Ancorotti da Crema è un politico del Fare che recupera macerie e crea lavoro con le sue aziende. Merita una "Tangenzialina"...
"Ho iniziato il mio percorso nel mondo della cosmesi quarant'anni fa; prima di Ancorotti Perfumes, ho fondato altre due aziende, portandole entrambe al successo. Ho avuto l'onore di rappresentare il settore come presidente di Cosmetica Italia, l'Associazione nazionale delle imprese cosmetiche, e oggi continuo questo impegno in Senato, con il mio lavoro nella 9ª Commissione, che svolge un ruolo fondamentale per lo sviluppo del nostro Paese. Ancorotti Perfumes non è semplicemente una nuova azienda, ma un nuovo tassello di un progetto più ampio, che mira a fare della cosmesi Made in Italy un punto di riferimento globale in tutte le categorie di prodotto."
Così parlò, il senatore – imprenditore (è uno dei pochi politici pragmatici che crea lavoro) Renato Ancorotti da Crema. Particolare non indifferente: il polo industriale (cosmetici e profumi) di Ancorotti non ha occupato un millimetro in più di spazio verde. Affidandosi infatti all'opera, tesa al "Rammendo & Recupero" dell'ArchiFilosofo, cremasco pure lui Marco Ermentini, il politico di Fratelli d'Italia, amico personale della premier Giorgia Meloni, ecco ha recuperato lo storico corpo immobiliare – industriale dell'ex Olivetti, risanando un'area cittadina altrimenti abbandonata (probabilmente) al suo destino. Ecco, l'impegno di Renato Ancorotti e quello degli altri imprenditori cremaschi cha hanno investito in quell'area periferica della capitale del Granducato del Tortello, beh, merita una bella Tangenzialina per ottimizzare, al meglio, il traffico da quelle parti.
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commenti
Manuel
7 novembre 2024 19:46
Qui, davvero, mi sto perdendo e non escludo sia colpa mia: non sono stato attento, mi sono addormentato, ho capito Roma per toma.
Quindi chiedo il favore, alla redazione, di riepilogare la situazione a beneficio del lettore... se invece capite che sto perdendo colpi, soprassedete.
Dunque, qualche giorno fa, il senatore, si indispettiva col consigliere Piloni per una esternazione “poco felice” su Lollo, invitandolo a maggiore serietà e più incisività sulla questione “tangenzialina”.
A questo punto emergono le mie amnesie.
Se ricordo bene, il comune di Crema aveva dato parere positivo all’iniziativa (esiste già un progetto approvato?), al che, credo, debba il progetto, superare il consueto iter di pareri ed autorizzazioni che fanno capo ad altri enti ed istituzioni.
Esperito ciò e sempre ammesso che non sia finito incautamente fuori binario, la domanda che scatta automatica, sarebbe: “Chi cacchio dovrebbe pagarla ‘sta tangenzialina?”.
Per quel che posso comprendere io, è la risposta a questa domanda che delinea il ruolo di Piloni: se la pagasse il comune, la sua funzione di sollecito verso l’amministrazione “amica”, potrebbe avere un senso, un’efficacia; se l’onere spettasse alla regione o all’ANAS, il senatore non farebbe prima a contattare Fontana o Salvini?... in quest’ultimo caso sì, il sacrificio estremo, da chiedere al consigliere Piloni, consisterebbe nell’occupazione la sede stradale di via Gronda Nord oppure della Paullese oppure di via Melchiorre Gioia, innanzi Palazzo Lombardia... con l’inevitabile conseguenza dell’arresto, poiché è oggi proibito manifestare ed occupare la pubblica sede stradale: ma va beh, un eroico sacrificio, val bene un lauto stipendio regionale e, magari, la non menzione nel registro dei proscritti.