26 aprile 2022

Aksak Project e Argonauti, quando la musica evoca ricordi di vita

In un momento storico dove la musica è relegata ad intrattenimento da talent e la creatività viene scoraggiata da ogni angolo dell’ignoranza contemporanea, AKSAK PROJECT presenta un nuovo disco ispirato ed extra-ordinario.

È dai momenti in cui l’umanità soffre che l’arte trova le energie per raccontare gli eventi, le emozioni. La necessità di un artista di evocare col proprio linguaggio qualcosa che è germogliato dentro di sè ha regalato al mondo, nella storia, capolavori di inestimabile valore. Mi sento, con sincerità, di annoverare questo disco fra le più interessanti scoperte musicali del 2022. 

Nella silenziosa Cremona del Lockdown il gruppo guidato da Achille Meazzi ha trovato l’energia per raccontarci di un viaggio, il viaggio degli ARGONAUTI.

Quasi come il mitologico gruppo guidato da Giasone sulla nave “Argo” a riconquistare il vello d’oro, gli Aksak Project Ensemble ci portano sulla loro “fragile barchetta di carta” alla ricerca di una nuova musica possibile, in grado di unire le culture, le tradizioni, i mondi.

Ambizioso.

La formazione vede, oltre al polistrumentista Achille, Nico Catacchio, Nicola Mantovani ed Eduardo Amedeo Meazzi. Hanno inoltre collaborato a questo lavoro Eliana Piazzi (harmonium, siku, glockenspiel), Antonio Arcari (fretless bass), Nadio Marenco (accordion) e Gianni Satta (flugelhorn, trumpet).

La spiaggia, le onde del mare, i tramonti, la brezza fresca salmastra, i falò, ma anche la città, sono solo alcune delle incredibili suggestioni restituite dal disco. Ritmi incalzanti, momenti tesi, suoni legati, vibranti, in questo lavoro c’è ovunque profumo di mondo. L’esecuzione, sempre pulita, nasconde passaggi dove emerge l’incredibile tecnica musicale degli esecutori, che riescono a trasportare l’ascoltatore in un viaggio dove l’immediatezza delle emozioni prevale sulla struttura metrica sottostante. Far avvertire all’ascoltatore una percezione di fluidità simile, cela necessariamente una grande qualità artistica dell’ensemble che in questo disco, probabilmente, supera addirittura se stesso. Incredibile la ricerca del suono, per questo disco sono stati utilizzati più di 20 strumenti etnici provenienti da tutto il mondo. Colori, ma anche interessanti stratagemmi tecnologici. Suggestiva, per esempio, l’idea di campionare i rintocchi delle campane di Notre Dame nel brano “NDdP 15.4.19”, evidente omaggio all’incredibile incendio che ha danneggiato la cattedrale parigina. 

Aksak Project Ensemble ci ha abituati a musica di livello, senza eclatanze mediatiche, con quella costanza tipica di chi con umiltà nelle nostre campagne prepara gli stessi inarrivabili marubini da anni senza mai fare rumore. Ed invece questo disco di rumore ne farà parecchio, perché non è un cd per addetti ai lavori, non è musica di nicchia, per pochi, bensì è un lavoro in cui l’ambizione trova la propria realizzazione, un lavoro per tutte le orecchie, un lavoro in cui chiunque riconoscerà nella musica un ricordo della propria vita, un frammento di un sentimento magari rarefatto, dimenticato. Questo disco evoca emozioni in tutte le lingue, in tutti i profumi, in tutti i cuori. 

ARGONAUTI è una incredibile, coloratissima ed ondeggiata avventura in grado di portarci ovunque. Sia nel mondo, che dentro di noi. Ora però una domanda sorge spontanea: quando, per il prossimo viaggio?

 

 

Loris Braga


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