4 luglio 2024

4 luglio 2022, cade un albero e distrugge il ponte sul Morbasco. Due anni dopo il vecchio ponte ancora attende interventi a ricordarci l'evento naturale e la mancata cura della città

4 luglio 2022. Sono passati esattamente due anni da quando Cremona  venne investita da una fortissima perturbazione che ha lasciato alle sua spalle moltissimi danni sia alle proprietà private che a quelle pubbliche, edifici del patrimonio ERP (Edilizia Residenziale Pubblica), alcuni edifici scolastici, il Civico Cimitero e, in particolare, al patrimonio arboreo. Purtroppo, quasi a ricordarci ciò che accadde e la più volte denunciata mancata cura della città da parte dell'amministrazione precedente (che adesso la nuova Giunta Virgilio vuole mettere fortunatamente come priorità amministrativa), c'è lo stato di quel ponte sul Morbasco vecchio di quasi due secoli che ancora attende interventi 24 mesi dopo. In tanti passandoci sopra in questi giorni per raggiungere le bancarelle sul viale Po per la Fiera di San Pietro, si sono lasciati andare a pesanti commenti sul degrado cittadino. La giustificazione fornita purtroppo è sempre quella: "problemi di bilancio" ma anche di sensibilità e di amore verso la città, aggiungiamo.

Era il 4 luglio 2022 quando il maltempo, tra i tanti danni provocati, fece cadere un albero del parco Tognazzi nell'ex area Frazzi sul vecchio ponte distruggendone alcune parti: le spalle in cemento vennero abbattute e facendo cadere nel Morbasco (pare siano state recuperate) le belle decorazioni di "mostri marini" disegnati e realizzati ad hoc in ghisa, comunque un materiale fragile. Il ponte rappresenta un pezzo di vecchia Cremona e andava subito salvaguardato. Si tratta di un'opera di 170 anni fa, creata per permettere il "nuovo passeggio al Po" forse progettata da Vincenzo Marchetti. 

"Era nato come esigenza quando, su progetto del Voghera, si decide di abbandonare la vecchia porta. "L’idea del Voghera era ispirata ai trattatisti neoclassici dell’Ottocento: prevedeva che davanti alle porte delle città si dovessero fare delle piazze con una struttura monumentale e da questa piazza dovevano diramarsi delle strade dritte e alberate. - aveva ricordato l'architetto Michele de Crecchio - Era proprio l’architetto Milizia, il principale teorico dell’urbanistica di quei tempi che sostiene questa idea. Il Voghera esaminando la carta ella città si rende conto che la vecchia porta Po, per la sua posizione defilata rispetto al tracciato principale della città storica non andava bene. Gli danno l’incarico di progettare il rettifilo dell’attuale corso Vittorio Emanuele. Al termine si questo rettifilo si crea questa grossa piazza con una porta monumentale e per andare a Po si abbandona la vecchia strada (via del Sale). Il fiume si è ritirato. Nasce la necessità di scavalcare il Morbasco, perché il Po, ritirandosi, ha lasciato una memoria di se stesso che è il Morbasco".

"Il passaggio sul Morbasco all'epoca era un passaggio molto importante anche dal punto di vista ambientale perché apre la città verso la campagna, nascono infatti i primi progetti del parco al Po. - ricordava ancora de Crecchio in una intervista - A Cremona stava perdendo capacità attrattiva il parco del vecchio passeggio, stretto tra ferrovia e attività produttive (le attuali via Dante e viale Trento e Trieste) e quindi l'attenzione si spostò a quel passeggio verso il fiume che diventò la nuova moda dei cremonesi. Lo dimostra anche il bel quadro del Vertua dedicato a quel passeggio, in un giorno di festa, con tanta gente e perfino i carabinieri a cavallo che controllano il via vai. Rimane poi il mistero di questa decorazione purtroppo devastata da questo grave incidente.  I simboli raffigurati sono due:  il delfino che nella tradizione mitologia greca, è uno degli dei delle acque ed era considerato l’Apollo dei pesci, il più elegante e rappresenterebbe la trasformazione in pesce dell’Apollo, il dio della bellezza ittica, e un oggetto metallico di difesa o di attacco : in alcuni casi un tridente, in altri un'ancora. E questo è un elemento della tradizione decorativa del primo Ottocento quando il neoclassico stava lasciando il posto all’eclettismo e al liberty, la linea sinuosa e floreale". 

Il fabbro che realizzò quell'opera apparteneva al ramo femminile della famiglia Groppali, e si chiamava Beniamino Ghilardotti, abitava nel palazzo all'angolo tra l'attuale via Massarotti e Porta Po. Il ponte risale al 1854 (inaugurato nel 1855) e nel  giugno 1857 viene collaudata la nuova strada Passeggio che, però, viene pesantemente danneggiata nell'ottobre da una disastrosa piena del Po che impose un generale riordino di tutti gli argini per eliminare i fenomeni di corrosione, operazione che venne completata nel 1861. Il viale era allora denominato "Passeggio al Po" quando dalla porta si prolungava in avanti fino al dazio.

Nelle foto lo stato del ponte, i danni causati dall'albero caduto, la rimozione della pianta e il quadro del Vertua con il passeggio verso il Po


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commenti


Antonio

4 luglio 2024 08:50

Tranquilli ci pensa la “nuova” giunta Galingilio, ma forse tra dieci anni…