9 dicembre 2021

"La fusione con A2A? Questa è bella politica e ne vado orgoglioso". Galimberti in Consiglio ignora il sindaco di Rovato e rivendica l'operazione

Tutelare significa fare Politica! E l’abbiamo fatta e la facciamo. Per curare il bene dei cittadini, fare le cose per bene, con rigore e attenzione, facendosi carico dei rischi connessi a situazioni complicatissime e per certi versi drammatiche, anche se non generate da noi, ma da altri, assumendoci la responsabilità gravosa di immaginare per la città, il territorio, il Paese linee di crescita e di lavoro”.

Così il sindaco Gianluca Galimberti, scaldandosi sul finale, ha chiuso il suo lunghissimo intervento in Consiglio sulla vicenda Linea Group-A2A, sotto la lente della Corte dei Conti.

La politica è pensiero e azione – ha detto rivendicando l'operazione -, elaborazione e decisione secondo tempi dati e precisi, secondo una visione strategica e un’idea di bene, mai nel proprio interesse, sempre nell’interesse di tutti. Questo abbiamo fatto e per questo stiamo dando una parte grande della nostra vita, anche famigliare, per quello che chiamiamo convintamente bene comune. Così tuteliamo la città e i suoi cittadini. Questa è Politica. Questa è bella Politica e ne vado orgoglioso”.

Tredici pagine di intervento, quelle lette da Galimberti in Consiglio in risposta all'interrogazione della Lega, che chiedeva lumi su quanto sta avvenendo in queste settimane. Nessun accenno, da parte di Galimberti, alla bocciatura della fusione da parte dell'ANAC (autorità anticorruzione) nel 2018 e nessuna replica alle bordate di ieri da parte del sindaco di Rovato, Tiziano Belotti (qui l'articolo).

In sintesi, Galimberti difende l'operazione, rivendica i risultati ottenuti con la cessione di Lgh ad A2A e strappa un lungo applauso finale dai banchi di maggioranza. Nel suo intervento, il sindaco è partito da molto lontano, dalla situazione “drammatica” in cui si trovava AEM nel 2014, ossia un anno prima della decisione di procedere con la cessione di LGH. “Nel 2014 – ha detto - erano 112 i milioni di euro di debito, di cui 70 con le banche, 30 con LGH e 12 con soggetti diversi, tra cui il Comune. Esistevano anche crediti da riscuotere, ma la situazione complessiva era particolarmente complessa”.

Ebbene – ha aggiunto -, possiamo dire senza tema di essere smentiti che solo il difficilissimo e virtuoso cammino di ristrutturazione del debito, che nel frattempo Aem aveva intrapreso, evitò conseguenze drammatiche. A tutela del Comune, della città, di Aem”.

Anche Lgh, ha spiegato, prima dell'operazione aveva i suoi problemi: “Appena arrivati (giugno 2014), accanto alla drammaticità della situazione di Aem, un’altra situazione si evidenziava come problematica e complessa: proprio quella di LGH. Nel 2013 la società aveva acceso un finanziamento pari a 300 milioni (bond) con scadenza nel 2018. La consapevolezza di tutti i soci era che si doveva arrivare ad un assetto di consolidamento della società, per poter ricontrattare o riscattare i bond accesi, senza mettere a repentaglio il patrimonio, senza mettere a rischio posti di lavoro, senza ottenere l’effetto negativo di perdere possibilità di costruire progetti e prospettive di sviluppo e di crescita. E il tempo era strettissimo. All’interno di questa situazione altamente problematica, avevamo poi alcune situazioni particolari di società per le quali una delle prospettive era proprio quella di vendita (LineaCom in primis, la cui maggior parte dei dipendenti aveva sede a Cremona). Ricordo anche che la composizione del CdA di LGH era tale per cui noi che avevamo quasi il 31% delle quote in cda avevamo un voto su cinque. Ci siamo accorti, in quegli anni, di quanto la struttura della governance non desse al nostro territorio elementi cogenti di forza proporzionali alle quote che esprimevamo”.

A seguito della cessione ad A2A, la situazione è oggi ben diversa, ha rilevato Galimberti: “Anche in questo caso si può concludere che è davvero un risultato strutturale di tutela di un patrimonio, di rilancio di un patrimonio, di sviluppo della città”.

Ma il punto è: perché la Corte dei Conti sta indagando sull'operazione? Su questo il sindaco si è limitato a ricordare che l'operazione si è basata su due pareri legali a suo tempo trasmessi al Comune: “I due pareri legali espressi dagli studi BonelliErede e Franco Gaetano Scoca sono di due studi considerati tra i più rinomati a livello nazionale e internazionale proprio sui temi amministrativi”. E secondo tali pareri la cessione senza gara sarebbe stata possibile, salvo poi, nel 2018, registrare un parere diametralmente opposto dall'ANAC, su lquale Galimberti non si è soffermato.

Ed è qui che la narrazione si fa più sfumata, con un mero accenno al caso Seregno (con il Consiglio di Stato che alcuni mesi fa ha bocciato un'operazione del tutto analoga. “Come emerge anche da alcune sentenze del Consiglio di Stato – ha detto il sindaco – possiamo affermare che ancora ad oggi la legislazione è in via di definizione e che la giurisprudenza stessa afferma la necessità di una definizione. Nella sentenza del Consiglio di Stato del 1/09/2021, relativa al caso Seregno, si leggono queste parole: ‘La particolare complessità, e la relativa novità delle questioni esaminate, giustifica l’integrale compensazione ...’ e poi prosegue. Sottolineo la definizione: ‘Relativa novità delle questioni esaminate’ e siamo nel 2021”.

In ogni caso – ha poi aggiunto - , le sentenze sul tema, anche quelle più recenti, citano l’infungibilità come elemento essenziale e dirimente. E, ancora una volta torno sui pareri associati alla delibera del 2015, entrambi i pareri legali, insieme al documento di KPMG e ad altri, considerano questo come un elemento centrale. In generale tutta la costruzione dell’operazione ha nell’infungibilità una proprietà fondante, che richiama poi la questione di fondo: questa è stata ed è un’operazione industriale di rafforzamento societario, rafforzamento occupazionale e di investimenti sui territori e per i territori. L’altro caposaldo è la prospettiva della fusione. A pagina 21 del parere dello studio del prof. Scoca, si legge: ‘Peraltro, l’infungibilità del contraente e la sussistenza di caratteri tali da rendere l’operazione in parte sovrapponibile ad un’operazione di fusione (che, oltretutto, non è escluso che rappresenti l’esito finale dell’operazione) (e così è stato, ndr), oltre che costituire ex sé una condizione speciale ed eccezionale, sarebbe riconducibile in una delle ipotesi previste dal già richiamato art. 57 del d.lgs 163/2006 recanti i presupposti della procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando di gara.’”.

Più avanti nel suo intervento, Galimberti ha rivendicato ulteriormente la bontà dell'operazione: "Ho motivato nei passaggi precedenti la solidità e la cogenza del percorso che stiamo analizzando, fatto a tutela di tutti e della città in primis, delle sue partecipate, del Comune, delle prospettive di sviluppo del territorio. Come ricordato, altre analisi, che corroborano quanto scritto, sono da tempo pronte e saranno messe a disposizione di tutti, sempre e ovviamente nei limiti di legge, con totale trasparenza come sempre. Ma ora vorrei soffermarmi su una questione chiave. Che cosa significa fare scelte politiche e farle pensando all’ente e alla città e ai cittadini che si servono? È una scelta politica dire di no alla entrata di un fondo in LGH, che dalle analisi fatte nel 2015 avrebbe costituito un rischio forte rispetto all’obiettivo di mantenimento dei presidi territoriali, alla declinazione di investimenti e alla formulazione di politiche di sviluppo? La risposta è sì. Senza dubbio. È una scelta politica quella di costruire alleanze e (parafrasando le espressioni del prof. Pozzoli già citate) aggregazioni come via maestra per l'industrializzazione delle nostre utilities? È una scelta politica quella di puntare su aggregazioni, avendo giustificazioni giuridiche, economiche, industriali, come visione strategica anche di Paese e non solo di territorio, con obiettivi di breve termine e lungo termine, con ricerca di sinergie, contiguità territoriale, progetti di sviluppo? La risposta è sì. Senza dubbio. Noi abbiamo fatto scelte politiche per ottenere risultati di crescita. E i risultati ci sono. Così abbiamo tutelato e rilanciato il territorio”.

Bene, ma la domanda resta: perché l'ANAC sostiene che l'operazione andava fatta con gara pubblica e perché la Corte sta indagando? Su questi aspetti il sindaco non si è soffermato, rispondendo alla Lega: “Ci chiedete come tuteliamo. L’abbiamo fatto! Questa è stata ed è una operazione pensata, voluta, costruita nel totale rispetto delle procedure, sempre con lo scopo centrale ed evidentissimo di tutelare il Comune da un punto di vista economico e finanziario, la città e i cittadini, il loro patrimonio, le prospettive di sviluppo, di lavoro e di occupazione. E penso ci siamo riusciti e ci stiamo riuscendo. Con molto lavoro da fare e certo con aspetti ancora da migliorare”.

Applausi dai consiglieri del centrosinistra.

Nelle foto a scorrimento, il sindaco Galimberti e il consigliere Zagni. Foto Gianpaolo Guarneri - Studio B-12

f.c.


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