Allarme nelle RSA. Scotti: “Se le Istituzioni non ci aiutano, o aumentiamo le rette o chiudiamo”. I fondi promessi da Fontana insufficienti
"La situazione è drammatica" È la prima frase pronunciata oggi pomeriggio durante la conferenza stampa all'Opera Pia Santissimo Redentore di Castelverde sul tema dell'aumento dei costi di gestione delle RSA. Se il proclama del Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana aveva fatto presagire una presa di coscienza da parte delle istituzioni promettendo 40 milioni di euro da dedicare proprio a questa voce di spesa. Al netto dei conti fatti dalle associazioni di settore, quei fondi corrispondono ad una goccia nel mare.
"Abbiamo iniziato con il saccheggio delle strutture sanitarie. Da dove crediate che siano stati presi i 30mila sanitari per l'emergenza covid? Da noi. Ora ci troviamo in questa bolla speculativa sull'energia e siamo costretti a intervenire rapidamente" afferma il Presidente di Fondazione Sospiro Giovanni Scotti.
"Non solo dobbiamo quindi occuparci di questo incredibile aumento dei costi, ma dobbiamo necessariamente usare le nostre risorse per consolidare il personale e fare in modo che non sia tentato di andare via. Dobbiamo migliorare la loro condizione, anche come forma di ringraziamento per gli immensi sforzi che i nostri sanitari hanno fatto durante la pandemia.
Questo sistema non è residuale. Tenete conto che noi rappresentiamo 5000 posti letto, per un totale di 9000 dipendenti. Considerate anche le famiglie, se il sistema va in crisi, sono coinvolte più di 40000 persone." Il Presidente Scotti si è poi concentrato sulle dichiarazioni del Presidente Fontana e sulla politica in generale "Viene da citare Tito Livio: <<mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata>>. Se le istituzioni non ci attenzionano, non saremo in grado di far fronte a tutte le spese."
Le fonti di sostentamento delle RSA infatti si articolano su due canali: i contributi e le rette. Il problema sussiste sul fatto che i contributi hanno una cifra fissa ferma al 2011, ma quest'anno già solo l'energia elettrica è quadruplicata.
"Giá alcune RSA hanno aumentato le rette mensili di qualche unità" spiega Don Claudio Rasoli, padrone di casa a Castelverde. "Per ora le famiglie non hanno reagito negativamente, anche perché la situazione è sotto gli occhi di tutti. Ma come sarà se arriveremo a 10 euro al giorno?"
"Il problema - gli fa eco il Dott. Augusto Farina, vicepresidente A.R.Sa.C.- è che noi abbiamo dei costi incomprimibili. Un ospite terminale, per esempio, non può ricevere meno ossigeno a flusso continuo o affrontare lo spegnimento momentaneo degli elettromedicali che lo tengono in vita. Così come non possiamo abbassare i caloriferi, gli ospiti anziani non possono avere freddo. Dobbiamo garantire loro temperature adeguate al loro benessere. Su queste voci non è in alcun modo possibile operare tagli. Abbiamo quindi fatto dei tentativi, per esempio, rivolgendosi ad un Energy Manager con il compito di discutere coi fornitori di gas il prezzo migliore di volta in volta. Stiamo anche sostituendo tutte le nostre luci con quelle al led che consumano meno. Sono però tutte misure palliative."
A rincarare la dose anche Walter Montini, presidente di Arlea, sigla che riunisce tutte le case di riposo e le rappresenta nelle sedi regionali
"Non solo il valore del contributo promesso da Fontana equivale a circa 1 euro/giorno a paziente, e quindi gravemente insufficiente rispetto alle previsioni di aumento, ma la giunta ha anche deciso di inviare quel contributo non il 1 gennaio come annunciato, bensì il 1 aprile. Sappiamo bene questo cosa significhi. Diverse piccole strutture hanno già dovuto chiudere, e conosciamo bene cosa accada quando vanno in mano ai privati."
"Una politica simile sembra quasi promuovere la cultura dell'abbandono del paziente" chiosa Scotti amareggiato. "A noi servirebbe un credito d'imposta incentrato sui contributi dei lavoratori, dato che non possiamo beneficiare di quello dedicato alle aziende. I nostri tentativi di fare efficientemente energetico, di tagliare i consumi collaterali, di farci fare un contratto gas il più possibile vantaggioso, di fare circolari per spegnere le luci quando si esce da una stanza vuota, non bastano.
O le istituzioni si occupano rapidamente di noi o saremo costretti a fare aumenti che potrebbero arrivare anche fino a 10€ al giorno per ogni ospite".
Una situazione molto grave che andrà a sommarsi agli altri ingenti aumenti sulle tasche degli italiani già martoriati dalla lunga pandemia e dalle vertiginose oscillazioni dei costi del carburante. Il problema delle RSA, come emerge dalla conferenza di oggi, è un grave problema sociale e va ad inanellarsi ad una situazione generale che, ad ora, non vede alcun rimedio efficace da parte delle istituzioni.
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