15 anni fa scoppiò il "caso Tamoil" durante una conferenza di servizi. "Bonifica in un anno". Tre lustri dopo siamo ancora qui a discuterne
Guardate la fotografia. E' la prima pagine del quotidiano "La Cronaca" del 5 luglio 2007 esattamente 15 anni fa. In apertura la notizia che il giornale aveva avuto in esclusiva dell'inquinamento della falda sotto la Tamoil. Tre lustri, quindici anni e, purtroppo, ancora tanto resta da fare. Ritardi su ritardi, silenzi, rinvii, incomprensioni, scaricabarili. La tanto vituperata magistratura in questo è stata invece l'unica che ha avuto subito certezze emettendo dure condanne penali definitive. Ma, come dimostrano anche le ultime vicende con la Bissolati che chiede la sua bonifica totale, il Comune che parla di nuova caratterizzazione dei terreni quasi avesse timore di scoprire davvero su quale bomba stiamo seduti, magari a prendere il sole mentre il Kerosene fuoriesce ancora dall'ex raffineria.
Rileggendo oggi "La Cronaca" di quel giorno ci si rende conto del tempo perduto. Innanzitutto la scoperta quasi casuale dell'inquinamento, grazie ad una autodenuncia dell'azienda resa noto durante la Conferenza dei servizi convocata allora per discutere di un progetto che prevedeva di sostituire il vecchio impianto di produzione elettrica dentro l'azienda ad olio combustibile, con una nuova centrale di cogenerazione. Quindi, affermò l'azienda, prima di fare la nuova centrale, bonificheremo l'area sottostante. In realtà l'area inquinata era molto più vasta, non solo sotto tutta la raffineria ma anche nelle aree contigue (come la Bissolati) e addirittura nelle zone oltre la tangenziale. Ecco le prime notizie dalla Cronaca di 15 anni fa.
"La falda idrica superficiale di Cremona sarebbe inquinata da idrocarburi. Indiziata numero uno la raffineria Tamoil di Cremona. Sarà perciò necessario un radicale intervento di bonifica all’interno dell’impianto, anche alla luce del progetto di realizzazione della nuova centrale di cogenerazione che dovrà sostituire il vecchio impianto ad olio combustibile. E’ quanto è emerso dalla conferenza di servizi che si è tenuta martedì mattina in comune con la partecipazione dell’amministrazione comunale, di quella provinciale, della Regione, della Tamoil e dell’Arpa che ha fornito i dati più recenti di un’approfondita attività di monitoraggio in corso da oltre un anno. Dati che, stando alle indiscrezioni emerse nella giornata di ieri, prefigurerebbero uno scenario più grave di quello che si sospettava, con un inquinamento della falda superficiale collocata a 20 metri di profondità. Se nessun rischio è possibile per l’acqua dell’acquedotto cittadino, che viene pescata a profondità superiori, il problema - di non rapida soluzione - riguarda invece i lavori che dovranno essere realizzati all’interno dell’impianto, probabilmente più invasivi di quello che si sospettava originariamente, e che rischiano di far dilatare i tempi per la realizzazione della nuova centrale di cogenerazione della Tamoil".
Con grande ottimismo si parlò di un anno di lavoro per attuare la bonifica.
"Quello che sembra certo - come ha confermato a La Cronaca il Dr. Paolo Beati dell’Arpa - è che i lavori di bonifica, una volta che l’attività di monitoraggio del sottosuolo sottostante alla Tamoil sarà terminato, dovranno essere fatti secondo le prescrizioni di legge, molto più severe rispetto agli anni sessanta, quando la raffineria venne realizzata su un’area di 800mila metri quadrati". «In occasione della conferenza di servizi si è fatto il punto della situazione sull’attività di monitoraggio che l’Arpa sta conducendo sul sottosuolo e che dovrà indicare il tipo di intervento necessario per la bonifica dell’area. - dichiara Beati- Bonifica che dovrà essere attuata secondo le più severe prescrizioni di legge e che sarà necessaria anche in vista della realizzazione della nuova centrale. Si tratta di un intervento complesso, soggetto a nuove prescrizioni che la Tamoil dovrà necessariamente seguire. In particolare per quel che riguarda i terreni da sbancare che dovranno essere trasportati altrove per essere trattati o subire un trattamento in loco per poi essere riutilizzati». Riguardo ai tempi necessari per compiere questo intervento Beati non pone una scadenza ma fa chiaramente capire che non si tratterà di un lasso di tempo breve: «Se ci si mettono d’impegno - dichiara - penso che la bonifica possa essere attuata in un anno».
Ottimista anche Gian Carlo Corada, all'epoca sindaco di Cremona. «Quanto uscito dalla conferenza di servizi di ieri (martedì, ndr), non rappresenta una novità. Si è fatto il punto sull’attività di monitoraggio che l’Arpa sta conducendo sulle falde idriche al di sotto della raffineria. E, a questo riguardo, la Tamoil aveva già presentato il progetto di bonifica dell’area che è anche collegato alla realizzazione della nuova centrale. L’analisi del sottosuolo, iniziata più di un anno fa e non è ancora terminata - prosegue il sindaco - si tradurrà in una serie di indicazioni necessarie per attuare l’intervento di bonifica. Questo intervento, inoltre, non riguarderà solo l’area destinata ad ospitare la centrale, ma tutta l’area dove verrà riscontrato un inquinamento da idrocarburi. Questo per mettere in sicurezza tutta l’area e alla luce delle disposizioni di legge in campo ambientale che oggi sono molto più severe rispetto al passato. In questi frangenti non ci si può permettere di essere superficiali. E la nostra intenzione è di essere rigorosi non solo perchè così vuole la legge, ma anche perchè la sensibilità ambientale dell’amministrazione comunale è molto accentuata e richiede che l’intervento di bonifica venga realizzato nel modo migliore». Quello che il primo cittadino di Cremona non dice in questo frangente - ma è comprensibile - è che, secondo quanto risulta al quotidiano La Cronaca -il tasso di inquinamento dell’area oggetto del monitoraggio sarebbe più accentuato di quanto non si prevedeva in origine. Circostanza che, con tutta evidenza, renderà necessario un intervento di bonifica più radicale e più lungo di quanto si pensava all’inizio. Tanto che anche Corada, riguardo ai tempi, non si sbilancia".
Quindici anni dopo siamo ancora qui a discuterne.
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commenti
PierPiero
4 luglio 2022 13:04
Del resto, cosa vuoi pretendere da una amministrazione (minuscola voluta) che aveva detto in campagna elettorale che avrebbero spento l'inceneritore?
Questa amministrazione, con l'ambiente ha uno strano rapporto. A parole sono ecologisti poi nei fatti si "dimenticano" di inceneritore e raffineria, tagliano gli alberi e ci portano sul secondo podio europeo come città più inquinata.
Questa è la cifra distintiva di questa amministrazione! Altro che "Fare nuova la città"!!! Questi, se li lasciano fare, la fanno fuori!!!
Ezio Corradi
4 luglio 2022 21:58
E...per caso e per fortuna che è partita l''azione della magistratura grazie all'esposto di un cittadino del cremonese, uno dei 360.000 cittadini della provincia di Cremona....
Ezio Corradi
4 luglio 2022 22:01
E...per caso e per fortuna che è partita l''azione della magistratura grazie all'esposto di un cittadino del cremonese, uno dei 360.000 cittadini della provincia di Cremona....