17 giugno 2021

Opla’, altra giravolta grillina! L’ennesima. Gli onorevoli non sono più “disonorevoli”

Parto da lontano ma faccio  presto. Quando a Milano è nato il Movimento Cinque Stelle  - era il 4 ottobre 2009 - è decollato un diluvio di populismo, euroscetticismo, decrescita felice, democrazia diretta, basta con i ladri nella vita pubblica, basta con gli incapaci, in galera tutti. Vaffa qui, vaffa la’. E sono arrivati i voti e i seggi: 162 alla Camera, 75 al Senato. Perbacco. 

Oggi siamo allo scivolone, alla caduta con un paracadute sfilacciato. Secondo l’ultimo sondaggio IPSOS i Grillini sono addirittura giù dal podio. Cioè quarti. Primo il Pd, secondo Fratelli d’Italia, Lega terza. Il Pd è al comando col 29,8%. Tallona il partito di Giorgia Meloni con il 20,5%. Terza la Lega, ancora in calo (-0,4%), che si ferma al 20,1%. Il Pd , per  la cronaca, mancava dal podio dei sondaggi da tre anni. Il M5S è crollato al 14,2%. Cresce invece Draghi di altri tre punti. E siamo ormai vicini al 70%. Esattamente al 68,8%. Conte è ancora davanti ma in calo dell’1,2%. L’ospitata dalla Lucia Annunziata, agli occhi dei Grillini ortodossi, è stato un autogol.

Conte - colpo di scena -ha riabilitato la parola Onorevole che, bontà sua, “non è disonorevole“. Non è il suo contrario. Dunque una abiura volante. D’accordo. Una constatazione intelligente è  sempre positiva. In ogni caso “ meglio delle stupidaggini”, come chiosava l’imperturbabile Massimo Catalano, il re dell’ovvio, al cospetto di Renzo Arbore. Nella Raidue del 1985. Ai tempi di fra Antonino da Scasazza. Se poi l’uscita di Conte la sommiamo al contrordine di Di Maio - il pentito del giustizialismo forcaiolo - che senza rossori, ha assicurato “ Mai più gogna, chiedo scusa”, la frittata è compiuta.

Ma il dietrofront di Conte - un passaggio ardito, dai famosi “ cittadini portavoce “al vecchio onorevole ( punto di arrivo nella élite della Politica ), ha consacrato la  fine dei Cinque Stelle. L’avventura è finita. Certo qui e la’ c’è ancora il vento primordiale, quello che cavalcava ( senza sella ) l’onda dei malpancisti, dei megafoni della disilllusione, dei paladini della “ speranza che cambi qualcosa “, dei portatori del rancore e della indignazione. Ma non è più il vento impetuoso che spingeva le barche verso la terra promessa; è un vento leggero, una brezza che spira dal mare delle illusioni, un refolo nostalgico, uno sbuffo residuo di disapprovazione tenace. Ha promesso Conte anche nel corso della sua recente visita pastorale a Napoli: “ Il neo Movimento cambierà linguaggio”. Basterà?

Enrico Pirondini


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