5 novembre 2022

Totem, manufatti inutili e insignificanti. Committente senza idee

“Il menefreghismo è più pericoloso di un cancro”, parole di Papa Francesco. Il consiglio ricorrente degli abulici è che se vuoi vivere in pace, ci vuole un sano menefreghismo. Consiglio che non accolgo.

Nei circa 60 anni come libero professionista a Cremona, senza mai incarichi pubblici, ho svolto progetti con particolare attenzione che fossero anche  di contributo alla bellezza e alla cultura della Città.

Mi “interessa” seguire i suoi mutamenti, positivi o negativi che siano, ed ho la sistematica voglia di dire su tutto la mia opinione, in piena libertà e,  occorrendo, con impertinenza, insolenza e ironia.

La ”pensilina” di piazza Stradivari (già piazza Cavour), nonostante le veementi e diffuse posizioni contrarie alla sua costruzione da parte dei  cittadini, venne realizzata. Solo dopo un cambio di Giunta, sarebbe stata demolita. Sarebbe stato sufficiente  rimuoverne la copertura,  mantenendo i 7 pilastri-traliccio, in modo da non precludere ulteriori usi futuri. Già sarebbe stata quella, come le precedenti e le successive, l’occasione per progettare una piazza attraente, allegra e tecnologicamente all’avanguardia e, oltre tutto, a costo zero a carico del Comune. Oggi abbiamo una piazza triste, squallida e nostalgica.

Ora ci risiamo! – Un episodio in corso, infatti, fa temere la riproposizione di certe cattive abitudini.

Mi riferisco, si sarà ben capito, alla decisione della Giunta di realizzare i cosiddetti ”totem”. Manufatti inutili e insignificanti, destinati prima o poi a seguire il destino della “pensilina”.

Almeno c’è da sperare che gli attuali amministratori si rivelino più saggi  dei loro predecessori, e dispongano per un concorso di idee, di larga partecipazione, allo scopo di far  emergere soluzioni  atte a cancellare le brutte “ferite”, utilizzando anche  parzialmente il costruito onde evitare ulteriori sprechi di denari.

L’impulso della Amministrazione Civica di assegnare un incarico tout court per la progettazione di un simbolo che funga da emblema della Città (senza un concorso di idee di professionisti, progettisti, creativi, rappresentanti delle istituzioni, del mondo economico e culturale) denota una mancanza  di responsabilità, di trasparenza, una paura di farsi giudicare. I cittadini hanno il diritto di intervenire e sapere quale sarà il simbolo di “benvenuto” per  visitatori  e turisti della propria Città. E, se è consentito, anche di conoscere come vengono scialacquate le risorse dei cittadini. 

Probabilmente il progettista non ha valutato la portata della sfida, e tanto meno, l’ha valutata il committente. E’ un gesto di inutile presunzione voler stupire a tutti i costi, ignorando che l’architettura si fonda su un grande patrimonio comune in continua evoluzione.

I cosiddetti “totem” (ora dai più chiamati, ironicamente, “calvario”) dovevano, ammesso che se ne fosse accertata l’indispensabilità, essere collocati in periferia, visibili dai flussi di penetrazione. I cittadini che abitano a “porta Romana”, dubito che non conoscano il  nome del loro  quartiere. Questi manufatti possono essere collocati  indifferentemente in tutte le città del mondo. Sono anonimi, muti, indecifrabili, non danno emozione. Esposti al pubblico ludibrio. resteranno a testimoniare e ricordare l’improvvisata Giunta che li ha commissionati.

La progettazione necessita di un insieme di fantasia e creatività che non si  può acquisire con la tecnica e lo studio. La fantasia, la creatività, la curiosità, il senso del sociale o ce li hai dentro, o non ce li hai.

E se non ce li hai, non hai niente da dire, e quel che dici è pura gestualità.  L’arte di un progettista è quella di ascoltare e di capire, per poi restituire e non fare costruire nulla se non sei in grado. Nel momento che sei incaricato di realizzare un progetto del genere, non sei più il progettista, sei la Città di Cremona.

Fatto  che richiede  consapevolezza e  responsabilità, che non è solo estetica, ma è anche di tipo etico e morale. Un progetto deve rispetto non solo l’ambiente, ma anche la cultura che questa Città esprime.

Città della musica, capitale mondiale della liuteria, della zootecnia bovina, gastronomia ect.ect., non mancano certo le tipicità che identificano Cremona.

Se viene costruita una cosa brutta non resta solo alla vista di chi l'ha progettata, ma alla vista di tutti e non ci si giustifica  dandole, pubblicamente, un’interpretazione, una lettura, un ipotetico messaggio, senza che sia  partecipe del luogo, del territorio. Non tutti visitano una Città con il teodolite appresso, per sincerarsi della attinenza tra l’altezza delle “putrelle” con l’altezza del Torrazzo. Meglio sarebbe stato un umile silenzio. Non è insolito che un professionista a cui viene dato un incarico di progettare un qualcosa senza nessuna indicazione da un committente sprovvisto di idee, si senta oppresso dalla responsabilità e non riesca ottenere il risultato che si era prefissato. Ogni tanto può capitare di prendere lucciole per lanterne e allora si deve essere capaci di ammettere: “sì mi sono  sbagliato”.

Si poteva pensare ad un’opera strutturale, unica per ogni quartiere, che fosse funzionale alla produzione di energia, gratis, per illuminare i luoghi, piazze, ove collocati e nello stesso tempo rappresentassero le eccellenze della Città.

Sul giornale La Provincia, di pochi giorni  fa, si legge che la città verrà rigenerata e con l’occasione, speriamo, siano rimarginate le ferite ancora aperte; unitamente all’auspicio/imperativo che i flussi di denaro a disposizione dell’Amministrazione Comunale non vengano dilapidati con iniziative e progetti come i “totem”. Non ci si deve, da ultimo, mai dimenticare di pensare ad un uso oculato della spesa come se uscisse dalle tasche di ognuno dei cittadini.

geometra

 

Giorgio Mantovani


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commenti


Pasquino

5 novembre 2022 11:53

Incapaci ignoranti supponenti disastrosi prima andranno meglio sarà per tutti e purtroppo ricorderemo le loro azioni per una città allo sbando

Elda busi

9 novembre 2022 23:00

Perfetto 👍👏👏👏

PierPiero

5 novembre 2022 12:13

Bell'articolo.
Vorrei solo ricordare che fra la pensilina e i totem, abbiamo avuto le striscie blu e la scritta "Boccaccino".
Sì può tranquillamente affermare che i sinistri abbiano dimostrato negli anni una certa coerenza nel creare brutture e scialacquare soldi pubblici.

Jeppetto

6 novembre 2022 21:15

👍​👌​👏​

Daniro

7 novembre 2022 07:50

Più che aggiungere "cose" al paesaggio urbano cremonese, peraltro già molto deturpato da un'infinità di oggetti spesso collocati senza alcun progetto e nemmeno buon senso anche in luoghi di rilievo storico e architettonico, bisognerebbe avere almeno un'idea di città da perseguire e magari iniziare a sottrarre "cose" che nulla hanno a che vedere con una qualsivoglia idea di qualità urbana. Se i totem intendono ricordare che c'era una porta cittadina e ora c'è una rotatoria molto trafficata, bastava una targhetta. Se invece serve per allietare i conducenti delle auto in coda su viale Po....