19 aprile 2021

Acque pure e trasparenti, con corrente ridotta e neve sciolta dalle Alpi continua la magia sul Po, ma servono indagini più approfondite

Il Po non cessa di stupire. Del miglioramento della qualità dell’acqua se ne era già accorta nei mesi del lockdown l’Autorità distrettuale del fiume Po del ministero dell’Ambiente mettendo in relazione il drastico calo delle attività civili e soprattutto economiche ed industriali con una ritrovata trasparenza e presunta purezza dell’acqua esaminata in alcuni tratti del Grande Fiume padano. Anche le osservazioni di questi giorni confermano che qualcosa è cambiato. “C'è stato un evidente miglioramento della qualità delle acque negli ultimi 10, 15 anni - conferma Davide Persico, sindaco di San Daniele Po -  Però questa limpidezza è accentuata dal periodo di magra, la corrente è ridotta e di conseguenza il rimescolamento, quindi la sospensione dei sedimenti. Inoltre c'è immissione di acqua di scioglimento della neve e del ghiaccio alpino e appenninico. Anche la scarsa piovosità non dilava limo dalla golena mantenendo un'ottima trasparenza. Però, ribadisco, osservando negli ultimi anni, per me un netto miglioramento è evidente”.

Era quanto aveva già osservato un anno fa il segretario generale dell’Autorità distrettuale Meuccio Berselli spiegando che “la limpidità riscontrata nelle acque del Po è principalmente riconducibile ad una minor torbidità dovuta ad una ridotta movimentazione dei materiali sospesi come sabbie, fanghi e argilla. Le cause quindi sono da considerarsi per lo più legate alle scarsissime precipitazioni cadute nei mesi considerati e alla diminuzione dell’utilizzo della risorsa. Queste dunque le ragioni che hanno consentito la sedimentazione dei materiali sospesi, incrementando di conseguenza la trasparenza complessiva delle acque”. I tecnici dunque sostengono che le acque sono particolarmente e visivamente pulite per la minor torbidità dovuta a una ridotta movimentazione dei materiali sospesi come sabbie, argilla o fanghi. La causa sarebbe una minore movimentazione sul fiume (uno scarso utilizzo della risorsa), la chiusura di alcune attività e le scarse precipitazioni. Quindi si è avuta probabilmente la sedimentazione degli elementi sospesi migliorando così la trasparenza delle acque. L’effetto osservato in questi giorni è senza dubbio straordinario. “Non c'è dubbio che il fiume in questi giorni è visivamente pulito, niente a che fare con quel Po orrendo e puzzolente di 30 anni fa. I colori sono veramente fantastici – conferma Vitaliano Daolio, fondatore dell'Acquario del Po e pescatore professionista che opera sul fiume dal 1999 – Questo non vuole però dire che non sia inquinato, è visivamente migliorato ma i metalli pesanti ci sono e manca purtroppo uno studio continuativo sullo stato delle acque. La tanta neve scesa sulle montagne, a dispetto della scarsità delle precipitazioni a valle garantisce un ottimo ricambio d’acqua”.

Anche per quanto riguarda gli inquinanti industriali, già i dati ricavati dalle osservazioni effettuate durante il lockdown, hanno confermato che non sono state riscontrate diminuzioni significative delle sostanze inquinanti di origine industriale: la grande maggioranza degli scarichi industriali è già collettata in reti e sistemi di depurazione che permettono l’abbattimento di tali sostanze prima dello scarico in acque superficiali. E l’assenza di un calo significativo durante il lockdown dimostra la buona efficienza dei sistemi depurativi esistenti all’interno del distretto del Po.

Fabrizio Loffi


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