Burattini in cascina, ecco le date. Un mondo magico e una tradizione del fiume
Le storiche cascine della pianura cremonese spalancano le loro porte per ospitare quattro serate all’insegna della cultura, della tradizione e della gastronomia. Quello del teatro è un settore che, come tanti altri, ha purtroppo subito un colpo durissimo dalla pandemia.
Ma la nostra è gente abituata a rimboccarsi le maniche di fronte alle difficoltà e a guardare avanti anche nei momenti più complessi. Succede così anche per il teatro, per la cultura e per coloro che, in diversi modi e a vario titolo, campano dando vita a spettacoli, eventi e manifestazioni.
Nelle terre del Po torna il magico mondo dei burattini, autentici protagonisti e simboli dello straordinario bagaglio culturale italiano. Del resto gli spettacoli con marionette e burattini in Italia vantano una tradizione plurisecolare e una tale ricchezza di linguaggi da non avere paragoni. La presenza del teatro di animazione e dei burattini è addirittura documentata già nell’antica Grecia, all’epoca della Repubblica di Platone. I primi spettacoli di burattinai itineranti, realizzati in occasione di fiere e mercati di tutto il continente, risalgono ai decenni successivi alla caduta dell’Impero romano. Poco si conosce del periodo medievale: solo pochi codici miniati documentano la presenza delle “teste di legno” e nel periodo della controriforma, come i marionettisti, anche i burattinai furono costretti a lasciare l’Italia e a trasferirsi con i loro spettacoli nel resto dell’Europa. All’avvento della Commedia dell’Arte corrisponde una rinascita del teatro di animazione che, a volte, anticipa quello d’attore presentando in anteprima al pubblico maschere come Arlecchino, Brighella, Pantalone, Pulcinella. In età napoleonica cominciano a distinguersi le tre fondamentali tradizioni italiane: quella modenese con Sandrone, quella bolognese con Fagiolino e quella bergamasca con Gioppino alle quali in seguito si affianca quella napoletana con Pulcinella. L’Ottocento segna il periodo di maggiore diffusione dello spettacolo dei burattini: molte le rappresentazioni in repertorio e le compagnie, grandi e piccole, che raggiungono anche i più piccoli centri abitati dove tengono vere e proprie rassegne teatrali. Oggi, dopo l’ultima crisi di metà Novecento, il mestiere del burattinaio sta recuperando il suo posto nel panorama culturale italiano non più come espressione teatrale minore, ma come moderna interpretazione del teatro di figura, con la sua straordinaria gamma di varianti e potenzialità. Un teatro di figura che, per il settimo anno consecutivo, entra direttamente in quelle corti agresti che sono il simbolo della laboriosità lombarda, giacimenti di storia, di fatiche, di gioie e di dolori umani. Forse più teatri dei teatri veri, con palcoscenici suggestivi impreziositi da architetture intrise di storia e di ruralità.
La settima edizione della rassegna “Burattini in Cascina”, organizzata dai Comuni di Sesto ed Uniti, Gerre dè Caprioli, San Daniele Po e Stagno Lombardo in collaborazione con l’associazione culturale Emmeci ed il sostegno di diversi sponsor, in questa particolare edizione merita una nota di merito, riportando il teatro anche nelle nostre campagne, nei nostri borghi fluviali; un nuovo segno di ripresa di cui c’è bisogno. Dopo la data zero di sabato scorso, la rassegna entra nel vivo mercoledì sera, 7 luglio, alla Cascina Bugatti di Gerre dè Caprioli dove Walter Broggini e Oltreteatro presenteranno “Di là dal mare”, mentre mercoledì 14, alla Cascina Soldi di San Daniele Po, Paolo Papparotto sarà protagonista in “Arlecchino e la dolce Marianna”. Si conclude quindi con l’Aprisogni che, mercoledì 21 alla Cascina Rizzi-Villa di Sesto e giovedì 22 alla Cascina Gerre del Pesce di Stagno Lombardo presenterà “Sisto, Miseria e la Creatura 2.0”.
Tutti gli spettacoli, con ingresso gratuito, inizieranno alle 21.30, nella magia delle notti d’estate. Gli interessati potranno prenotarsi e ricevere informazioni contattando lo 037257032. Con la speranza che i burattini, in un tempo non troppo lontano, possano unire le due sponde del fiume, allargando la rassegna ad Emilia e Lombardia per un teatro di figura che spazi dal fiume alle cascine per arrivare alle case coloniche. Ricreando le atmosfere, gli spettacoli e le iniziative che erano tipiche di un’altra rassegna, di non lontana memoria, quella denominata “Il Grande fiume – giorni di festa della gente del Po” che sembra essersi momentaneamente arenata.
Eremita del Po
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