"Tornare a un’idea di ospedale che sia parte della vita della città e non unicamente un luogo di cura", consegnata simbolicamente la prima pietra a Mario Cucinella
Se all’interno dell’auditorium Giovanni Arvedi del Museo del Violino l’atmosfera era quella delle grandi occasioni, all’esterno un centinaio di manifestanti del Movimento per la riqualificazione dell’ospedale non ha mancato di far sentire la propria voce di protesta con slogan, fischi e sirene all’indirizzo dei partecipanti all’incontro al momento del loro arrivo. In un clima di festa è stato presentato stasera il progetto vincitore del concorso internazionale per la realizzazione del Nuovo Ospedale di Cremona. Parterre affollato di autorità, per i saluti di apertura sono intervenuti il prefetto Bruno Conforto Galli e il sindaco Gianluca Galimberti. Al direttore generale dell’Asst di Cremona Giuseppe Rossi e al direttore del dipartimento innovazione, sostenibilità e aree di sviluppo strategico Maurizio Bracchi il compito di introdurre la cerimonia, spiegando come si è arrivati alla scelta di un nuovo ospedale e al concorso internazionale di idee. Poi, per la prima volta, sono state illustrate le caratteristiche principali e alcune immagini dei progetti finalisti. E’ toccato poi all’architetto Mario Cucinella svelare nei dettagli il proprio progetto.
Si propone un nuovo modello di tipologia ospedaliera dal quale emerge una visione olistica della salute e del benessere della persona, in stretta connessione con i sistemi territoriali e la rete sanitaria assistenziale. Il Nuovo Ospedale di Cremona si integra con il contesto socioculturale, diventando centro sanitario che non ospita solo servizi di diagnosi e cura, ma anche spazi di interazione sociale, per lo svago, per accrescere il valore del benessere e della cura della persona. Il processo progettuale parte da un’analisi approfondita della struttura urbana e territoriale, integrando da un lato la struttura radiale di percorsi e spazi urbani tipici di Cremona, che contribuiscono alla definizione dell’area di progetto come nuovo centro di attrazione; dall’altro la composizione altimetrica delle terrazze fluviali caratterizzata da argini e passeggiate sospese nel paesaggio naturale. Tale analisi, si integra con la necessità di creare un sistema resiliente, capace di adattarsi al mutare delle esigenze sociali economiche ed ambientali.
“Il nuovo ospedale di Cremona - spiega Cucinella - potrà rappresentare un modello per l’architettura sanitaria sotto più aspetti ad iniziare dal bando che, con le sue linee guida, ha rimesso al centro la qualità dell’architettura come fattore centrale per il benessere psico-fisico. Diverse sono le sfide che siamo chiamati ad affrontare: dal progettare spazi che si prendano cura non solo dei degenti ma di tutte le persone che quotidianamente vivono un ospedale – pensiamo a chi ci lavora – alla capacità di prevedere edifici capaci di trasformarsi e adattarsi alle mutevoli condizioni (non solo alle ultime emergenze sanitarie, ma anche alle continue evoluzioni in campo medico che comportano innovazioni anche strutturali). Dobbiamo tornare a un’idea di ospedale che sia parte della vita della città e non unicamente un luogo di cura: Cremona ha fatto una scelta importante e di qualità, che farà scuola non solo in Italia”.
L’area di progetto, a cavallo tra l’espansione urbana e il Parco del Po e del Morbasco, ne consente la riconnessione, diventando così una nuova porta d’accesso per il sistema naturale. Il Nuovo Ospedale, che si sviluppa in continuità con il paesaggio del Parco della Salute, segue un andamento semicircolare che garantisce la permeabilità sia fisica sia visuale tra i due elementi. Il progetto architettonico permette di concepire gli spazi proposti come core centrali dai quali possono scaturire nuove aree di espansione: la copertura verde che emerge dal sistema del parco crea spazi coperti in relazione con il paesaggio circostante, che possono essere colonizzati nel tempo al fine di rendere l’Ospedale un luogo attivo per l’incontro e l’interazione sociale. Le funzioni di asilo ed aree legate all’educazione, attualmente presenti nel complesso, sono integrate da una biblioteca e residenze temporanee a supporto di pazienti e famiglie, al fine di promuovere nuove relazioni con la comunità.
Il Parco della Salute Nuovo tassello nel paesaggio per la città di Cremona, sarà un punto di riferimento per la comunità, animato da spazi di socialità e luoghi introspettivi per la cura e il benessere fisico e mentale. Al contempo, rappresenta un ambito di naturalità e di biodiversità urbana.
È caratterizzato da tre elementi: un bosco climatico, un sistema naturale che abbraccia l’Ospedale, caratterizzato da percorsi verdi che legano una sequenza di attività terapeutiche per i residenti e gli utenti dell’ospedale, alternate a zone di biodiversità animale e vegetale. Qui è possibile beneficiare di una terapia psico-fisica del tutto naturale, grazie ad attività quali la meditazione e la contemplazione, il Forest Bathing e Barefooting, spazi di lettura singola e collettiva all’aperto, e una Food Forest comunitaria, l'anello vitale, un percorso caratterizzato da spazi per le attività ludico-sportive e per l’interazione sociale, in dialogo con gli elementi architettonici pubblici e del complesso ospedaliero; l’anello rurale, un ampio sistema naturale a prato caratterizzato da uno specchio d’acqua centrale come punto cardine dell’intero Parco. Un luogo per eventi e attività.
L’edificio ospedaliero sarà una “città nella città” dove molteplici funzioni e relazioni trovano spazio in un’unica infrastruttura complessa. L’edificio, sviluppato su sette livelli fuori terra, è suddiviso in due corpi principali che si connettono a livello 00, in corrispondenza con il principale accesso sanitario: un cuore centrale, caratterizzato dalla piastra tecnologica che accoglie il blocco operatorio diviso in quattro settori (emergenza, cardiovascolare, multifunzionale, chirurgia minore), e una struttura in elevazione caratterizzata dalla presenza di servizi sanitari a media/bassa tecnologia. La considerazione del paziente come centro fondamentale del sistema ospedaliero ha orientato la strategia progettuale: da una parte il paziente troverà in ospedale ambienti differenti a seconda dei percorsi e dell’intensità di cura che dovrà seguire; d’altra parte, si rompe l’isolamento dei vari reparti, non più “celle” distinte ma gruppi di professionalità diverse (medici ed infermieri) che operano sullo stesso paziente. Ne deriva un sistema nel quale l’intero ospedale collabora alla cura del paziente come se fosse un unico reparto, e non come una sommatoria di reparti isolati.
Altro tema centrale è la flessibilità di gestione dell’ospedale che, già dalla sua progettazione, si deve preparare al nuovo, con spazi e modalità adatti: così nel progetto si facilita il riassetto degli ambiti di degenza per rispondere al mutare delle necessità sanitarie (il 20% delle camere di degenza può essere trasformata in area di terapia intensiva con interposizione di un filtro, e l’80% può essere trasformato in camera a due letti, al fine di poter far fronte ad esigenze improvvise di posti-letto).
L’architettura del Nuovo Ospedale di Cremona definisce anche un gradiente di accessibilità degli spazi: da ambienti raccolti nei quali privacy e benessere del paziente diventano centrali, a quelli più permeabili e aperti ai cittadini che ospitano servizi commerciali per l’utenza e i visitatori e connettono l’ospedale alla scala urbana. Lo sono, ad esempio, l’Hospital Street, area di accoglienza per il pubblico ma anche spazio di interazione per il personale sanitario, e il Centro di gestione, che al primo piano accoglie gli spazi dedicati al governo delle attività cliniche dislocate sul territorio.
L’area strategica dell’Ospedale è dove sono allocati i servizi assistenziali, che rappresentano il ponte tra l’Ospedale stesso e il territorio che lo circonda: il Pronto Soccorso al piano 00, rispecchia lo schema dell’“Ospedale nell’ospedale” ed è in grado di funzionare autonomamente dal resto della struttura senza che ci sia interferenza vicendevole, abbattendo i tempi di esecuzione delle prestazioni mediche previste; allo stesso tempo è collegato con percorsi veloci e dedicati ai servizi diagnostici, ai blocchi operatori, alle terapie intensive e alle degenze. È prevista anche una sezione autonoma per la gestione del paziente infetto con collegamento diretto e dedicato con aree di degenza precettabili in caso di emergenza sanitaria; Diagnostica per immagini al piano 00, il servizio è contiguo al Pronto Soccorso, al Blocco operatorio e alle degenze intensive ai quali è collegato tramite corridoi dedicati. Area ambulatoriale. Al piano 01, fuori dagli altri percorsi, in connessione con le aree destinate alla prenotazione e all’accettazione.
A seguire, dopo la presentazione del progetto da parte di Mario Cucinella, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana è intervenuto sottolineando l’impegno della regione nell’intraprendere la strada dell’innovazione per favorire lo sviluppo di strutture sanitarie innovative, efficienti, sostenibili allo scopo di migliorare la qualità dei servizi erogati e il comfort per operatori, pazienti e i loro familiari.
L’evento si è concluso con la consegna a Mario Cucinella, da parte di Fontana, Galimberti e Rossi, della prima pietra ideale, un blocco di plexiglass ispirato a una delle due misure standard dei laterizi cremonesi, previste nel regolamento della città del 1388 e disegnate dai fabbricieri sul lato sud del battistero di Cremona, visibili ancora oggi. Un gesto simbolico che desidera mettere in connessione il passato glorioso della città, la storia e la bellezza dei suoi monumenti, con il presente e il futuro. Nella consapevolezza che la realizzazione del Nuovo Ospedale di Cremona rappresenta la possibilità di un cambiamento epocale per il territorio e non solo. La cerimonia è stata condotta dal giornalista Giovanni Palisto e si è chiusa con il suono di Stadivari grazie all’esibizione della violinista Aurelia Macovei che ha suonato il violino «Vesuvio 1727c.».
fotoservizio di Gianpaolo Guarneri-Studio B12
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commenti
Michele de Crecchio
1 dicembre 2023 13:43
Quanta retorica fastidiosa per presentare un progetto dai contenuti astratti , di problematica realizzazione e gestione, completamente avulso dalle reali necessità del nostro territorio e, temo, ideato apposta solo per coprire inconfessabili, quanto ghiotte, intenzioni commercial-speculative, forse persino sovradimensionate rispetto alla concreta realtà cremonese!
Manuel
1 dicembre 2023 17:20
Non sono tecnico od esperto di architettura, ingegneria, edilizia, ma l’architetto De Crecchio non fa fatica a convincermi e trovo clamoroso, per i tempi, il largo successo della raccolta firme contro l’abbattimento del vecchio ospedale: dovrebbe far pensare qualcuno.
Piuttosto vorrei approfittare dello spazio per chiedere all’architetto se la sistemazione di un cappotto termico esterno possa prevedere l’occupazione/sottrazione, dietro richiesta ovviamente, di 10-15 cm di pubblico marciapiede.