Elefanti, bisonti, cervi giganti e leoni: al museo di San Daniele "I fossili della magra 2022" ricostruiscono la straordinaria storia della pianura
Ad accogliere il visitatore nel nuovo allestimento del museo paleontoantropologico del Po di San Daniele, integrato dai fossili rinvenuti nella straordinaria magra del 2022, è la gigantesca ricostruzione a grandezza naturale della parte anteriore di un megacero, il cervo gigante che con bisonti e mammut era uno degli abitatori più frequenti dall’antica pianura padana. Il cranio di femmina esposto è uno dei reperti più rari di questa specie in Italia: un cervo che misurava quasi due metri di altezza al garrese, con impalcati che superavano i 3,5 metri. Ma non è l’unica sorpresa di questo nuovo museo che non mancherà di stupire i visitatori a partire da domenica prossima, quando alle 15 avverrà l’inaugurazione con “I fossili della magra 2022”. Per la gioia dei paleontologi, ma anche dei bambini, vi è anche il cranio di un rinoceronte di Merck, ritrovato incredibilmente completo a Spinadesco, che ne fa il fossile più grande d’Europa, a cui si sono aggiunti due frammenti di mandibola emersi dalla magra del 2022. E che dire del gigantesco femore, lungo oltre 140 centimetri, di un elefante dalle zanne dritte, il più grande fossile mai ritrovato nei sedimenti del grande fiume, a cui si sono altre ossa post craniali e altri frammenti di zanne? La grande siccità del 2022 ha permesso di ricostruire la storia della Pianura Padana. Scopriamo così che i fossili delle alluvioni del Po sono i resti di animali che appartengono a specie vissute in almeno tre fasi climatiche diverse. Durante la sua storia, infatti, la pianura Padana ha avuto una evoluzione caratterizzata da cambiamenti climatici.
In particolare i fossili delle alluvioni documentano una prima fase climatica interglaciale calda, caratterizzata da un clima simile a quello centro africano attuale; una seconda fase clinica glaciale, simile a quella nord statica ed una fase temperata, quelle che stiano vivendo attualmente e sta rapidamente evolvendo con un riscaldamento climatico causato dall’uomo. Dunque sono documentate specie che non sopportano forti variazioni climatiche, come ad esempio il mammut, esclusivo del clima glaciale, ed altre, invece, che si adattano ad ogni clima, come il leopardo. Ma vi sono anche i bisonti delle steppe, che abitavano le steppe aride e fredde dei momenti glaciali e si spostavano attraverso la pianura. La magra del 2022 ha permesso di ritrovare sei crani, qui esposti, che costruiscono la prima mandria fossile della Pianura Padana. Ha attraversato invece le ere glaciali il leone delle caverne: una sua mandibola è stata ritrovata per la prima volta nel 2017 nei pressi di Cremona, e la magra del 2022 ha permesso di aggiungervi la parte prossimale di un femore. I fossili emersi recentemente grazie alla magra eccezionale del grande fiume, hanno permesso di aggiungere nuovi tasselli per integrare il quadro di questa straordinaria storia evolutiva della pianura, ricostruendo in qualche modo la casa di Paùs, Il neandertal protagonista indiscusso della sala più affascinante del nuovo museo di San Daniele, affiancato qui dai suoi animali: il rinoceronte, il leopardo del Po, l’orso bruno e il bisonte, il mammut, il cervo, l’alce ed il megacero. Ma il lavoro non è ultimato: il museo Paleontrapologico di San Daniele Po è, per sua natura, una raccolta in costante divenire, destinata ad alimentarsi ed incrementarsi grazie alla vicinanza ed alle bizzarrie del grande fiume, che scorre poco lontano. Un museo diremmo “a chilometro zero”, nel luogo stesso che lo alimenta costantemente e che dal 1998, quando fu fondato dal Gruppo Nauralistico Paleontofilo e dal Comune di San Daniele, ne fa una realtà unica di questo genere nella Pianura Padana.
foto di Gianpaolo Guarneri-Studio B12
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