e arginerà il proliferare di operazioni truffaldine che sempre più spesso inquinano il mercato ai danni di consumatori e imprese".
Osservatorio Italia Antiriciclaggio per l'Arte
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