24 settembre 2023

Ma Cremona ha bisogno più di urla che di silenzio

Ada Ferrari propone l’istituzione di una «Giornata del silenzio» (Vittorianozanolli.it, 19 settembre) e invita i giovani «a riscoprirne il fascino, le preziose capacità riparatrici e forse ispiratrici di comportamenti collettivi improntati a più decorosa postura». 

L’idea è interessante e coraggiosa. Viene difficile immaginare le potenzialità e il risultato pratico che potrebbe ottenere un’iniziativa di questo tipo. 

Agli applausi, difficilmente seguirebbe un cambiamento nello stile di vita dei cittadini. Ancor meno in quello dei politici e degli amministratori comunali.  Passato il santo, passata la festa.

Per un giorno migliorerebbe l’esistenza dei cremonesi, momento di gaudio per coloro che aspirano al quieto vivere e legittimamente detestano ogni minima rottura di palle. E poi?  Il Mar Rosso si richiuderebbe senza avere scalfito né l’attuale modello di società, né lo stile di vita dei cremonesi. Neppure un graffio. Neanche una punta di spillo. Qualche articolo sui media locali, senza escludere alcuni commenti ironici.

Lusso per fortunati e restii a condividerlo, il silenzio rimarrebbe un privilegio per pochi anche dopo le ventiquattro ore ad esso dedicate. 

«L’Altro va bene nella misura in cui la sua presenza non è intrusiva, nella misura in cui l’Altro non è veramente Altro» (Slavoj Zizek, Distanza di sicurezza, Manifesto libri, 2005, pagina 82). 

Una giornata di silenzio rientrerebbe nei gesti simbolici. Velleitari. Nelle mozioni contro la guerra nel Vietnam discusse e approvate nel neolitico in consiglio comunale. Negli spiccioli per accattoni. Nelle aspirine per la polmonite.

Lodevole testimonianza di visionari destinati alla sconfitta, non prevede la santificazione postuma per i martiri. 

È vero, come sottolinea Ada Ferrari, che «il primario problema è riconciliare Cremona con se stessa e i cremonesi con la propria città, trattenendo in tempo quanti stanno coltivando propositi di fuga in un altrove migliore».

È altrettanto vero che con una giornata di silenzio non si avvia il processo di concordia e d’interruzione dell’esodo. È solletico. Acqua corrente su una pietra.

Cremona, oltre alle molte cose belle che possiede ed esibisce con giusto orgoglio è anche la morta gora e il laissez faire. È il non disturbate il guidatore e il tutto va bene madama la marchesa. È l’omeostasi più omeostasi.  

Cremona è l’inceneritore e il referendum tradito. È il biometano e il nuovo ospedale. È l’autostrada Cremona-Mantova e il Masterplan. È la cessione di Lgh ad a2a, convinta di avere siglato l’affare della vita. È la Walk of fame delle vacche, orgogliosa di essere fichissima, invece è ridicola. 

Cremona è l’invio in procura di una dirigente pubblica per presunte irregolarità risultate poi inesistenti. È l’offerta di onorarla con una medaglia al valore per togliersi dalle scarpe la merda calpestata. È la quasi indifferenza nell’incassare il sacrosanto rifiuto del riconoscimento da parte della vittima dell’oltraggio.

Cremona è credersi la più bella del reame e porre resistenza all’Area omogena cremasca. È l’inchino ai potenti e lo slurp alle associazioni di categoria. È il proprio ombelico e la disgregazione del territorio.

Cremona è un’enciclopedia di altre cazzate.

La giornata di silenzio non modifica questa realtà. L’urlo è più efficace.  Il grido necessario. La visibilità mediatica, irrinunciabile.  Il rumore assordante, un obbligo. Gli squilli di tromba, un must.

Non per un giorno.  Ma per dieci, cento, mille.

Per ottenere concordia e frenare spinte centrifughe servirebbero l’asfissiante verifica e la costante segnalazione di errori, manchevolezze, contraddizioni dello status quo. In che modo? 

Con la marcatura a uomo dei decisori e il monitoraggio al loro fortino. Con l’assenza di pregiudizi e compromessi. Con la determinazione e la capacità di interloquire e dialogare con il postiglione della diligenza senza il ricorso a barricate, scontri, prevaricazioni. Senza clangore di spade. Con l’aggregazione del dissenso. Con i comitati. 

Conciliazione e interruzione dell’esodo arriveranno, se politici e pubblici amministratori non rimarranno in silenzio dopo la lettura dell’articolo pubblicato il 21 settembre da The Guardian.   Un lungo e dettagliato pezzo sulla pessima qualità dell’aria in Pianura padana, in particolare all’ombra del Torrazzo, con un incipit da brivido. «Cremona residents say life becoming unbearable amid pollution from industry, cars and farm animal waste».

«I cremonesi affermano che la vita sta diventando insopportabile a causa dell’inquinamento provocato dall’industria, dalle automobili e dai rifiuti degli animali da allevamento».

Il Guardian non è il bollettino parrocchiale e, con tutto il rispetto che si merita, neppure il quotidiano storico locale. E uno dei più autorevoli giornali europei.

Tradotto e pubblicato integralmente da Vittorianzanolli.it e da Cremonasera, unici organi di informazione locale alternativi alla comunicazione di regime, l’articolo non merita l’oblio. Impone o smentite secche o impegni precisi. Pretende la prima fila, le luci della ribalta. Non l’ombra e la polvere del solaio. Non la censura.

Il giorno precedente, Matteo Piloni, consigliere regionale piddino aveva dichiarato: «Ci aspettiamo, una volta per tutte, parole chiare e definitive del presidente Fontana che, in merito a questo intervento, si era preso impegni precisi e che da tempo tace» (La provincia, 20 settembre).

E questo intervento era l’autostrada Cremona-Mantova balzata al centro dell’attenzione per un incontro tra Regione e Comitato contrario alla realizzazione della nuova infrastruttura.

Concordia e interruzione dell’esodo si otterranno, quando Piloni e i suoi colleghi politici senza distinzione di colore, con lo stesso severo piglio utilizzato dal consigliere piddino nei confronti del presidente della Regione, costringeranno i partiti ad esprimersi in modo intellegibile e inequivocabile sull’inquinamento da polveri sottili. Sull’impianto di biogas in zona San Rocco-Bosco ex Parmigiano. Sul nuovo ospedale e la demolizione dell’attuale. Sulla medicina territoriale.

I cittadini si aspettano una volta per tutte - ben detto Piloni - delucidazioni sull’«ospedale dedicato principalmente alla cura di patologie gravi e all’esecuzione di procedure complesse». 

Sui «trattamenti di routine e la cura preventiva distribuiti attraverso cliniche e hub di vicinato, connessi e diffusi sul territorio».

Sul domicilio del paziente che «si collocherà all’interno di questo ecosistema connesso grazie a dispositivi diagnostici intelligenti e collegati 24/7 con le centrali di controllo, mediante i quali i medici potranno monitorare lo stato di salute del paziente in tempo reale, anche presso la sua abitazione».

Sull’Intelligenza Artificiale che «sarà utilizzata per ottimizzare i processi e definire modelli di previsione per proteggere gli individui vulnerabili prima che essi debbano raggiungere l’ospedale».  

Nel Documento di indirizzo della progettazione del nuovo ospedale non compaiono il mago Otelma e la lettura dei tarocchi. 

Al loro posto un bouquet di ghiottonerie: giardino delle farfalle, apiario, banca dei semi, area per concerti e spettacoli, ciclofficina. 

C’è anche la nap room, con la enne. Che roba è? Roba da ospedale del futuro. Elementare Watson.  Da ottava meraviglia del mondo. Da ospedale per pazienti super selezionati. Gli altri, quelli un po’ meno selezionati ma bisognosi di ricovero, quelli previsti all’articolo 32 della costituzione dove andranno? Ah saperlo.

Bravo Piloni, i cittadini aspettano parole chiare e definitive.

Ottima idea la giornata del silenzio. Sì, per stendere un velo pietoso sulla politica cittadina e territoriale.  Una giornata per raccogliere e amplificare le urla del silenzio.

Antonio Grassi


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commenti


Antonio

24 settembre 2023 12:54

Molto condivisibile quanto affermato da Antonio Grassi, molto....ma Cremona è la città che con il suo silenzio "musicale" sta dormendo da anni, ormai... ricordiamoci, pero', che anche quando quasi tutti dormono, c'è chi rimane sveglio e lavora ....siamo sicuri che chi in questi anni ha lavorato lo abbia fatto a vantaggio della comunità? O per il proprio interesse, facendo rimanere Cremona città di provincia, sempre meno città autonoma e sempre più cittadina dipendente nei servizi fondamentali per la cittadinanza, sanitario, scolastico, lavoro ecc....si, è ora di urlare condivido....

Monica

24 settembre 2023 15:01

… e durante la manifestazione della scorsa settimana, ho acquistato presso uno stand … chiacchierando con la signora che mi vendeva la propria merce , mi ribadiva di non essere cremonese ma di aver sentito tante voci …parlando in generale … che confermavano la bellezza della nostra città ma anche L agonia che sta subendo da parecchio tempo … l affermazione mi ha proprio commosso e nello stesso tempo mi ha fatto incacax x are …. Possibile che tutti sanno , anche fuori dalla nostra realtà , mentre qui si fa finta di nulla !!!!!!!

Tommaso

24 settembre 2023 15:41

Piloni chiede sempre a qualcun'altro risposte e chiarezza, ma in tutti questi anni durante i quali si è seduto su molte poltrone, nessuno ha mai capito con risposte a chiare lettere cosa pensa lui. Politico da una botta al cerchio e una alla botte. Caro Piloni, ci dica cosa pensa del nuovo ospedalino di Cremona. Dell'autostrada Cremona Mantova? Ha una posizione sul biogas di Gerre? In verità le domande sono retoriche perché il suo agire in questo anni ha parlato per.lui, ma sarebbe buona cosa che facesse outing.

Beppe Bettenzoli

25 settembre 2023 06:47

Concordo con Antonio, la provincia di Cremona ha bisogno di più gente che urla il suo dissenso, altro che silenzio. Dobbiamo urlare con più forza contro l'assurdità della costruzione del nuovo ospedale, quando mancano medici, infermieri, tecnici e OSS, dobbiamo urlare con determinazione il NO alla Cremona Mantova quando abbiamo linee ferroviarie degne del far west, dobbiamo dire no al proliferare del biometano e all'assurda volontà di ampliare il deposito di metano a Sergnano, battendoci per una pianura meno inquinata. Sono contento di sentire la voce di persone stimate, uscire dal silenzio dissentendo dalla costruzione del nuovo ospedale, mi riferisco ai Marchi, Abeni, Azzoni, Rotelli, Leoni, Rampi. Abbiamo bisogno di urla perché il silenzio è assordante.

Ada Ferrari

25 settembre 2023 07:26

Sono sconcertante dal gigantesco fraintendimento del mio intervento sul valore del silenzio. Avendo ripetutamente preso posizione sul silenzio passivo con cui Cremona ha consentito lo scempio ambientale ,e non solo, che l'ha penalizzata per decenni, mi sconcerta ora venire letta come una sostenitrice di silenziosa rassegnazione collettiva. Di ben altro segno e portata è il tipo di silenzio cui mi riferivo. Non il silenzio debole del disimpegno civico ma il 'silenzio forte' del ritorno a quella capacità riflessiva che nutre ogni posizione critica non velleitaria riguardo alle troppe cose che non vanno.

Nicolini Gualtiero

25 settembre 2023 15:20

Le urla dei miei silenzi è il titolo di un mio libro di poesie
Potrebbe riguardare una città che muore grazie ad un insieme di personaggi che fingono di amministrarla pensando solo ai fatti loro fregandosene dell' inquinamento e dei danni che produce e delle mille altre problematiche che la attenagoiano per la loro inerzia la loro incapacità i loro assurdi inciuci

Sabrina mainardi

29 settembre 2023 07:22

Sono nata a Cremona e da vent'anni la condivido con Bologna,la mia "bella addormentata" é sempre meno raggiungibile,l'abolizione dei treni regionali per Piacenza,i pullman per Fidenza ( badate che i pochi treni per Fidenza sono della Regione Emilia Romagna) la chiusura del casello autostradale ...
I servizi sanitari,ambulatori pubblici fruibili in centro,assistenza per anziani( in una RSA non siete mai entrati? Quelle piccole...non le Fondazioni!!!) Mezzi pubblici dalla periferia al centro...spazi giochi per bimbi..
Tanto si potrebbe anche solo copiare...
Non perdo la speranza ma...