21 dicembre 2021

Attilio Luigi Superti, quel sindaco socialista di Voltido per un solo anno prima della fuga in Brasile dove fondò il gruppo Matteotti

Ancora una volta non ha resistito “alla curiosità di sapere”. Chi era quel suo lontano predecessore avvolto nel mistero, rimasto in carica per un solo anno, commissariato dalla Prefettura, costretto a nascondersi in soffitta per poi emigrare in Brasile? E così Giorgio Borghetti, sindaco 'foscoliano' di Voltido dal 2019, ingegnere in pensione con l'hobby della pittura, ha condotto un'altra ricerca sulla storia del suo piccolo paese. Il protagonista del nuovo approfondimento è Attilio Luigi Superti, primo cittadino socialista di Voltido dal 1920 al 1921. Un'amministrazione lampo. “Non potevo immaginare una cosa simile”.
 
Borghetti ha una passione per il passato, comprese le sue pagine più dolorose. Ha fatto sistemare i monumenti dei soldati caduti al fronte; pubblicato il carteggio tra sua nonna, Virginia, e il figlio, Nino, portato via a 19 anni, il 15 febbraio 1941, dalla broncopolmonite poche settimane dopo la partenza per il servizio militare; scritto un ponderoso volume sulla Grande guerra; raccolto le biografie di 19 concittadini che non sono tornati dal conflitto 1940-1945; svelato il giallo del soldato ungherese morto, il 4 febbraio 1919, nel municipio di Voltido. Ora quel sindaco per 12 mesi soltanto. “E' stato un lavoro lungo, durato almeno un anno”.
 
Un lavoro condotto unicamente consultando i registri e i faldoni custoditi nell'archivio comunale perché non risultano altri documenti, né in Prefettura né all'Archivio di Stato. Siamo nel periodo del Biennio rosso, un momento turbolento contrassegnato dalla nascita del fascismo. Nelle elezioni del 26 settembre 1920, la lista guidata da Attilio Luigi Superti, contadino, marito di Annunciata Bottini, padre di quattro figli (Carlo Giuseppe, Tranquillo, Giuseppina Clementa, Giordano Cesare), conquista 195 voti e sconfigge di stretta misura lo schieramento avversario. Borghetti ha ricostruito gli ordini del giorno delle sedute di quei consigli comunali. Come quello dell'8 dicembre 1920: sussidio lire 100 alla Lega proletaria per mutilati, invalidi, vedove e genitori dei caduti in guerra. O del 23 gennaio 1921: contributo per scuole serali e festive per adulti analfabeti lire 1.500 e 2.000 lire per il doposcuola alunni. Oppure del successivo 6 marzo: adesione al congresso dei comuni socialisti a Rimini. Si arriva così al consiglio comunale del 10 luglio 1921: approvazione della tassa di famiglia e della tassa di esercizio e rivendita. Secondo Borghetti, “quegli aumenti costituiranno il motivo del commissariamento del Comune”. Vengono presentati molti reclami contro i rincari, le proteste sfociano nella pubblicazione di un manifesto a nome di un Comitato di salute pubblica che invita a non pagare le tasse comunali.
 
L'aria diventa pesante. Superti e la sua giunta, forse ingenuamente, chiedono al prefetto di inviare un commissario con l'incarico di verificare la correttezza del loro provvedimento. Il sindaco e i suoi assessori sono sicuri di veder confermato il proprio operato ma, pochi mesi dopo, la Prefettura risponde commissariando il Comune. “Probabilmente le tasse sono state un pretesto e il commissariamento rientra nella normalizzazione del biennio rosso”, chiosa Borghetti, che continua: “In conseguenza della fine traumatica del mandato, Superti si nasconde per un paio di mesi nella soffitta della sua casa di Recorfano”. E' da supporre che non si sentisse più al sicuro, che avesse paura. “Poco più di un anno dall'elezione, con la famiglia va a Genova e salpa per Rio de Janeiro”.
 
Si apre una nuova pagina, che Borghetti ha ricostruito pazientemente rintracciando i discendenti, residenti in Brasile, di Superti. Da Rio si è spostato a Porto Alegre, dove si è stabilito definitivamente, insieme con altri italiani, e ha fondato il gruppo antifascista Giacomo Matteotti. E' morto nel 1941 e gli è stata dedicata una via. “Questi i fatti, nient'altro che i fatti - conclude Borghetti -. Il destino di Superti era segnato in partenza, come quello di tanti altri sindaci socialisti, e la fine fu anticipata dalla 'solerzia' della Prefettura sulla questione tasse. Il decreto prefettizio fu emesso mentre non c'era nessun prefetto titolare a Cremona, probabilmente da un sottoprefetto. Occorrerà attendere il 1946 perché l'esperienza di Superti possa avere continuità ideale: il 31 marzo di quell'anno la coalizione socialcomunista vincerà le elezioni ed eleggerà sindaco Agostino Cauzzi, rappresentante, con Pietro Lodi, di quello schieramento del 1920”. E così un altro vuoto nella storia di Voltido è stato chiarito. “Cosa mi muove? Più che condurre ricerche sono curioso di sapere le vicende del mio paese. Per il futuro non c'è la sfera di cristallo mentre per il passato si può far rivivere, almeno in parte sulla base dei documenti, quel mondo”. E non è finita qui: “Con la collaborazione di altre persone, sto ridisegnando la questione scuola a Voltido, dal 1861 al 1950”. Non solo: “Un altro argomento interessante è la sanità, che significa anche il colera e la spagnola". Le pandemie di ieri. 
 
Nelle foto, il sindaco Attilio Luigi Superti e la sua famiglia
Gilberto Bazoli


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commenti


michele de crecchio

21 dicembre 2021 17:32

Sarebbe una ottima cosa se tutti gli amministratori locali avessero (o avessero avuto) la stessa attenzione per la storia del proprio paese. Viceversa quanti preziosi documenti e quante preziose memorie sono andate. in molti comuni, nel tempo perdute, distrutte o rubate!

Fiorenza

22 dicembre 2021 09:59

bellissimo. interessantissimo! grande Sindaco di un piccolo Comune. Far rivivere il passato. senza memoria non c'è futuro. Purtroppo oggi è diffusa la sindrome di Nerone: bruciare Roma per riscrivere la storia a proprio piacere ......

Ricardo Superti

31 dicembre 2021 16:22

Grazie mille per questo articolo. Um bellissimo omaggio al mio bisnonno. Del Brasile!