18 dicembre 2025

"Un sindaco in cucina": la storia di Michel Marchi raccontata nel suo ricettario tra lucioperca, aringhe e... nutrie

Non sono un cuoco e neppure uno chef. E, come capirete proseguendo la lettura, neppure uno scrittore. La cucina non l’ho studiata a scuola, anche se per un periodo ammetto che avrei voluto. Piuttosto, sono finito tra i banchi di ragioneria e oggi, guarda un po’, sono ragioniere”.

Quella riportata è la frase del capitolo che apre il libro “Una doverosa premessa”, il primo libro-ricettario di Michel Marchi, intitolato “Un Sindaco in cucina” (ed. Scatole Parlanti). L'opera è stata presentata ieri sera presso la Sala Consiliare di Gerre de' Caprioli. A supportarlo nelle vesti di moderatrice è intervenuta Silvia Giovanna Galli, giornalista e conduttrice della trasmissione “Cosa bolle in pentola” su Cremona 1 (di cui Marchi è stato più volte ospite), insieme all’attore Alberto Branca, che ha letto alcuni passi scelti del volume.

Volevo un libro che non fosse il ricettario di Carlo Cracco o di ‘Fatto in casa da Benedetta’, ma un racconto. All'inizio non volevo neanche mettere gli ingredienti, poi l'editore si è opposto gentilmente e allora li ho inseriti. In realtà non volevo neppure mettere le ricette: volevo proprio raccontarle. Alla fine abbiamo trovato un compromesso che è un po' una via di mezzo”.

Inizia così la chiacchierata con l’autore che, per una sera, sveste i panni di sindaco-ragioniere per indossare quelli di cuoco-scrittore; un ruolo che ha dimostrato di saper portare con grande naturalezza e competenza, ma con uno stile molto personale che il lettore scoprirà sfogliando le pagine.

Tra una battuta e l’altra, la passione viscerale per la cucina e tutto ciò che essa comporta trasuda dalle sue parole, dai riferimenti e dalle storie che si intrecciano. Il suo libro, ci spiega, è nato quasi per caso: un insieme di appunti presi ovunque, persino sull'incarto di un formaggio. È un'opera che affonda le radici nei “suoi primi trentanove anni” e nei ricordi della nonna materna Pina e del nonno Angelo, figure che rappresentano una fonte d'ispirazione potentissima.

La sua passione è cresciuta nel tempo tra ricerche e prove ai fornelli, con il sostegno incondizionato della moglie Francesca, la quale sembra aver carpito i segreti culinari del marito: “...e come dice mia moglie Francesca: ‘va’ là che fai le ricette seduto sul water in bagno alla mattina e, per qualche oscuro motivo, ti vengono pure bene!’”. Che sia per onestà intellettuale o per invidia, non resta che dire: “chapeau!”. Tutto questo preambolo non serve a depistare il lettore, ma a sottolineare i tratti distintivi del suo stile: imprevedibilità, audacia, curiosità, passione e tanto humour.

Il libro: un viaggio tra i ricordi ed i sapori. La struttura del volume ricalca i capitoli della vita dell'autore. Non vi è una divisione per portate, ma per momenti, passioni e luoghi del cuore. Ogni sezione non è solo una raccolta di ricette, ma un pezzo della sua storia personale, un percorso che si costruisce pagina dopo pagina svelando un legame indissolubile tra cibo, memoria e identità. Non è un semplice ricettario, ma uno storytelling: le ricette vengono introdotte da racconti legati al territorio, ai ricordi e ai viaggi in cui Marchi assaggia tutto (o quasi).

 

Daniele Gazzaniga


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