23 aprile 2021

Cremona, la Babele delle luci: non c'è un progetto uniforme, crescono i modelli (brutti) e con questi disordine e sciatteria

Ce n’è veramente per tutti i gusti. Dal lampione falso ottocentesco dove i led hanno sostituito l’illuminazione a gas, allo pseudolampione a luce bianca, dai globi luminosi in stile “febbre del sabato sera”, alle placchette in plastica ultraeconomiche da “elettrauto”, ai dischi volanti appesi in lunghe file nel bel mezzo delle strade. Davvero l’illuminazione pubblica non è il pezzo forte dell’arredo urbano cremonese. E se già l’incoerenza è stata un costante per lunghi anni, ora, con l’introduzione dei led e la riqualificazione illuminotecnica affidata a Citelum le cose si complicano.

E’ una strana flora urbana quella nata nello stesso centro monumentale, dove convivono, come in una giungla, le tipologie più differenti, ma senza integrarsi le une alle altre. L’impressione è quella di un generale disordine e di una insopportabile sciatteria. Nel solo cortile Federico II del palazzo comunale, ad esempio, troviamo tre diverse tipologie di lampade: classici lampioni monumentali appesi alle volte dei portici, affiancati a improbabili mensole biancastre, ognuna sormontata e inzaccherata dal proprio nido di piccioni e, alle pareti del cortile, altri sostegni neri. In via Solferino, il salotto buono di Cremona, classici lampioni ottocenteschi convivono, nella stessa strada, con assurde mensole incastonate sulle facciate delle case; in piazza Roma due sono le tipologie di pali di sostegno, entrambi fuori contesto: la prima, con i classici globi, risale al progetto di riqualificazione dei giardini pubblici di inizio nuovo millennio, l’altra dovrebbe essere la nuova tipologia meno impattante. Una mostruosa creatura a due bracci.

D’altronde, cosa è rimasto, ad oltre vent’anni di distanza, dell’illuminazione da parata di piazza del duomo progettata da Roland Jeol, ora che le nuove disposizioni sull’inquinamento luminoso impongono l’eliminazione delle luci provenienti dal basso? O delle isole luminose progettate a suo tempo da David Palterer per il rifacimento di corso Garibaldi, destinate a movimentare le quinte architettoniche della via e la piazza di S. Agata? La riqualificazione dell’illuminazione del centro storico non è certo un tema di facile attuazione. Finora l'unico criterio che ha ispirato le scelte dell'Amministrazione comunale sull'illuminazione pubblica è stato il risparmio energetico, quindi luci a led ovunque. Ma, se è vero che i led fanno risparmiare, contribuiscono però a far perdere l'identità alle città rendendole tutte uguali, togliendo alle città antiche come la nostra quella magia che rende tipici gli angoli, le pietre, il vicolo.


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commenti


Gualtiero Nicolini

23 aprile 2021 13:59

Ma c'è qualcosa di positivo in questa amministrazione ?