8 ottobre 2022

1949 inizia la guerra ai falsi violini di scuola cremonese. Denunce e sequestri. Perfino corde di nylon per uno "Stradivari"

A metà del XIX secolo gli Stati Uniti entrarono ancora in guerra con il Regno Unito. Nell'estate del 1859 gli eserciti dei due paesi si confrontarono, per alcuni mesi a suon di minacce armate, per il controllo di alcune isole poste all'interno della baia di Vancouver, nella estremità sud ovest dell'odierno Canada. Il controllo del territorio conteso era, ovviamente, il fine ultimo dei continui scontri verbali lungo il confine tra i soldati di sua Maestà e l'esercito a stelle e strisce, ma il casus belli di questa guerra dichiarata dai due stati fu un maiale. Nel giugno di quell'anno un suino del Regno Unito, in quanto il proprietario dello stesso era irlandese, venne scoperto da un coltivatore statunitense sull'isola di San Juan all'interno della sua proprietà mentre si appropriava indebitamente dei tuberi che l'agricoltore stava coltivando. Preso dalla rabbia lo statunitense sparò ed uccise il maiale rivendicando l'azione come avvenuta su territorio americano, dando origine ad una guerra che coinvolse i governi e gli eserciti delle due nazioni, poi definita come “la guerra del maiale”. Il malcapitato suino fu l'unico caduto di quelle settimane di battaglie a suon di insulti tra i due eserciti perfettamente schierati e trincerati lungo il confine, schieramenti che dettero origine una guerra diversa dal solito; l'esistenza di una guerra è già di per se un errore, ma almeno riuscire a concluderla senza caduti può considerarsi la più grande vittoria per il genere umano.

Nel 1949 a Cremona, con la rinnovata mostra con concorso sulla liuteria, iniziò una guerra che, come quella di 90 anni prima, si risolse in maniera incruenta e senza vittime, ci vollero anni per risolverla ma la guerra venne ricordata come “la guerra dei violini”. Le origini di questo scontro basato essenzialmente sul valore dei famosi archi cremonesi partono dalla Seconda guerra Mondiale quando negli Stati Uniti la Commissione Roberts si fece carico di tutelare le bellezze artistiche europee e italiane in primis. La Roberts aveva come fine la tutela del patrimonio artistico e la protezione delle grandi opere da eventuali falsi e contraffazioni, dove i violini cremonesi rappresentavano la punta di diamante del mercato dei falsari.

Nel 1949 il presidente della giuria del concorso cremonese era il Commendatore Giovanni Iviglia, da sempre sostenitore del percorso di autenticità degli archi non solo quelli di Stradivari ma della liuteria italiana in generale. Iviglia fece un enorme lavoro di ricerca ed analisi sugli strumenti che venivano proposti a firma dei più famosi liutai, analisi che lo portò a dichiarare la presenza di contraffazioni o falsi venduti o offerti come “figli” di Stradivari, Guarneri o altri artigiani di livello.

Lo scontro nel mondo della liuteria fu feroce, Iviglia, partendo dalla mostra di Cremona cominciò a contestare la validità di alcune stime fatte da famosi periti europei per portare avanti la sua battaglia contro le falsificazioni e, oltre a rinnegare la veridicità di alcuni strumenti musicali chiese, ed ottenne, la creazione di una commissione per la liuteria all'interno della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera.

Era l'inizio degli anni '50 e, con la creazione della Commissione, Iviglia poteva portare alla luce esempi di violini che “stonavano” con il periodo storico o il liutaio che avrebbe dovuto crearli. Nel 1700 Antonio Stradivari doveva essersi dimenticato di aver scoperto e brevettato con largo anticipo uno dei prodotti che faranno la storia del XX secolo, il nylon. Il Commendatore cominciò a raccogliere prove su diversi archi di fattura non cremonese ma venduti come tali, su un violino del Antonio da Cremona trovò tracce di nylon, non esattamente un fibra sintetica diffusissima sotto il Torrazzo nel 1700, su un altro l'etichetta cremonese, quantomeno posticcia, copriva un altra etichetta di un altro liutaio italiano, falsa pure quella. La guerra dei violini gettò nel panico molti proprietari di strumenti in Europa come oltreoceano creando una nuova sorta di consapevolezza sulla validità, sia come suono che come valore di mercato, di diversi archi. Il fenomeno della valorizzazione degli strumenti divenne talmente ampio da far creare, nel 1951, un Servizio di consulenza all'interno della Commissione per i proprietari di violini, servizio che a volte aveva il triste compito di informare il possessore che il suo violino “non era un Guarneri del Gesù ma un eccellente prodotto di scuola tedesca del 1800”. Il numero crescente di battaglie che componevano la guerra dei violini non potevano essere ignorate dalle autorità e così, per fare chiarezza sul fenomeno che aveva raggiunto numeri spaventosi il tribunale di Berna, nel novembre 1958, aprì un processo a carico del cittadino elvetico Henry Werro che aveva come capi d'accusa la frode e la falsificazioni di atti ed etichette. Werro era accusato di essere una sorta di catalizzatore degli interessi privati di quei falsi che stavano creando valori enormi da reinvestire in mercati diversi deprezzando così il mercato dei violini cremonesi originali, per cui molti proprietari, sentendosi truffati, avevano chiesto rimborsi o risarcimenti ai venditori.

Nell'aula del tribunale le prove di Iviglia e della Polizia Scientifica svizzera smentirono i documenti a garanzia della autenticità di diversi violini redatti da famosi periti europei, condannando Werro, riconosciuto come colpevole di 2 casi di truffa e di svariate falsificazioni, ad un anno di carcere con la condizionale e al pagamento di multe e risarcimenti per svariati milioni. Un video sulla Cremona del 1949 racconta e fa vedere il casus belli della “guerra dei violini”, guerra che non potrebbe essere più attuale in Italia nel 2022 dove il mercato delle contraffazioni, partendo dal settore alimentare ma diffuso in buona parte del Made in Italy, sta assumendo proporzioni enormi, togliendo mercato a quegli artigiani ed imprenditori italiani che investono e credono nella bontà dei loro prodotti.

Guarda il video della mostra di liuteria del 1949

 

Marco Bragazzi


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