4 agosto 2021

Riforma sanitaria Fontana-Moratti: se prevarranno i confini meglio pensare a una Ats Crema-Lodi-Melegnano

Agosto matura e settembre vendemmia, recita un vecchio detto popolare che ben si presta a descrivere il cronoprogramma che la giunta regionale ha imposto in merito alla discussione sulla proposta di revisione della Legge 23 del 2015 che regola il sistema sanitario lombardo.

Il tempo a disposizione è poco, quindi, eppure i nodi e le questioni sul tavolo sono molte.

Parto da una considerazione: la proposta che Fontana e Moratti hanno avanzato non è una riforma, bensì un adeguamento della legge del 2015. Rimane l'impianto delle Ats e delle Asst, a cui si aggiungono i distretti e le case della comunità richieste dal Ministero della salute come condizione per ottenere le risorse europee del Pnrr previste dalla missione 6 sulla salute.

L'obiettivo del Pnrr è il rafforzamento della medicina di territorio, la cui assenza ha pesato come un macigno in Lombardia nell'affrontare la pandemia da Covid-19.

Tra gli obiettivi del rafforzamento la richiesta del Governo, inserita nella proposta di legge, di spostare la funzione dei medicinali di medicina generale dalle Ats alle Asst. Una scelta giusta, che va incontro al concetto di "medicina di prossimità". E mentre le Asst vengono in qualche modo rafforzate, aggiungendo a queste i distretti territoriali e le case della comunità, le Ats vengono svuotate di alcune delle loro funzioni.

Detto ciò io testo convinto che in Lombardia può esistere un'unica Ats regionale con il compito di programmazione e di indirizzo delle attività di prevenzione verso le Asst e, quindi, i territori. Un compito fondamentale e necessario e che, forse, non fa notizia ma certamente può fare la differenza.

Non so se la maggioranza accoglierà questa richiesta. Ci proveremo. Temo che nel dibattito in consiglio regionale prevarrà più la logica dei "confini" piuttosto che quella delle funzioni.

Se così sarà, è bene saperlo e attrezzarsi di conseguenza.

Due settimane fa in consiglio regionale, durante l'assestamento di bilancio, un ordine del giorno presentato dal movimento 5 stelle ha ricevuto prima il parere favorevole dell'assessore Moratti, ma subito rimandato e sospeso richiesta della maggioranza, soprattutto della lega.

L'ordine del giorno chiedeva di unire le asst di Lodi e Melegnano in un'unica Asst.

Se si guarda con attenzione la proposta di legge, si noterà tra le righe che l'impostazione riguarda molto le attuali province. Eppure quell'ordine del giorno riguarda province diverse, e un'unica Ats: quella metropolitana.

Mi chiedo: è così impossibile ragionare fuori dagli schemi dei confini provinciali e provare a ragionare nel merito, con l'unico obiettivo di rafforzare la tutela della salute dei cittadini?

Nella proposta di legge, oggi, tra le competenze delle Ats figura solamente la prevenzione individuale, mentre non si accenna alla prevenzione collettiva. Infine alcune attività appartenenti all’area della prevenzione, come l’igiene degli allevamenti, delle produzioni zootecniche e degli alimenti di origine animale rimangono affidate all’ATS. 

Una distinzione, questa, che non ritengo affatto funzionale e che andrebbe modificata. Stessa cosa per la gestione delle farmacie, di cui nella proposta di legge non si parla.

Dovremmo quindi chiarire bene, nel merito e nel dettaglio, le funzioni e le competenze, e provare a buttare la palla più in là, ad esempio ipotizzando ATS in funzione della prossimità territoriale anche oltre i confini provinciali.

Faccio un esempio: è risaputo che tra gli ospedali di Crema e Lodi c'è una forte interazione. Per motivi di vicinanza, ovviamente, ma non solo. 

Stessa cosa tra Lodi e Melegnano. 

È così difficile immaginare un Ats unica tra questi territori a cui attribuire le funzioni di programmazione e prevenzione?

L'obiettivo principale deve essere quello di rafforzare il servizio socio-sanitario per non lasciare più sole le persone. Non limitiamoci nei ragionamenti. Ad agosto si può fare. Poi vediamo cosa raccogliamo a settembre. 

consigliere regionale Pd

Matteo Piloni


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