22 luglio 2022

Una serata al museo di Alghero nel nome della liuteria cremonese

Serata all’insegna della liuteria cremonese, quella organizzata ieri sera al Museo Antoine de Saint Exupery di Alghero. A risuonare al tramonto nella suggestiva terrazza della Torre aragonese nella Baia di Porto Conte è stato il violino realizzato due anni fa dall’Academia Cremonensis e donato al museo algherese in occasione della ricorrenza dei 120 anni della nascita del letterato francese. Alla presenza della autorità cittadine, di Raimondo Tilloca presidente del Parco di Porto Conte, di Massimiliano Fois direttore del MASE, dell’avv. Fabio Bruno console onorario di Spagna ad Alghero, del col. Bruno Mariani già comandante dell’aeroporto militare dove Antoine de Saint Exupery prestò servizio tra il maggio e il luglio 1944, della dr.ssa Federica Puglisi direttrice dell’Archivio di Stato di Sassari, della dr.ssa Margherita Lendini già presidente del Rotary Club di Alghero e di numerosi altri illustri ospiti, si è parlato di liuteria e sono stati fatti risuonare, dal violinista Dario Pinna, altri 4 violini che idealmente hanno ripercorso l’Italia da Sud a Nord: un Gagliano di Napoli, un Rinaldi di Trieste, un Fagnola e un Vernè di Torino.

Quest’ultimo strumento ha offerto l’occasione al prof. Fabio Perrone per raccontare ai presenti una bella storia di liuteria cremonese e quel legame circolare che a volte cinge gli antichi maestri liutai ai giovani. La storia è quella di Vittorio Mattarozzi, classe 1996, liutaio in Castelverde che, dopo essersi formato all’Academia Cremonensis, ha aperto il suo atelier. E lo ha inaugurato con gli antichi attrezzi appartenuti al maestro liutaio Dario Vernè (1922-2007) e che i suoi nipoti Alessandra e Giorgio Seita, con grande sensibilità, hanno voluto donare al giovane liutaio cremonese affinchè li potesse riutilizzare per creare nuovi strumenti di liuteria. Dario Vernè, detto Mathiensis poiché era nato a Mathi (Torino), aveva un fratello gemello, Attilio appassionato di liuteria e successivamente liutaio professionista. Durante la Seconda Guerra Mondiale Dario fu arruolato riuscendo a far ritorno, alla fine del conflitto, a Mathi dove alcuni mesi dopo scomparve Attilio, improvvisamente, di meningite fulminante. A rilevare la bottega del fratello fu proprio Dario che nel 1970 vinse il Concorso di liuteria di Bagnacavallo (Ravenna) e con il passare degli anni si è fatto apprezzare dalla Russia agli Stati Uniti continuando la sua ricerca di perfezione liutaria lontano dai clamori e continuando a frequentare l’ambiente cremonese e i maestri Morassi e Bissolotti.

Ora tutti gli attrezzi della bottega di Dario Vernè sono ritornati “attivi” nella bottega cremonese di Vittorio Mattarozzi, in una sorta di circolarità dell’arte liutaria dove il punto di fine può essere anche quello di un nuovo inizio.  


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