18 febbraio 2022

Dopo gli stormi di gru, altro spettacolo sugli spiaggioni del Po: è il passaggio migratorio delle cicogne nere

Le terre del Grande fiume “baciate” ed impreziosite dalle cicogne. Dopo il recente, e ripetuto, volo delle cicogne bianche intorno a quello straordinario luogo di fede, storia e cultura che è la chiesa di San Sigismondo, stavolta sono arrivate le ben più rare cicogne nere che, in questi giorni, durante la loro migrazione, si sono fermate nelle terre del Po, tra il Parmense ed il Cremonese.

Uno spettacolo eccezionale, che una volta in più è andato a dare conferma di quelle meraviglie naturali e di quelle peculiarità ambientali che impreziosiscono le terre della Riserva Mab Unesco  PoGrande. Al fine di lasciarle tranquille e di non creare occasioni di disturbo, non si svela la località in cui sono state viste ed in cui si sono fermate. Basti il fatto che hanno scelto la golena del Po, tra il Parmense ed il Cremonese, appunto. Chi scrive queste righe ha avuto la fortuna ed il privilegio di immortalarne quattro, tutte in una volta. Non sono ovviamente mancati coloro che si sono precipitati a chiedermi dove si trovano. Mi dispiace ma non do a nessuno alcuna indicazione. Non è per cattiveria, non è per prepotenza, non è nemmeno una forma di sciocca gelosia. Semplicemente vanno lasciate in pace e non hanno bisogno di frotte di curiosi e di fotoamatori che si riversino, magari nel fine settimana, a dare fastidio.

Qualche giorno prima, in due diverse occasioni, nella stessa zona, mi sono ritrovato, sopra la testa, il volo spettacolare di stormi di gru, anche loro in migrazione (forse un po’ anticipata rispetto al solito, ma la natura sa sempre offrire sorprese) mentre ero in cammino, come sempre, tra pioppeti, golene, carraie e spiaggioni. E’ così che le terre del fiume, sulla riva di qua o su quella di là, e non importa quindi che sia cremonese, piacentina o parmense, vanno vissute e conosciute. In silenzio, in cammino, senza disturbare. Portatevi un binocolo e, se potete, una discreta macchina fotografica e le sorprese, paesaggistiche e naturalistiche non mancheranno. Vi capiterà di trovarvi di fronte la cicogna bianca piuttosto che quella nera, l’airone cenerino piuttosto che il bianco maggiore, la poiana piuttosto che la civetta o il barbagianni. Osservate anche le creature più piccole, dai colori e dai canti meravigliosi, come il fringuello o la capinera, il pettirosso o il piro piro , la cinciarella o lo scricciolo. Lungo i boschi o le stradine di campagna, con un po’ di fortuna (ma per averla occorre innanzitutto stare in rigoroso e religioso silenzio) vi potrà poi capitare di osservare la corsa del capriolo o del cinghiale, dello sciacallo dorato o del lupo. Non abbiatene paura: non fanno nulla e sono loro ad avere (giustamente) paura di voi. Soprattutto non pensate alla leggenda (perché tale è) del lupo cattivo. La celeberrima favola di “Cappuccetto Rosso” ha fatto danni, purtroppo, perché troppo spesso non è stata capita nel suo vero significato. Il lupo è un animale diffidentissimo e non ha ragione alcuna per avvicinarsi all’uomo, men che meno con intenzioni predatorie. Tornando alle “nostre” cicogne nere, come già anticipato, si tratta una specie particolarmente rara. Due anni fa, ed è stato il primo caso in Italia, hanno nidificato al Centro cicogne di Racconigi, nella pianura cuneese. Per quanto riguarda le caratteristiche di questo volatile, come si può leggere sul sito uccellidaproteggere.it   si tratta di un “uccello dalle dimensioni notevoli: solo leggermente più piccola della “cugina” Cicogna bianca, può raggiungere i 3 kg di peso, per una lunghezza di poco inferiore al m e un’apertura alare in grado di raggiungere anche i 200 cm. Risaltano le lunghissime zampe rosse, e rosso anche è il becco, e il contorno degli occhi. Nero è invece il piumaggio, contrastato da sfumature più chiare sul ventre, dove spiccano alcune piume biancastre.  Rarissima in tutta Europa, la Cicogna nera è ancor più rara in Italia, dove nidifica stabilmente solo da poco più di 15 anni. Pochissime, peraltro, le coppie censite, principalmente concentrate in Piemonte, mentre più di recente sono state accertate nidificazioni anche più a sud, tra Lazio, Basilicata e Calabria. Specie prevalentemente forestale, la Cicogna nera predilige boschi maturi e poco disturbati, con ampia presenza di corsi d’acqua, stagni, paludi, praterie umide. Una specie dalle esigenze ecologiche particolarmente complesse, dunque, che necessità di grandi alberi – e occasionalmente pareti rocciose – per nidificare, e allo stesso tempo di vasti ambienti umidi in cui procacciarsi il cibo, costituito prevalentemente da pesci, anfibi e rettili. A parte il modestissimo contingente italiano, la specie è presente – con una distribuzione comunque limitata – nell’Europa occidentale, e segnatamente nelle porzioni centrali e orientali della regione iberica, che ospitano le popolazioni più importanti. In Europa centro-orientale la Cicogna nera si comporta come migratore, mentre le popolazioni spagnole denotano un comportamento più sedentario. L’Italia, che per molti individui rappresenta solo un luogo di passaggio per raggiungere i quartieri di svernamento, vede negli ultimi anni una presenza sempre più consistente di individui svernanti”.

 

Eremita del Po

 

Paolo Panni


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commenti


M.Antonietta Miglioli

19 febbraio 2022 07:50

Nei campi di fronte alla discarica di Cremona ogni giorno si possono vedere molti ma proprio molti ibis sacro...bellissimi