30 giugno 2025

Se il Comune non comunica

Comunicare, etimologia del termine: dal lat. communicare, der. di communis ‘comune, col significato di rendere comune, far conoscere, far sapere. 

E, guarda un po’, anche Comune (inteso come istituzione) deriva dallo stesso lemma latino che riprende l'idea di una gestione amministrativa condivisa e partecipativa della cosa pubblica.

Sembra quindi singolare che un Comune non comunichi o non sappia comunicare in modo efficace; perché a volte la differenza sta proprio qui, nell’efficacia della comunicazione. Sarò ripetitiva, ma la politica è per l’80% comunicazione e il 20% idee e come tutti ben sanno, la prima legge del marketing ci dice che puoi avere la migliore idea o il miglior prodotto del mondo, ma se non lo sai comunicare nel modo giusto, sarà un flop garantito.

Veniamo alla cronaca: S.Pietro, istituzione cittadina che unisce intrattenimento, folklore, business e tradizione. I fuochi sono per i cremonesi l’espressione massima di questa tradizione decennale che chiude la kermesse estiva della fiera e richiama gente da ogni dove per assistere allo spettacolo pirotecnico. Ora, soprassediamo sul fatto che per qualcuno siano ormai un’usanza desueta, che turbano gli animi degli animali domestici, che inquinano ecc…. 

Ad ogni buon conto, i fuochi sono in programma, come comunicato dal Comune con tanto di nota stampa. Poi succede l’imprevisto e, anche qui, non entriamo nel merito dell’eventuale errore tecnico o che dir si voglia. Gli imprevisti possono capitare, è cosa ben nota e non deve sempre essere colpa di qualcuno. Bene (o male), se capita un imprevisto che costringe, obtorto collo e per la pubblica sicurezza, ad annullare una manifestazione, serve darne tempestivamente comunicazione.

E’ evidente che se domenica sera alle 22.45 la gente era assiepata col naso all’insù in attesa del primo botto, l’informazione non è stata adeguatamente condivisa, non è stata messa in comune nel modo corretto. Basti pensare che sui social è girato il messaggio in tempo reale non appena ha iniziato a circolare. 

Invece dai palazzi ancora tutto taceva a mezzogiorno di lunedì.

Gli imprevisti capitano, nessuno incolpa le istituzioni se capita l’imponderabile; ma il biasimo è la mancata comunicazione, la mancata informazione ai cittadini e, se vogliamo, le mancate scuse per il disagio e la delusione del mancato spettacolo. 

E’ vero che la polemica è esplosa puntuale, a differenza dei fuochi. Ma l’assordante silenzio è il peggiore carburante per la polemica, le lascia spazio e la alimenta. E a volte rende l’impressione che la polemica sia fondata.

Comunicare= rendere partecipi, mettere in Comune. 

In tutti i sensi

Michela Garatti


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commenti


Gino

30 giugno 2025 18:56

Inadeguati e come i.precedenti supponenti
D'altronde in gran parte sono gli stessi

Manuel

30 giugno 2025 20:45

Egregia Garatti, “Sarò ripetitiva, ma la politica è per l’80% comunicazione e per il 20% idee...” p, è proprio questo il problema.
Al posto della giunta, avrei fatto la stessa cosa, poiché è troppo bello gettare l’esca (metaforica) ed aspettare i boccaloni che si impigliano.
La domanda da porsi sarebbe: perché si impigliano?
Il sindaco poteva uscire, accompagnato da un vigile, una vettura comunale e spiegare, tramite megafono, che giostrai e pirotecnici, forse, avrebbero smesso di litigare e che, forse, lo spettacolo sarebbe esploso... o forse no.
... e la questura? Chi convinceva la questura?
Forse neanche Bandecchi si sarebbe cimentato in tale operazione che rischiava di tramutarsi in una figura di m...