13 luglio 2025

Virgilio non è il gabbiano Jonathan Livingston

Prendere la classifica del gradimento dei sindaci dei capoluoghi di provincia e infierire su Andrea Virgilio, primo cittadino di Cremona, ma tra gli ultimi in graduatoria, equivale a picchiare un bambino. Oppure a sparare sulla Croce Rossa. Ci sarebbe anche l’opzione scatologica, più popolare e legata a bisogni fisiologici, ma è pleonastico citarla.

Infierire sarebbe da maramaldi, ma Virgilio non è Francesco Ferrucci, mito delle maestre degli anni Cinquanta, con la penna rossa e alcune anche con lo scappellotto facile.  Quelle che, con enfasi melodrammatica di un film con Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson e la regia di Raffaello Matarazzo, citavano il famoso «Vile, tu uccidi un uomo morto!», pronunciato dal condottiero toscano, ferito e inerme, prima di essere vigliaccamente infilzato dalla spada del comandante nemico.  Maramaldo, appunto.

Quel Vile, uccidi un uomo morto, interiorizzato e trasformato in mantra dai ragazzini di allora, oggi ultrasettantenni, che giocavano a cappa e spada con bastoni di legno lungo il fiume o nella piazza della chiesa.  

Virgilio non è Francesco Ferrucci. Non è ferito, né inerme. E nessuno ha approfittato della sua condizione di inferiorità per infilzarlo.

A trafiggerlo è stata la Governance Poll, sondaggio del Sole 24 ore, pubblicato il 7 luglio, con l’avvertenza che non si tratta di una votazione, e quindi il risultato è da prendere con beneficio d’inventario. Con le cautele imposte dagli oggettivi limiti della rilevazione. Niente di apodittico e definitivo, ma stimolo per un’analisi delle sgrammaticature operative e per la progettazione di un’inversione di rotta.  

Gli intervistati dovevano rispondere ad una domanda e fornire un giudizio complessivo sull’operato del sindaco in carica e, in caso di elezioni, se lo avessero votato oppure no.

Per Virgilio non è andata di lusso: ottantottesimo su novantasette sindaci giudicati.  Posizione che lo colloca nella top ten della retroguardia. Una Caporetto. Ma la discesa agli inferi non esclude la possibilità di risalire la classifica.

Solo il 48% degli intervistati ha promosso Virgilio, una perdita secca del 2,4 % rispetto al risultato elettorale dello scorso anno che, con una vittoria risicata sul filo di lana al secondo turno, non era stato un trionfo. 

Domanda: perché questo disastro?  La risposta immediata, la più semplice e banale è: per le troppe cazzate commesse in un anno di governo cittadino. E il discorso potrebbe chiudersi qui e non aggiungerebbe nulla di nuovo e di sorprendente. 

Più interessanti sono la ricerca e l’analisi dei motivi alla base del risultato del sondaggio, nonostante un’opposizione blanda, priva di vampiri, raramente ficcante da togliere il fiato alla maggioranza.

Il problema è pertanto esclusivamente strutturale, della squadra di governo, della maggioranza e della coalizione politica che lo sostiene.  

Virgilio non è un combattente.  Come lo scoglio infrango, come l'onda travolgo non è nelle sue corde.  È un travet, un ottimo impiegato. Un perfetto garzone di bottega che recapita ai cittadini decisioni suggerite da altri. 

Affermare che è eterodiretto sarebbe ingiusto e sbagliato, ma ipotizzare che sia fortemente influenzato dai consiglieri della corona è vicino alla realtà. Consiglieri che si reputano  machiavellici cancellieri dell’impero e si atteggiano a geni della politica. Visti i risultati appaiono arruffoni. Pressapochisti. Iago di quarta serie. Invece di personaggi shakespeariani, figurine da commedia all’italiana. Mazzarino e Richelieu del sabato, nei bar sotto i portici. 

Silvio Berlusconi, mentre tesseva le lodi di Angelino Alfano, nel contempo gli imputava la mancanza di un quid per essere all'altezza del suo ruolo.   Anche a Virgilio manca qualcosa. Per guidare una città probabilmente gli mancano le caratteristiche che oggi i responsabili delle risorse umane di un’azienda chiamano skill e che in passato si chiamavano qualità.

Ne possiede altre, eccellenti per ricoprire il posto di consigliere provinciale, di assessore comunale, di vicesindaco come risulta dal suo curriculum.  Forse non possiede quelle da sindaco.   Conferma il Principio di Peter. «Ogni membro di un’organizzazione scala la gerarchia sino a raggiungere il suo massimo livello di incompetenza».  Un impiegato può essere promosso capoufficio e funzionare d’incanto, ma la promozione successiva a dirigente potrebbe risultare un disastro. Il meccanismo vale anche in politica.   Un amministratore pubblico può essere un bravo consigliere comunale, diventare un ottimo capogruppo e un apprezzato assessore. Può completare il percorso con l’elezione a sindaco ma, secondo il principio di Peter, risultare inadatto per l’incarico. Ecco, ha raggiunto il suo livello di inefficienza. E Cremona non fa eccezione. 

In politica la discrasia organizzativa è normalità, con l’aggravante che le skill determinanti la scalata gerarchica e l’occupazione delle poltrone pubbliche di peso sono la fedeltà al partito e l’ossequio al capo di turno. 

Non ha giovato a Virgilio l’informazione dell’establishment.  Sempre accondiscendente e incensante verso l’amministrazione comunale non gli ha reso un buon servizio. Lo ha illuso.  Articoli e interviste slurp lo hanno incoronato re e distorto la realtà.  La Governance Poll lo ha riportato brutalmente con i piedi per terra.

Non ha giovato a Virgilio la sottovalutazione della nuova realtà informativa.  Lui e il suo staff, soprattutto i suoi spin doctor, hanno proseguito imperterriti a guardarsi nello specchio e a chiedersi chi fosse il più bravo del reame. E a ricevere la risposta desiderata: voi siete i più bravi. I migliori. 

Non giova a Virgilio la protezione e l’invadenza di Luciano Maverick Pizzetti suo mentore e Pigmalione. Suo padre politico e sua zavorra. Apprendista sindaco, dopo un anno, Virgilio è rimasto apprendista.  Con le ali tarpate e incapace di volare, antitesi del Gabbiano Jonathan Livingston, attende l’arrivo di Godot che lo liberi da questa dipendenza politica. Caso da manuale di complesso edipico politico, Virgilio dovrebbe affrancarsi dal suo protettore per prenderne il posto e agire in autonomia. Dovrebbe  togliersi da sotto l’alla della chioccia. Uscire dal nido.  Ma ha la forza per farlo?  

Non ha giovato a Virgilio la fine del monopolio dell’informazione locale. L’arrivo dei media fuori dal coro, come il protagonista della favola, non si sono posti problemi a scrivere e gridare: «Il re è nudo».  E i social, incontrollabili e anarchici, hanno completato l’opera, anche se spesso in maniera becera e non condivisibile.

L’ufficio stampa non l’ha aiutato. Ha diffuso dichiarazioni, che invece di togliere il sindaco da una situazione critica e di smorzare le relative polemiche, hanno gettato benzina sul fuoco ed esasperato i toni.   La gestione della polemica sui festeggiamenti per la promozione in serie A della Cremonese è paradigma di harakiri comunicativo. 

Alcuni tifosi fuori controllo ballano sull’antico tavolo della Sala della Consulta del comune e un trattore entra in Piazza Duomo. Virgilio, invece di stigmatizzare questi comportamenti, li giustifica. In questo modo omologa   tifosi irrispettosi e rispettosi, compresi i più moderati, incazzati per il disprezzo della cosa pubblica e del luogo. 

Privo della lucidità necessaria per separare la funzione di sindaco dalla passione di tifoso, a Virgilio è venuta meno la freddezza per interpretare il ruolo istituzionale che gli compete e il coraggio di prendere le distanze dall’accaduto. Via maestra per i sottoscala della Governance Poll, è anche indizio di una presunzione superiore all’effettiva capacità di valutare gli avvenimenti e di affrontarli in modo adeguato. 

A metterci il carico e a spingere Virgilio nella fossa delle Marianne ci pensano i suoi compagni di cordata.  Roberto Poli, capogruppo Pd, chiede comprensione e perdono per il remake e crea un precedente pericoloso. Se comprensione e perdono guidano l’azione dell’amministrazione allora è un obbligo esercitarla in ogni contesto e con tutti. Due pesi e due misure generano malcontento e conflitti. Affondano il gradimento. 

Paolo Carletti, assessore, s’impunta sull‘abbattimento del muro dell’area Frazzi. Viene seppellito da circa un migliaio di firme di cittadini contrari al progetto. Rincula. Innesta la marcia indietro. Non cancella la figura di cioccolato dell’amministrazione comunale. 

Non aiuta Virgilio il Manifesto della comunicazione non ostile in politica. Minchiata galattica, è stata approvata dal consiglio comunale, minoranza compresa. Alessandro Portesani, capogruppo di Novità a Cremona, ha provveduto a metterci sopra una pietra tombale. Lapidario: «Luna di fiele tra il sindaco Andrea Virgilio e i cremonesi. È questo quello che dice la classifica pubblicata dal Sole 24 ore» (Cremonasera, 7 luglio). Già, Portesani, come Maramaldo. Ma vicino alla verità. E la leadership è come il coraggio manzoniano. Se uno non ce l’ha mica se la può dare. Questo è il problema. Di Virgilio. Di Cremona. Di una Governance Poll da piangere. Coraggio, non tutto è perduto.

Antonio Grassi


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commenti


Laura

13 luglio 2025 08:05

Ci sono città dove si gioca per vincere e città dove si è pagati per perdere. Oggi si preferisce avere sindaci assertivi che sindaci pensanti. E a livello regionale o nazionale non cambia la musica. Cremona ha deciso di perdere terreno e potere a vantaggio di città capoluoghi vicini. È una scelta politica che ha remunerato lautamente chi è stato al gioco con vantaggi personali anche se questo agire sta causando disastri per la comunità a livello di rappresentanza politica, economica ecc.
È una scelta. E avere un sindaco di capoluogo debole che non sa da che parte andare se non "guidato" ma lautanente compensato, è in linea con le politiche della città virgiliana, poeticamente intesa.
Fa bene Crema ad andare per la propria strada, perchè ha capito da tempo quale sarà il destino di Cremona...

Stefano

13 luglio 2025 08:18

Classifiche o non classifiche, oggi ci sono nani sulle spalle di un gigante. Ma i giganti, si sa, non sono eterni e quando non ci saranno più rimarranno solo i nani. Cremona sa bene quale sarà il proprio destino. Per la sanità va a Brescia, per l'economia va a Mantova, per lo sport va a Casalmaggiore, per i treni va a Reggio Emilia. Può bastare o proseguiamo l'elenco?

Davide Zaini

13 luglio 2025 09:09

Non ce l''ho fatta a finire l'articolo.
Con tutto il rispetto, ma sembra scritto da un secchione che vuole pavoneggiarsi con la sua cultura.
Virgilio nei sondaggi "gossipari" sarà tra gli ultimi ma credo sia sempre meglio di Portesani, il quale mi dà tanto l'idea di badare più ai propri interessi che a quelli della città.
Purtroppo la gente valida si discosta dalla politica perché fa sempre più schifo.

Manuel

13 luglio 2025 14:38

Grassi è uomo di cultura! Come dovrebbe esprimersi?
Si potrebbe, al limite, disquisire sulla capacità (sua) di comunicare al popolo, giacché usa il quotidiano come mezzo di comunicazione.
L’efficacia, i risultati del passaggio il “verbo”, mi sembra siano sotto gli occhi di tutti.
Su Portesani potresti aver ragione, anche se sembrerebbe più veloce, incisivo di Virgilio, nei rapporti con gli altri (intesi come tutti quelli fuori dal suo mondo o ego). A casa mia il rampante viscidume non è mai piaciuto: ma appunto casa mia. Negli ambienti di commercio, impresa, affari, può trovare buona accoglienza e favore. La politica, da molti anni, non è da meno, purtroppo. Con stile diverso, Virgilio e Portesani inseguono ideali e politiche simili, provando a banchettare nella stessa palude.
In ultimo uno sguardo alla tua ultima frase: se la gente valida si discosta dalla politica, sottointendi come i due citati portenti non siano di grande spessore.

Levio

13 luglio 2025 09:12

Come sempre Grassi, pur essendo a volte sprezzante, fotografa bene la situazione. Riguardo la posizione di Virgilio, io credo che alla base di quella classifica aldilà degli errori o delle inadempienze di giunta e sindaco , ci sia un dato di fondo: il modo in cui Virgilio ha vinto, con una maggioranza risicatissima e con una giunta frutto di un compromesso trasversale tra centrosinistra e centro destra con spezzoni della vecchia destra inglobati nella lista di Pizzetti (e non faccio nomi). In più la situazione , già non felice dell' estate scorsa si è aggravata causa la conduzione autoreferenziale di Pizzetti come presidente del consiglio comunale; e i risultati poi si vedono. E infine una nota di carattere generale: in parecchie amministrazioni si usa, se un sindaco ha fatto due mandati, candidare a sindaco il suo vice ma le ciambelle non sempre riescono col buco: a Firenze Nardella ha candidato la sua vice Funaro e le cose stanno andando bene; a Prato, l'ex sindaco Biffoni, sindaco di successo per 10 anni ed ex coordinatore ANCI Toscana, ha candidato la sua vice, Buffetti che ha vinto l'anno scorso con un buon margine.Risultato? Un anno dopo, sindaca indagata per corruzione, , dimessasi, giunta sospesa e città allo sbando

Marcello

13 luglio 2025 09:48

L'analisi di Grassi è perfetta. Certo i sondaggi valgono poco ma danno il polso del "sentire" di una città. C'è il tempo per cambiare passo (e magari anche squadra) ma servono segnali forti: speriamo Virgilio (che ho votato) cominci a darli. I cittadini li aspettano

Andreina

13 luglio 2025 09:51

Il primo anno di Virgilio ha deluso chi l'ha votato, non c'è dubbio. Serve una mossa decisa. E' in grado di darla? Forza Andrea

Marco

13 luglio 2025 10:56

Tutta questa valanga di parole e citazioni inutili per analizzare un sondaggio (sic!) del sole 24 e parlar male del Virgilio sindaco, magari a ragione eh, è stucchevole e compiace solo lo scrittore, felice ed entusiasta dell'uso di parole complicate e periodi complessi.
Si consiglia la lettura di "Lezioni americane" di Calvino... capitolo 1 "leggerezza". Amen

Libero P.

13 luglio 2025 13:46

Caro Grassi, le sue analisi sono centrate e anche questa volta credo abbia azzeccato la diagnosi sul perchè Virgilio non sta funzionando. A sinistra però dovremmo farci qualche domanda: Galimberti l'abbiamo preso in prestito, Virgilio è debole, ma qualcuno che possa essere un riferimento anche per il futuro (Comune, Regione, Parlamento) ce l'abbiamo qui a sinistra?

Mauro

13 luglio 2025 14:38

La domanda è un'altra... ma la sinistra esiste ancora o si è uniformata? Galimberti finchè ha obbedito è rimasto dov'era. Quando ha iniziato a "disubbidire" lo hanno scaricato. Virgilio non è un leone e non potrebbe andare a fare altro. Alternative? Meglio essere uomini di sistema ben pagati che Che Guevara scaricati. Ospedale sì, Inceneritore sì, Tamoil vediamo, Inquinamento non esiste, Treni se passano bene altrimenti fa uguale, Tangenziale non serve, Piscina nessun problema, SAAP vedremo, TARI aumentata, Centri commerciali benvenuti mentre il centro langue, ecc. ecc.

Gian

13 luglio 2025 14:41

Ma Pizzetti si rende conto che la sua ingombrante presenza toglie autorevolezza al sindaco? Virgilio è una persona per bene, lasciamolo lavorare. Non ha certo bisogno di padrini.

Laura

13 luglio 2025 15:17

Forse Pizzetti è la miglior garanzia che le cose vadano come devono andare... Virgilio non ha nè la forza politica, nè l'autorevolezza, nè le competenze per far da solo... la debolezza di Cremona è la ricchezza dei capoluoghi vicini.

Anna Lucia Maramotti Politi

13 luglio 2025 15:10

Condivido. Questa mio giudizio è però ambiguo. Si condivide perchè si hanno seri motivi per trovarsi in sintonia con chi scrive, oppure emotivamente ci si aggrega a talune considerazioni solo perchè si vive una condizione di malessere? Ebbene, onde evitare d'appartenere a questa seconda categoria, ho deciso, prima d'esprimere le mie osservazioni, di riprendere la lettura di articoli di giornale, anche vecchi, in cui le affermazioni del Sindaco Virgilio (quindi anche quelle di quando non era ancora primo cittadino) si sono dimostrate meri enunciati cui non sono seguiti concreti progetti. Non faccio riferimento a realizzazioni, ma al passo precedente in cui la progettualità è oggetto di confronto fra l'Amministrazione e i Cittadini.
Motivo quindi la condivisione con lo scritto di Antonio Grassi sulla base di una comparazione fra quanto sostenuto dal giornalista e quanto enunciato dall'attuale sindaco. Il primo testimonia concretamente quanto accaduto e quanto sta accadendo. "Carta canta ... con quel che segue.
Forse, fortunatamente, nulla è andato in porto e ciò sinceramente mi soleva lo spirito. Costato però che il "Vascello" Cremona è alla fonda, non è certo in rada. Cremona non vive un ipotetico splendido isolamento, ma una concreta stagnazione che pesa come una cappa di piombo non dissimile all'aria che i cittadini respirano.

Gigi Montali

13 luglio 2025 15:22

Probabilmente i cremonesi avrebbe voluto cambiare rispetto ai dieci anni di Galimberti. Non si sono fidati del candidato civico di centrodestra ed hanno votato Virgilio pensando che avrebbe voltato pagina rispetto al passato, come aveva annunciato. Finora non è stato così. Vedremo cosa ci riserverà il futuro

Cinzia

13 luglio 2025 16:09

" Virgilio non è un combattente. Come lo scoglio infrango, come l'onda travolgo non è nelle sue corde. È un travet, un ottimo impiegato. Un perfetto garzone di bottega che recapita ai cittadini decisioni suggerite da altri. "
Questo è il passaggio chiave, l analisi che giustifica il risultato del sondaggio...
Purtroppo è solo l ultimo atto, la conseguenza che oggi si determina dalla realizzazione di un disegno che definire politico è persino offensivo.
Per capire perché siamo arrivati qui è necessario conoscere un po' lo scenario cremonese e riavvolgere il nastro della storia di un paio d anni per trovare riscontro.
A Cremona, è risaputo, la destra ha sempre dovuto fare i conti con l assenza di compattezza della coalizione.. Cosicché, fatta eccezione per il mandato Perri, trovare un candidato in grado di riunire le varie anime è sempre stato un problema, aggravato dal fatto la ricerca non è mai avvenuta coinvolgendo il livello locale ma veniva calata sulle teste dalle segreterie regionali.
Le ultime elezioni non sfuggono a questa tradizione ..tanto che per un bel po' non veniva fuori il nome del candidato della coalizione.
Una partita a scacchi in cui Portesani ha sparigliato le carte....ed è diventato la soluzione del problema ...o meglio il tappeto sotto il quale nascondere le discordie.
Il centro sinistra però usciva indebolito da 10 anni di guida Galimberti e il successo era incerto ..calcolato sul filo di lana dagli stessi responsabili della campagna elettorale.
Sullo sfondo le categorie economiche a cui poco importa se vince la destra o la sinistra ..a loro servono garanzie di poter continuare a tutelare le loro lobby ,fare i loro affari, insomma lavorare certe di poter contare su un livello politico in grado di garantire i contatti necessari e stabilità...
Ne Portesani ..con alle spalle una coalizione poco coesa, ma nemmeno Virgilio reduce da 10 di gestione incolore di cui è stato corresponsabile come vicesindaco, potevano essere la risposta giusta..
Ecco che arriva l uomo giusto al momento giusto.. Pizzetti ..quello che ha lunga esperienza politica, che può contare su contatti in tutte le direzioni grazie al suo importante vissuto, capace di condurre in porto questioni delicate trovando persino il modo di farlo con l apprezzamento di almeno una parte dell opposizione e l addomesticamento di tutti gli altri. Il cardinale Richelieu della situazione e come d incanto...tutte le caselle vanno a posto ...il governo della città avviene senza scossoni e le poche emergenze sono gestite ..
Va bene così" Madama la marchesa" . Ma non può scendere in campo in prima persona ..troppo alto il rischio di fallire e uscire bruciato, qualcuno si deve sacrificare ..accettare il ruolo di gregario fingendo di essere il capo ..prestarsi a questo disegno...
Il risultato del sondaggio va considerato come un indesiderato effetto collaterale ..Persino Virgilio probabilmente se lo aspettava , c era un prezzo da pagare, si è "sacrificato". Così si è accontentato di indossare la fascia tricolore e tagliare qualche nastro ..La storia si dimenticherà in fretta di lui..ed anche i cittadini cremonesi..