Corso Vittorio Emanuele, un deserto commerciale. Chiuso anche il negozio di lane e a fine mese addio a OVS
Un deserto commerciale. Corso Vittorio Emanuele, la strada che porta nel cuore di Cremona e un tempo cuore pulsante della città, ha visto spegnersi una a una tutte le sue vetrine. L'ultima è quella del negozio di lane e filati “Filo d'Arianna”che ha chiuso i battenti nei giorni scorsi, seguendo l'esempio della vicina Cafetera che ha svuotato il suo bar degustazione a gennaio dopo oltre 40anni di attività con la famiglia Lorenzini. Sul piccolo piazzale resta solo “Lo Spiedo”, polleria rosticceria. Ed entro la fine mese sarà anche la volta dell'OVS che lascerà tutti gli spazi e le sue otto vetrine sul corso. Standa, Coin, Pittarello, Profumeria Limoni in questi anni se ne sono andati tutti da quell'ampio spazio su due piani. Un disastro la cui causa non è solo la pandemia ma anche lo svuotamento di interesse per il centro sempre più asfittico e per l'enorme offerta periferica di supermercati e centri commerciali. A rendere ancora più triste questa parte del corso che porta in piazza Stradivari anche lo stabile abbandonato dell'ex Banca d'Italia la cui asta è andata sempre deserta. Perdipiù, di sera, il porticato della Banca d'Italia è spento e quindi buio e posto da cui tenersi alla larga, sporco e abbandonato. Nonostante il Comune sia titolare di una servitù di passaggio non fa nulla per illuminare e per pulire questo spazio.
La lunga strada che parte da piazza Stradivari e arriva fino a Piazza Cadorna (Porta Po per i cremonesi). Sulla destra un tempo c'erano tanti negozi (tra cui la mitica gelateria “Contessa Panna”) poi sostituiti dalla Banca d'Italia (purtroppo un colosso abbandonato), Palazzo della Prefettura, Palazzo degli Uffici Governativi. Ma è sulla parte opposta che la crisi ha spento tante vetrine.
Nei mesi scorsi ha chiuso il bar panetteria “Val Val” (in cui potrebbe spostarsi un'altra attività commerciale del corso) e lo storico bar “Mi & Mi” situato all'angolo con il passaggio in via Ala Ponzone e un tempo punto di ritrovo per caffè, colazioni o aperitivi degli impiegati dei tanti uffici in centro. Ad aprirlo era stato il mitico Pierino che aveva dato il suo nome al bar-tabaccheria, poi staccatasi in un negozio a fianco e tutt'ora aperta.
Proseguendo su corso Vittorio Emanuele la crisi è palpabile dal Teatro Ponchielli chiuso ormai da mesi (con il personale in cassa integrazione) poi, dopo via Cesari, il negozio vuoto della “Falegnameria Anselmi” e quello ormai chiuso (angolo via Porta Po Vecchia dove ha chiuso anche il ristorante “La Bottiglieria”) con la “Casa del Formaggio Stradivari”.
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commenti
Enio
11 aprile 2021 15:54
Già fanno fatica se poi diamo informazioni false ...
La bottiglieria è aperta con cambio gestione...