13 maggio 2025

CremonaJazz alza il sipario per il decennale, Al Di Meola la omaggia con due ore di musica fantasmagorica

Dieci anni e non sentirli. CremonaJazz ha così alzato il sipario, per la decima volta, nella sua sede naturale che è l’Auditorium Giovanni Arvedi del Museo del Violino, per l’occasione quasi sold out. Compleanno non poteva essere più fantasmagorico vista la presenza di una icona della musica jazzista che risponde al nome di Al Di Meola. Chitarrista considerato da sempre nell’empireo della musica fusion è stato accompagnato, in questa magica serata inaugurale, dal "Acoustic Trio" con Peo Alfonsi (chitarra) e Sergio Martinez (percussioni). Sono state due ore intese di musica. Dove la tecnica delle due chitarre acustiche ha regnato incontrastata. Ma questo era nell’ordine naturale del concerto considerata la caratura di Al Di Meola.

Quello che invece ha ancor di più entusiasmato sono stati tutti i piccoli e grandi risvolti musicali di quanto scrive e di quanto suona il musicista. Stile inconfondibile e non solo perché la sua ‘fusion’ è una tavolozza infinita di colori, di declinazioni ma perché li sa unire con una capacità musicale che, spesso, lascia incantati. Stupefatti di come riesca a unire stili qualche volta agli antipodi. E lo fa con una naturalezza perfino sconcertante. 

Si innalza in passaggi lirici che sembrano rincorrere le melanconie di Astor Piazzola, che pure ha trovato spazio in un programma praticamente composto solo da suoi lavori. Li modifica. Li muta in virtuosismi da capogiro. Ne evidenza i sapori vagamente mediterranei, non dimenticando, nello stesso tempo, le suggestioni tutte latine. 

Si fa accompagnare da una ritmica: lieve. Sussurrata. Una sorta di soffio, di battito cardiaco della musica che ne costituisce comunque la vita. E anch’essa finemente spalmata in mille sfumature. E in altrettanti colori. In una varietà, non solo di ritmi, ma e soprattutto di varietà timbriche. Nulla è lasciato al caso, nonostante l’apparenza sia di una naturalezza sorprendente, quasi da far invidia. 

Grande, e tale non poteva non essere, anche la prova d’assieme con gli altri due musicisti Peo Alfonsi e Sergio Martinez. Entrambi capaci di sentire non soltanto le note di Di Meola, ma di percepirne l’intensità espressiva. La capacità, estremamente naturale, di variare. Di cambiare. Di mutare come la mente e il cuore ispira in quel momento. In grado di accondiscendere alle armonie raffinate, non banali. Mai repliche di uno stile jazzistico che, solo in parte, gli appartiene. Attenti ad assecondare quei ritmi travolgenti che spuntano improvvisi e inaspettati dopo passaggi terribilmente romantici e lirici.  e ai ritmi travolgenti. 

Al termine pubblico in piedi a sancire il trionfo per questo artista così eclettico. Così piacevole. Il compleanno è partito con il piede giusto.  

La rassegna è promossa dal Museo del Violino e Unomedia con il sostegno di Fondazione Arvedi Buschini e Mdv friends. La direzione artistica è, come sempre affidata all’ingegno di Roberto Codazzi.

Prossimo appuntamento lunedì 19 maggio con Ana Carla Maza, energetica violoncellista e cantante cubana.

Le fotografie sono di Salvo Liuzzi

Roberto Fiorentini


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti