17 dicembre 2025

L'Imam e l'oppositrice iraniana: manifestazioni e no

Si può pensare quello che si vuole del provvedimento della Corte d’appello di Torino che ha annullato il decreto di espulsione del Ministro dell’Interno nei confronti dell’imam torinese Mohamed Shahin. Si può anche condividerlo considerando le sue dichiarazioni pubbliche sul 7 ottobre, poi corrette, un semplice capitombolo e che di certo l’Egitto non era una destinazione salubre. Senza però dimenticare che la ritrattazione avvenuta dopo l’incauta uscita può essere anche un’applicazione della taqiyya islamica e cioè l’insegnamento e la pratica a dissimulare le proprie vere convinzioni quando si vive nella terra degli infedeli. 

Ma quello che più conta sono le conseguenze visibili del caso. Le manifestazioni e le reazioni politiche successive al decreto di espulsione sembrano una prova generale anche in Italia dell’islamo-gauchismo, tanto diffuso nella vicina Francia, una linea politico-culturale suicida che contribuirà di certo ad assicurare la sconfitta delle forze di sinistra alle prossime elezioni. 

Intanto l’oppositrice iraniana Norges Mohammadi, premio Nobel per la pace, picchiata e arrestata in Iran solo per aver partecipato ad una manifestazione in ricordo di un avvocato perseguitato dal regime, è ancora in carcere. I marciapiedi dinanzi al Consolato iraniano, di Torino ma non solo, sono desolatamente vuoti. Non una manifestazione. Un augurio a lei: per noi Iranian Lives Matter

 

Guido Salvini


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti