Anche la Manfredini sarà sede universitaria: andrà lì il Politecnico. Lo spazio militare ha all'interno chiostri splendidi, è vuoto da 10 anni
Cremona gioca una importante partita a scacchi sul proprio futuro. Grazie alla Fondazione Arvedi-Buschini il Risiko degli immobili si è messo in movimento. L'Università Cattolica si è collocata in Santa Monica, il Politecnico lascerà l'ex Maria Ausiliatrice di via Sesto per trasferirsi alla ex caserma Manfredini di via Bissolati. La vecchia strada Canòon, un tempo regno dei monasteri e della spiritualità e poi delle caserme, diventa la strada delle università. Con il lavoro di un anno, grazie soprattutto al gran movimento di Luciano Pizzetti a Roma, si è cambiato il destino della caserma Manfredini, chiusa dal 2 settembre 2011, destinata nei piani del governo a diventare sede della Questura, della Prefettura e della Polizia Stradale.
Una “Cittadella della Sicurezza” che avrebbe potuto anche ospitare i carabinieri attualmente con il comando nella caserma Santa Lucia di viale Trento e Trieste. Il sogno di Giovanni Arvedi di dare spazi universitari di prestigio per il futuro di Cremona dunque si sta compiendo. Le carte sono pronte, tempo qualche settimana e ci sarà la firma ufficiale dei protocolli. In Comune ci sono stati diversi incontri, altri in Prefettura, altri ancora nei ministeri. Insomma Cremona città universitaria può decollare.
La caserma Manfredini è un ex convento fondato nel 1494 da quattro suore Agostiniane (due piacentine e due veneziane) che acquistarono la casa del Conte Covo allora uno dei palazzi più belli di Cremona con la facciata principale su strada del Cannone e attorno un grande giardino. Il palazzo è rimasto lo stesso e lo si può riscoprire visitando l'area occupata fino a dieci anni fa dalla Sala Convegno dei Sottufficiali e dalla sala mensa dei graduati. Il chiostro interno è spettacolare con medaglioni in cotto che lo adornano e che comunicava con quello più esterno con snelle colonne che reggono gli archi. Le quattro suore crebbero di numero arrivando persino a 120. Ovviamente ci fu la necessità di ampliare gli spazi. Si costruì una chiesa mentre l'iniziale cappella divenne parlatorio. Aveva anche una splendida pale del Giorgione raffigurante San Sebastiano.
Il 19 giugno del 1798, le monache abbandonarono il convento dell’Annunciata, e si rifugiarano in Santa Maria e Santa Monica, ottenendo poi la facoltà di secolarizzarsi. Da questa data ha origine la caserma, infatti, la Repubblica Cisalpina ordinò che il convento fosse trasformato in quartiere «capace per l’alloggio di cinquecento soldati et quattrocento cavalli», come racconta Giuseppe Aglio Cremonese ne «Le Pitture e Sculture della Città di Cremona». La nascente caserma, conservò il nome dell’antico convento dell’Annunciata che le rimase per oltre un secolo. Caduta la Repubblica Cisalpina, l’Austria alloggiò nella caserma, in vari periodi, diversi Reggimenti d’Ulani. NeI 1848 la guarnigione Austriaca era composta di due Battaglioni del Reggimento Arciduca Alberto, n° 44, del 30° Battaglione del Reggimento Conte Ceccopieri n° 23 (comandato dal Maggiore Zagheni) di tre squadroni d’Ulani e di sei pezzi d’Artiglieria. Gli Ulani, il terzo battaglione Ceccopieri ed i sei pezzi d’artiglieria, dovevano certamente alloggiare nella caserma “Annunciata”, divenuta poi famosa, perché da essa sortì lo stesso battaglione Ceccopieri (Austriaco, ma composto tutto da Italiani) dietro ordine del comandante della piazza, per soffocare la nascente rivolta dei cittadini cremonesi. Il memorabile battaglione uscì, ma giunto in Piazza Sant’Agata passò armi e bagagli ai patrioti, facendo con essi causa comune per cacciare gli Austriaci. Pochi giorni dopo, infatti, fu nominato il Governo provvisorio.
lI 2 aprile del 1848, re Carlo Alberto faceva il suo ingresso in città con numerosa truppa dalla strada di Pizzighettone. I Lancieri a cavallo e l’Artiglieria volante dovettero prendere alloggio alla caserma ” Annunciata”, per quanto nessuna notizia lo indichi chiaramente.Nella caserma si alternarono per vari anni truppe di cavalleria. Nel 1875 il Comune di Cremona faceva istanza, al Ministero della Guerra, perché fosse accordato alla città l’onore di ospitare un Reggimento d’Artiglieria.Il 3 giugno 1876 era firmata una convenzione fra Ministero della Guerra ed il Comune di Cremona, con la quale questo s’impegnava, dopo aver eseguito lavori d’ampliamento della caserma stessa, a cederla definitivamente all’Amministrazione Militare.
Il Ministero da parte sua aveva destinato a Cremona un Reggimento d’artiglieria da campagna. L’anno dopo, infatti, il 4° Artiglieria da campagna, comandato dal Colonnello Rizzetti cav. Angelo, era destinato di guarnigione a Cremona. Nell’estate del 1878 la caserma ospitò ben dieci batterie d’artiglieria facenti parte del Il° Corpo d’Armata speciale che, al comando del Generale Ricotti, era dislocato nella zona di Monticelli d’Ongina per le grandi manovre. Altri lavori furono fatti in seguito; fu soppresso il vicolo di Santa Tecla, ampliato il grande cortile attuale e fabbricato sul lato nord il padiglione fino all'ultimo occupato dal 3° Gruppo.
Il 9 aprile 1879 la caserma era pronta nelle linee principali, pressoché uguali a quelle odierne e l’Amministrazione militare ne diveniva l’effettiva proprietaria.Cessata la guerra d’Eritrea, fra le città d’Italia che fecero a gara per ricordare i caduti, vi fu anche a Cremona, che alla guerra stessa aveva dato uno dei scaduti, il Tenente di Artiglieria Marzio Manfredini. Per onorarne la memoria, la città chiese ed ottenne che la caserma d’Artiglieria “Annunciata”, si gloriasse del nome di “Manfredini". La relativa proposta, avanzata poi dalle stesse autorità militari, venne senz’altro accettata dalle Superiori Autorità Centrali e dal 1904 il quartiere fu denominato ”Caserma Manfredini “.
Dalla caserma Manfredini partirono a migliaia, per il fronte, gli artiglieri destinati a vari reggimenti mobilitati. Rientrato a Cremona al termine della guerra, il 4° Artiglieria fu trasformato in 4° Artiglieria Pesante Campale e nel 1926 diveniva 3° Reggimento Artiglieria Pesante Campale. Fu sciolto dopo gli eventi dell’8 settembre1943. Dopo aver ospitato per alcuni anni reparti del Comando della Divisione di fanteria “Legnano” e dell’11° Reggimento Artiglieria “Legnano “, nel 1967 la caserma divenne Sede del distaccamento del 4° Reggimento Artiglieria Missili Controaerei, fino alle ristrutturazione del 1983, quando divenne la sede del Comando 2° Gruppo del 4° Reggimento Artiglieria missili controaerei. Dopo un’ultima ristrutturazione, avvenuta nel 1992 è stata sede del Comando l° Gruppo del 4° Reggimento Artiglieria controaerei. Dal settembre 2011, la caserma è stata dismessa e gli artiglieri concentrati a Mantova.
Ora il nuovo destino a sede universitaria.
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commenti
Marco Turati
23 maggio 2021 08:27
Bello pensare che dove si progettava morte e si addestrava alla violenza, possano invece domani costruirsi cultura, sapere e strumenti di inclusione.
Michele de Crecchio
23 maggio 2021 17:27
L'antico convento dell'Annunciata, divenuto caserma Manfredini, fu "salvato" a suo tempo da un intervento personale dell'allora ministro alla difesa, il senatore Giovanni Spadolini, che, in visita a Cremona, da uomo di cultura quale era, non fece fatica a comprendere il valore storico del complesso e a finanziare rapidamente l'intervento l'intervento.