26 febbraio 2025

Fondazione Arvedi Buschini affida il violino Misha Piastro 1739c. di Carlo Bergonzi al Museo del Violino

Fondazione Arvedi Buschini affida al Museo del Violino - del quale ha resa possibile l'apertura nel 2013 finanziando l'intervento di restauro e riqualificazione funzionale di Palazzo dell'Arte - e alla città di Cremona il violino Misha Piastro 1739c. di Carlo Bergonzi. Le collezioni del Museo sono peraltro illuminate da altri due capolavori prestati dalla Fondazione Arvedi Buschini: i violini di Andrea Guarneri (1659) e Francesco Rugeri (1680 c.), entrambi capostipiti di importanti famiglie di liutai. 

Il Misha Piastro è stato presentato ufficialmente oggi, in Auditorium Giovanni Arvedi, con interventi di Andrea VirgilioMario Arvedi CaldonazzoVirginia VillaRiccardo AngeloniFausto Cacciatori e Carlo Chiesa. Un breve recital solistico di Edoardo Zosi ha permesso di apprezzare l'eccellente qualità timbrica. Sarà possibile ammirarlo da domani. 

Già esposto a Cremona nel 2010 in occasione della prima mostra monografica su Bergonzi, il violino torna come prezioso punto di riferimento stilistico a disposizione dei liutai della città, e come tramite, per il pubblico generale del Museo, per tracciare con continuità la storia degli ultimi anni della stagione aurea della liuteria cremonese.

Carlo Bergonzi, infatti, è certamente da annoverare tra i massimi liutai della scuola classica. Solo la  carriera relativamente breve e l'esiguità della produzione ne hanno limitato la conoscenza presso il vasto pubblico, ma la qualità del suo lavoro e il contributo tecnico e stilistico lo elevano ai livelli degli Amati, Stradivari, Guarneri e Rugeri.

"L'ingresso nelle collezioni del violino Misha Piastro 1739c. di Carlo Bergonzi, grazie alla Fondazione Arvedi Buschini, - osserva Andrea Virgilio nella doppia veste di sindaco e presidente del Museo -  rappresenta un evento di grande valore per Cremona e il Museo del Violino. Questo capolavoro della liuteria cremonese torna nella sua città natale, arricchendo le collezioni museali e offrendo un riferimento fondamentale per liutai e studiosi.

Carlo Bergonzi, erede della grande tradizione di Stradivari e Guarneri, ha segnato un capitolo importante nella storia della liuteria, e questo strumento ne è una testimonianza preziosa. Grazie a questa acquisizione, il legame tra il passato e il futuro della liuteria cremonese si rafforza, ispirando le nuove generazioni di artigiani. Ringrazio la Fondazione Arvedi Buschini per il costante impegno nella valorizzazione del nostro patrimonio e invito tutti a scoprire questo straordinario violino, che da oggi diventa parte integrante della nostra storia e identità".

Il Misha Piastro risale alla parte finale del decennio di massima produttività del Maestro. A quel punto il primogenito di Carlo, Michele Angelo, è già attivo nella bottega paterna. Il violino si presenta in buono stato di conservazione, con ancora in buona parte presente la sua attraente vernice rosso-arancio.

Le prime notizie dello strumento risalgono al 1933, quando viene sottoposto all'attenzione della ditta W.E. Hill & Sons di Londra. Qui, in assenza della testa originale, viene completato con una scolpita da Giuseppe Guarneri Filius Andreae. Nel 1938, è venduto alla Rudolph Wurlitzer Company di New York. Acquistato da John T. Pratt, è affidato e, in seguito, donato al musicista russo Misha Piastro (1891-1970), ingaggiato da Arturo Toscanini come concertmaster della New York Philarmonic. Dopo la morte di Piastro lo strumento viene dapprima ceduto al collezionista milanese Paolo Peterlongo, quindi passa alla Fondazione Pro Canale. Nel 2024 è acquistato dalla Fondazione Arvedi Buschini.

Con Carlo Bergonzi si conclude il periodo più fulgido della scuola classica cremonese. La sua nascita, nel 1683, coincide con uno dei momenti più felici dell'arte liutaria cittadina. Fino a pochi anni prima la produzione di violini era saldamente controllata dalla famiglia Amati ma, da un paio di decenni, si erano aggiunti loro, tra gli altri, i Guarneri, i Rugeri, Antonio Stradivari e i suoi figli. Carlo Bergonzi non è figlio di un liutaio. Suo padre Michele è un panettiere, proprietario di una grande casa con forno nella parrocchia di Sant'Agata. I numerosi contatti tra la famiglia Bergonzi e i Rugeri, sviluppatisi in seno alla vita quotidiana della parrocchia di San Silvestro e proseguiti in quella di San Luca, suggeriscono che Carlo abbia appreso il mestiere da Vincenzo Rugeri, terzo figlio di Francesco, che nei primi anni del Settecento produce un notevole numero di strumenti ma non è coadiuvato da alcun figlio.

Carlo Bergonzi presta poi servizio in altre botteghe della città, tra cui probabilmente quella di Stradivari, di cui Bergonzi è di fatto il continuatore: dopo la morte di Antonio e dei suoi due figli liutai, Bergonzi si trasferisce con la famiglia nella casa degli Stradivari, entrando in possesso di strumenti da completare e del corredo di attrezzi, forme, modelli e disegni della bottega. Questi reperti sono venduti, nel 1775, al conte Cozio di Salabue, e sono oggi perlopiù conservati al Museo del Violino. Ora l'esposizione del Misha Piastro riannoda i fili della storia e dà nuova forza alla narrazione di un "saper fare" unico al mondo.

 


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