Entro la prossima estate via ai lavori di messa in sicurezza a carico del ponte Verdi tra Cremona e Parma: stamattina il sopralluogo
Inizieranno nell’estate 2023, quindi tra oltre un anno, ma quel grande “malato” che è il ponte sul Po “Giuseppe Verdi” che unisce Lombardia ed Emilia, province di Parma e Cremona nel tratto compreso tra San Daniele Po, Roccabianca e Polesine Zibello, sarà al centro di nuovi ed importanti lavori. Questo grazie al finanziamento da 20milioni di euro, elargito con finanziamento ministeriale dal precedente Governo, nell’ambito dei fondi destinati ai ponti del bacino del Po. La complessa progettazione è stata illustrata nel corso di un sopralluogo che si è svolto questa mattina alla presenza dei vertici della Provincia di Parma (ente appaltante), vale a dire il presidente della provincia Andrea Massari (sindaco di Fidenza) e il delegato alla viabilità Giovanni Bertocchi. Presenti anche i progettisti, Gianpaolo Monteverdi ed Elisa Botta e i sindaci Massimo Spigaroli di Polesine Zibello e Alessandro Gattara di Roccabianca. Quest’ultimo intervenuto col vicesindaco Luigi Dalpasso, l’assessore Alberto Bini e il consigliere comunale Andrea Magni. Il ponte, le cui vicende sono da tempo seguite, con attenzione, e con i fatti, dal senatore cremonese Luciano Pizzetti, sarà oggetto di un ulteriore intervento di ristrutturazione che prevede, tra l’altro, il rinforzo delle pile.
Sono stati effettuati studi approfonditi, tra cui esami idraulici e geotecnici, con prove sul campo, che hanno richiesto tempi lunghi. Gli interventi saranno di particolare difficoltà visto che si lavorerà in alveo, operando sulle pile in acqua e, per allontanare l’acqua dalle fondazioni sarà utilizzato un sistema di “palancole” molto lunghe, delle specie di pareti di metallo che creeranno un basamento intorno alle pile stesse, per tenere la pressione dell’acqua. Il lavoro di rinforzo delle pile dovrà essere eseguito molto in fretta approfittando della massima magra del Po. Inoltre dovrà anche essere risolto il problema della impermeabilizzazione dell’impalcato, che è stata, come noto, una delle cause dei problemi attuali del viadotto. Infine previsto il rifacimento dei guard rail e la sistemazione dei marciapiedi di servizio. La possibilità di realizzare, come si era ipotizzato nei mesi scorsi, un nuovo tratto di ponte nella parte il alveo, al momento resta un sogno perché servirebbero ulteriori fondi, che al momento sono un “miraggio”.
La progettazione sta per concludersi, dopodiché ci sarà la fase dei pareri e infine l’inizio dei lavori, previsto appunto per l’estate del prossimo anno.
Andrea Massari, presidente della Provincia di Parma, ha ribadito, del ponte, l’importanza strategica “per il traffico tra Emilia e Lombardia, soprattutto di merci” ed ha evidenziato che “La Provincia persegue l’obiettivo della messa in sicurezza di tutti i ponti del proprio territorio, per cui sono indispensabili i finanziamenti statali, ma sono anche importanti la professionalità, l’imegno e la dedizione dei nostri uffici”.
Massari ha anche ricordato il suo recente intervento, insieme al Presidente della Provincia di Cremona Paolo Mirko Signoroni per conto dell’ Unione Province d’Italia, in audizione alla Commissione ambiente della Camera dei deputati. In quella occasione, a metà gennaio, si è parlato di risoluzioni riguardanti gli investimenti per la messa in sicurezza dei ponti e viadotti del bacino del Po. Massari, già in quella occasione, ha sottolineato il grande impegno che il Governo, e il Ministro Giovannini in particolare, e il Parlamento hanno impresso per avviare un'opera complessa di messa in sicurezza e modernizzazione dei 30.000 ponti in gestione alle Province.
Ha ribadito anche che occorre prevedere nuove disponibilità, proprio a partire dai Ponti del bacino del Po, che sono indubbiamente strategici. Per i soli ponti gestiti dalle Province restano infatti da finanziare 126 progetti, di cui 117 riferiti a ponti con degrado strutturale alto, per un fabbisogno di circa 130 milioni.
“Per questo considero estremamente positive le risoluzioni su cui oggi siamo chiamati a dare indicazioni – ha affermato in quella occasione Massari - perché evidenziano chiaramente quanto su questo tema sia forte e generalizzata la preoccupazione e la volontà del Parlamento di garantire alle comunità e ai territori il diritto ad una mobilità efficiente e sicura".
I rappresentanti delle Province hanno anche evidenziato che, nonostante le pesanti criticità causate dalla situazione di emergenza pandemica, gli investimenti avviati grazie ai fondi a disposizione dal 2019 ad oggi stanno procedendo speditamente. Da una prima ricognizione effettuata tra le Province il quadro generale mostra una forte spinta degli enti alla realizzazione degli impegni assegnati. Ciò a dimostrazione che la fiducia che Governo e Parlamento stanno riponendo nell'assegnare alle Province importanti risorse per investimenti è giustamente indirizzata e deve proseguire sia rispetto alla messa in sicurezza di nuovi ponti nel Bacino del Po, come indicato dalle risoluzioni, che si condividono, sia rispetto a pari interventi su tutto il territorio.
I rappresentati Upi, durante l’audizione hanno poi evidenziato che la programmazione degli investimenti per l'infrastrutturazione, a partire dalla viabilità e dalla costruzione di nuovi ponti, non può prescindere da un attento confronto con il territorio.
Occorre dunque che sulla programmazione delle opere si aprano sui territori tavoli di confronto tra Governo, Regioni e Province. Necessità quanto mai attuale.
Infine, per quanto riguarda un tema di sicuro interesse per tutti i lettori: per almeno un anno e mezzo, se non due, resteranno in vigore sia la limitazioni di peso che, soprattutto, il senso unico alternato nel tratto in alveo del viadotto, con limite di velocità a 30 km/h e autovelox fisso in funzione.
Senso unico alternato e limitazioni saranno tolti (si spera) solo a ristrutturazione completa eseguita.
Con la speranza che, infine, che aumentino i controlli anche nella parte sottostante del viadotto per evitare il continuo ripetersi di gesti di inciviltà, su tutti l’abbandono dei rifiuti.
Eremita del Po
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commenti
Roberto Regonelli
23 febbraio 2022 15:32
Alla buon'ora!