Abbiamo attraversato il Po a piedi: dalla golena di Spinadesco si può raggiungere la sponda piacentina. La magra del fiume segna i 7,42 metri sotto lo zero idrometrico.
Il Grande Fiume è in periodo di magra e il suo livello in questi giorni è sceso a 7,42 metri sotto lo zero idrometrico lasciando scoperti numerosi tratti di sabbia, veri e propri spiaggioni in mezzo all'alveo che dalla golena sono facilmente raggiungibili. Noi stamattina siamo partiti dalle rive del Po che lambiscono il PLIS del Po e del Morbasco nel territorio di Spinadesco, abbiamo raggiunto in barca, a pochi metri dalla riva, uno di questi spiaggioni e da lì siamo partiti a piedi per 'guadare' il fiume e raggiungere la sponda piacentina. Sotto potete vedere il video di questa insolita "passeggiata".
Un paio di centinaia di metri che in pochi minuti si percorrono tranquillamente camminando nell'acqua che supera di poco le caviglie e permette di attraversare il fiume, senza dimenticare naturalmente le precauzioni del caso per evitare spiacevoli inconvenienti o situazioni di pericolo: scarpe da ginnastica, giubbotto salvagente perchè è un attimo scivolare o trovare una buca e finire in acqua e un bastone (nel nostro caso una pagaia) per sondare il fondale ed evitare di finire nelle cosiddette 'sabbie mobili' che ci farebbero affondare fino al ginocchio. Ci siamo fatti accompagnare da Fabio Guarreschi, presidente dell'associazione di volontariato 'Il Nibbio' di Spinadesco, che bene conosce il fiume, le sue rive e le sue acque.
L'appuntamento è nella sede dell'associazione e da qui partiamo per raggiungere la golena dove ci attende una barca che ci permetterà di fare quei pochi metri dove l'acqua è ancora alta e di raggiungere una delle isole di sabbia che spuntano nel mezzo del fiume; da qui partiamo poi a piedi, percorrendo la distanza che ci separa dalla sponda piacentina del fiume, direttamente in acqua che, nel punto di maggiore altezza, arriva poco sopra la caviglia. Si scorge il fondo sabbioso tipico del Grande Fiume, che in alcuni punti diventa ghiaioso: qui siamo a due passi dalla bocca dell'Adda, dove l'affluente entra in Po trasportando e depositando i sassolini che caratterizzano il suo fondale. Percorriamo in acqua qualche decina di metri prima di arrivare su un'altra spiaggetta e da lì, due passi ancora e siamo sulla grande spiaggia della riva piacentina, dove non si contano le impronte lasciate dagli animali selvatici che vivono nella golena e che di notte escono e raggiungono la riva. Da qui negli anni passati sono passati i primi cinghiali e i primi caprioli che hanno guadato il fiume fino alle rive del cremonese, iniziando poco alla volta ad abitarle; dopo di loro poi sono arrivati i primi predatori, in particolare i lupi che hanno seguito gli spostamenti delle loro prede naturali.
Siamo in un ambiente dove la natura la fa ancora da padrona, lontano dalle vie di comunicazione e immersi nel verde e nel silenzio; meno di tre mesi fa in questo stesso posto -dove ora camminiamo tra sabbia e pochi centimetri di acqua- si registrava invece un periodo di piena, durante il quale il fiume aveva invaso le golene, le aree preposte ad accogliere l'alveo di piena come sfogo naturale delle acque. Sempre dove oggi noi camminiamo, nell'estate 2021 era la parte alta del fiume mentre la parte in secca era quella sulla riva opposta: il fiume è un elemento vivo che si autodetermina e si prende i propri spazi in funzione delle condizioni esterne.
"Quella che vediamo oggi è una secca tipica della stagione estiva; la peggiore è stata nel 2022, quando il Po ha subìto una siccità senza precedenti, con la peggiore magra degli ultimi due secoli, ossia da quando si misurano i dati di portata del fiume. Le portate minime registrate quell'anno hanno superato quelle di qualsiasi altro periodo di magra, con una riduzione del 30% rispetto al precedente minimo storico, secondo uno studio di Università Ca' Foscari Venezia. Questa situazione ha causato un restringimento significativo dell'alveo del fiume, con conseguenze gravi per l'ecosistema fluviale e per le attività umane che dipendono dall'acqua del Po. - commenta Guarreschi- Ad ogni modo, vedere il fiume così basso ci deve far riflettere sull'importanza dell'acqua, che è un bene di vitale importanza perchè ci serve per vivere, coltivare e produrre cibo. Per questo è importante gestirla per gli usi più importanti e indispensabili, tutelarla da qualsiasi forma di inquinamento e contaminazione e naturalmente non consumarla".
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commenti
PierPiero
4 luglio 2025 09:53
Affascinante.
Speriamo che chi vi emulerà (perché certamente ci saranno emulatori) prende le stesse corrette precauzioni che avete avuto voi.
Jim Graziano Maglia
4 luglio 2025 11:38
20 luglio 1969, il modulo lunare "Eagle" con a bordo Neil Armstrong e Buzz Aldrin, allunò nella "Mare della Tranquillità" (Statio Tranquillità tua)...dei tre famosi astronauti americani!Ed ora 3(credo) luglio 2025 attraversamento del Po della Tranquillità dei tre coraggiosi cremonesi qui nel servizio.Emozioni molto simili tra i 2 avvenimenti e soprattutto stesso stupore, silenzio e infinita curiosità nella scoperta e del 'viverci dentro' .La Luna come una sorta di Madre che ci osserva dall'alto,il Grande Fiume come una sorta di Padre che ci accompagna nel nostro quotidiano.L'esserci dentro e attraversarlo piuttosto comodamente deve essere stata una sensazione unica e straordinariamente coinvolgente.Grazie a Cremona sera per questo originale ed unico filmato e soprattutto grazie al trio di coraggiosi "esploratori" che ci hanno fatto camminare con loro NELLE acque fluviali(..e 'almeno' per ora NON sulle acque....) del Grande Fume a noi tanto caro e amato anche nei tanti casi avversi che si sono succeduti nel corso degli anni.Evviva e grazie ancora.
stefano ETN
4 luglio 2025 14:29
Capisco che attraversare il Po a piedi possa fare una certa impressione, soprattutto se si hanno ancora negli occhi le immagini della piena tardiva di soltanto due mesi fa. Ciò premesso, ritengo sia necessario fare un minimo di ordine rispetto ai commenti sulla supposta crisi idrica, che torna d’attualità ad ogni piè sospinto, partendo innanzitutto dalla distinzione tra acque superficiali ed acque di falda. Riguardo queste ultime, ritengo non si debba dimenticare che nelle scorse settimane una autorità tecnica in materia di acque (purtroppo non ricordo quale, ma alla testata non sarà difficile individuarla) ha tranquillizzato tutti circa l'autosufficienza idrica assicurata dalle copiosissime precipitazioni primaverili per tutto il 2025. Ovviamente non possiamo poi mettere in discussione tutto questo alla prima ondata di caldo. Le falde (che mi risulta siano due, in pianura padana) ci è stato detto che sono ‘piene’, e quindi il problema idrico, rispetto alla 'quantità', da noi non sussiste. Qualcuno, in effetti, 2022 compreso, ha mai avuto problemi aprendo un rubinetto? Non credo. In altre regioni, chiaramente le cose stanno diversamente, ma da noi, almeno questo problema non esiste. Il risparmio dell’acqua ‘potabile’, da noi, è dunque lasciato alle libere sensibilità individuali, anche perché mi sembrerebbe difficile entrare nel merito: irrigare un orto vale come irrigare delle piante ornamentali? E una piscina privata che perde per evaporazione 3 metri cubi al giorno? Se vedo che il mio vicino lava l’auto ogni settimana, ha senso che io chiuda l’acqua lavandomi i denti (o peggio che tiri lo sciacquone una volta al giorno come suggeriva il compianto Pratesi?). Per fortuna, possiamo ancora decidere autonomamente, visto che da noi l’acqua c’è, e abbondante. In altre regioni, ovviamente, non sarebbe ‘morale’, infatti in Sardegna, ad esempio, hanno chiuso tutti i campi da Golf (è una battuta).
Ci sono poi le acque superficiali. Premesso che le acque superficiali non utilizzate finiscono nel mare (come la gran parte di quelle della succitata piena recente), e quindi forse è meglio utilizzarle, se servono, vorrei ricordare che il livello del Po dipende 'anche' dalle scelte dell'uomo, nel senso che è l'uomo che gestisce le dighe in uscita dai laghi prealpini. La diga di Salionze (a sud di Peschiera del Garda) regola l'immissione nel Mincio (che sappiamo tutti essere poi affluente del Po). Bene, in questo momento il Garda è oltre un metro al di sopra dello zero (1cm=4 milioni di metri cubi!), e costituisce pertanto una riserva ulteriore di non poco conto. Lo stesso succede per il laghi di Como e di Iseo (che ovviamente interessano molto il Cremonese). Last but not least, la diga di Isola Serafini: se a san Nazzaro il livello è costante, vuol dire che la diga ‘trattiene’ e non cede ‘proporzionalmente’ a valle, facendo così abbassare il livello a Cremona e consentendo l’attraversamento a piedi altrimenti impossibile. Quindi, fatto salvo che se non piove prima o poi finisce anche la riserva dei laghi, in gioco non c’è solo la natura, ma anche l’uomo.
Vivendo in Padania, personalmente non drammatizzerei dunque il problema della penuria d’acqua. Anzi, sono proprio tranquillo. Sono molto più preoccupato per quanto riguarda la ‘qualità’ delle acque, e soprattutto dell’aria. Già, dell’aria. Ed il fatto che l’attenzione data dai media e dal ‘contesto’ generale alla qualità di aria ed acqua sia un millesimo rispetto alla retorica della siccità perenne, mi fa temere di avere qualche buona ragione per esserlo.