Chiude la Macelleria Ruggeri di Porta Venezia: a fine luglio si abbasseranno le serrande sulla storica attività avviata nel 1946 da Nereo Ruggeri. "Troppi supermercati uccidono il commercio locale"
Un'altra attività storica che chiude a Cremona, in una città che sembra sempre meno interessante per il commercio locale. A fine luglio sarà la Macelleria Ruggeri, tre vetrine su via Dante e una su Piazza Libertà (Porta Venezia) a terminare l'attività. Dopo quasi 80 anni di lavoro e tre generazioni, la saracinesca si abbasserà per sempre sulle vetrine della storica macelleria.
Una storia che risale alla prima metà del secolo scorso, nei primi anni del dopoguerra, quando nell'ottobre del 1946 Nereo Ruggeri, che per qualche ignoto e strano motivo per tutti era “Mario”, aprì la sua macelleria a Porta Venezia, sull'angolo con via Decia (dove oggi c'è la Casa del Materasso); i suoi lo volevano agricoltore, ma Nereo decise di percorrere un'altra strada e la sua bottega aprì. E in poco tempo la 'Macelleria Ruggeri divenne rinomato punto di riferimento per la cura e la qualità della carne offerta, che Nereo stesso si incaricava di andare a cercare ed acquistare fin sulle colline del pavese e del piacentino da quei pochi e fidati allevatori da cui sapeva di trovare il miglior prodotto. Poi Mario sposò la giovane Lina, che lo affiancò in negozio alla cassa; nel 1964 anche il figlio Giancarlo entrò in negozio, a soli 14 anni, guidato dalla passione e dall'esperienza del padre; negli anni il negozio si è trasformato ed è evoluto. Nel 1993 il cambio di sede, passando all'angolo con via Dante, dall'altro lato della piazza, in una cornice più moderna sia come location che come offerta di prodotti: oltre all'ottima carne, un'ampia varietà di prodotti di gastronomia preparati con grande cura e passione, tanto che il negozio è stato citato in varie guide gastronomiche e tra i clienti illustri, di qui è passato anche il Conte Giovanni Nuvoletti, cognato di Gianni Agnelli.
Fino ad oggi l'attività è proseguita con Giancarlo insieme alla moglie Marinella, alle figlie Silvia e Laura ed un paio di “giovani”, Andrea e Roberto, e i clienti storici nel tempo spesso sono diventati anche amici. "Ora però ci troviamo nella condizione di terminare l'attività, un po' perchè ormai mio padre è in pensione, ma soprattutto perchè vediamo che il lavoro tende a calare, le spese aumentano e i margini si fanno sempre pi risicati. Ci spiace davvero, soprattutto per la nostra clientela che ormai fa parte della famiglia. Quella sarà la parte più difficile ma purtroppo ci troviamo in una città che non vuole bene ai suoi esercenti" si confida Silvia Ruggeri.
In che senso? "Nel senso che con tutte le aperture di supermercati e centri commerciali si è molto penalizzato il commercio locale, che non riesce più a sopravvivere".
Un'amara constatazione che spesso viene confermata dagli esercenti che decidono di abbassare la saracinesca.
Ma forse potrebbe esserci uno spiraglio. "Sicuramente terminiamo l'attività a fine luglio. Poi ci prenderemo una pausa, ma non escludiamo che si possa rivalutare qualcosa di diverso per proseguire, per differenziare, chissà.... per ora non abbiamo ancora deciso, ma non escludiamo che si possa provare qualcosa di nuovo".
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commenti
Marco
1 luglio 2025 05:15
Praticamente solo in Cremona ogni quartiere ha un supermercato, se non di più.
Il problema di tutto sta' nel cambiamento dei costumi che ci vengono imposti dalle multinazionali.
Si chiudono le botteghe nelle città Italiane ma siamo entrati nell'era degli acquisti sulle piattaforme digitali e anche i centri commerciali ne soffrono le conseguenze.
Salva Il fatto che siano diventati i nuovi poli d'attrazione potendo disporre di tutte le comodità alle quali non possiamo più rinunciare e che offrono più prodotti per tutte le fasce economiche.
Andare in pizzeria o ristorante per una famiglia è improponibile e forse il cambiamento che porta a rivolgersi alla ristorazione etnica è segno dei tempi.
Si sta' cercando nel tempo di tutelare le retribuzioni dei lavoratori ma i rincari immediati anche speculativi dei costi dei beni di prima necessità e l'aumento delle tasse, uniti a stipendi che portano a chiedere aiuti a Comuni e Regioni per arrivare dignitosamente a fine mese, vanificano il tutto.
Credo che chi dà lavoro debba essere aiutato con più ampi benefici fiscali a fronte però di un aumento degli stipendi del personale altrimenti corriamo il rischio che i consumi reali crollino e la propensione al risparmio cali o venga ridimensionata a causa anche dell'impossibilità di fruire dei servizi per i quali abbiamo forti trattenute in buste paga e pensioni, una per tutti il Sistema Sanitario dove si è costretti il più delle volte a rivolgersi al privato.
Dobbiamo tornare a consumare di meno,a non farci annebbiare il cervello dal consumismo e vivere in modo meno complicato e semplice senza dovere possedere a ogni costo tutto.
Poi per chi ha risorse economiche eo non "percepisce" la realtà fatta di rinunce e incertezza non cambierà nulla.
È un'utopia e stiamo andando a sbattere contro un muro che ridimensionerà anche il sistema degli aiuti a chi è in difficoltà?
Presariog
1 luglio 2025 05:52
Supermercato diffuso sarebbe da sperimentare.
Chicca
1 luglio 2025 07:22
Macelleria eccezionale senza dubbio ma io da pensionata quale sono non mi posso permettere di acquistare in questo negozio perchè prezzi alle stelle! Non metto in dubbio la qualità eccellente!