18 luglio 2021

Formaggi d'Italia è già nella Gioielleria Poli. Straordinario recupero delle scritte e degli arredi: il negozio ha mantenuto il fascino antico

"Siamo giunti al dunque, Formaggi d'Italia si è trasferito nell'ex Gioielleria Poli. Saremo splendidi splendenti con il valore aggiunto di due negozi storici". Un foglio scritto a pennarello sulla vetrata del negozio di Formaggi d'Italia, fa girare lo sguardo pochi metri avanti, in via Mercatello 14. Il negozio da ieri si è trasferito nei locali storici dell'ex Gioielleria Poli. Un trasloco che ha mantenuto, con buon gusto e senso estetico, la stessa eleganza liberty della vecchia gioielleria sia nella vetrina che nella scritta. "Vini, Formaggi d'Italia" si legge adesso ma appena sotto è rimasto anche il nome di P.V.Poli. Tutto con la stessa font originale.

La proprietà dell'immobile (Diletta Poli e Alberto De Micheli) ha curato il restyling della scritta e della splendida vetrina. D'altra parte il negozio ha oltre duecento anni di storia e Poli è un nome conosciuto in tutta Italia per la qualità soprattutto dell'argenteria. Gli ultimi gestori del negozio erano la terza generazione di una famiglia di orefici e argentieri che avviò l’attività nel 1804  quando un decreto napoleonico obbligò tutti gli esercenti della zona al deposito del marchio, il cosiddetto “punzone” (quello del negozio, riportava un pesce). Se ne occupò un certo Pedroni, che i documenti dell’epoca definiscono “lavorante della Fabbriceria del Duomo, legnamaro (artigiano del legno) ed argentiere". Gli successe Luigi Guarneri, che svolse commissioni per conto del Comune, in occasione della premiazioni pubbliche anche di nobili, mentre Palmiro Virginio Poli, nonno di Diletta, ultima titolare, rilevò l’attività all’inizio del Novecento. Con l’acquisizione della ditta Luigi Guarneri succeduto a Pedroni (inizio secolo XX) avviene la graduale trasformazione e specializzazione in gioielleria e la nuova insegna della ditta risulta “Ditta L. Guarneri successore a Pedroni di P.V. Poli, orefice e gioiellerie in contrada Mercatelli”. Ricordiamo che una “vicinia Mercatelli” è ricordata negli antichi libri fin dal 1252 ed era così denominata perchè vi si esercitava il mercato e perchè numerose erano le botteghe. Più numerose, però, dovevano essere quelle dei ferramenta e dei fabbri se, nel 1751, nel volume di Estimo troviamo che la via figura come contrada Mercatello de’ Ferrari (cioè dei fabbri ferrai) e così anche nel Comparto del 1788. 

Guarneri era il gioielliere della borghesia e della nobiltà cremonese. P.V. Poli orafo e argentiere, specializzato nelle catene d'oro ed aveva un laboratorio con ben 18 lavoranti. A lui si deve il restauro della Grande Croce del Duomo (3 metri di altezza per 500 chili di peso).

La facciata esterna dell’edificio di via Mercatello 14, con struttura in ferro battuto, è il risultato dell’intervento effettuato nel periodo 1910-1915 sulla precedente struttura ottocentesca. L’immobile ha la struttura tipica cremonese della casa-bottega: negozio al pianoterra e abitazione del titolare ai piani superiori.

L’arredamento della sala principale è opera della bottega cremonese di Paolo Bassani, che così si firma: “Paolo Bassani fabbrica di mobili comuni e di lusso – Porta Venezia – Corso Stradivari – Cremona”. Un prodigio della grande tradizione di ebanisteria cremonese apprezzata in tutto il mondo e che dimostra, ancora una volta, che i grandi maestri della liuteria, potevano nascere e crescere dove c'era una grande tradizione di lavorazione artistica del legno. 

Dietro il bancone ci sono Valentina e Ilaria, titolare e collaboratrice di Formaggi d'Italia. Hanno trasferito qui il negozio che si affacciava su largo Boccaccino, dando spazio nella splendida bottega a prodotti tipici da tutta Italia con uno spazio riservato alla degustazione dei notissimi cicchetti veneziani. Già ieri turisti e cremonesi hanno affollato lo splendido negozio dimostrando in questo modo che è possibile mettere insieme straordinari prodotti da gustare con la bellezza degli ambienti.

 

 


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