8 agosto 2025

Fossacaprara tra storia, tradizione e giochi antichi: il borgo rivive ad agosto

Fossacaprara, suggestivo e dinamico borgo fluviale del Casalasco, si prepara ad entrare in una serie di appuntamenti tra storia, cultura, fede, buona tavola che animeranno questo mese di agosto. Tra pochi giorni, domenica 10, sarà la ricorrenza di San Lorenzo alla quale è dedicata la splendida chiesa parrocchiale adagiata accanto all’argine maestro del Po. Chiesa impreziosita da uno straordinario ciclo di affreschi medioevali al quale il compianto don Achille Bonazzi (morto nella notte tra il 10 e l’11 luglio di un anno fa), nel 2012, ha dedicato il libro “Il restauro del ciclo medievale degli affreschi della parrocchiale di Fossacaprara di Casalmaggiore” (realizzato grazie al contributo dell’associazione Oltrefossa e della Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona). Una delle tante opere che don Achille ha realizzato nel corso di una vita straordinaria, la sua, tutta dedicata alla fede e alla bellezza, vissute, studiate e seminate con passione e con amore.

I festeggiamenti, in paese, come accade da diversi anni a questa parte, non si terranno per San Lorenzo, visto il periodo in cui molte persone sono in villeggiatura. La celebre Sagra di Fossa si terrà un po’ di giorni più avanti, dal 22 al 24 agosto. Saranno tre giorni tra buona tavola, specialità tipiche, giochi e tradizioni. Ad organizzarli sono l’associazione Oltrefossa, l’associazione Giochi Antichi, Slow Food, Uisp e Comune di Casalmaggiore.

In particolare, come accade già da diversi anni, il piccolo borgo si confermerà e si distinguerà come una vera e propria capitale dei giochi di una volta dal Battichiodo al Palo del salame, per proseguire con Le Piastre, i Trampoli, i Ferri di cavallo, Pescabottiglia, Invido e Caprette a Dondolo per arrivare fino all’atteso momento finale del palio di Fossacaprara con il tradizionale Sburla la Roda. Disciplina, quest’ultima, che è tra i sei giochi tradizionali lombardi che un paio di anni fa hanno ottenuto il riconoscimento dell'Unesco come patrimonio culturale. Si tratta delle “comunità di gioco” della Lombardia incluse nel “Tocatì”, il programma condiviso per la salvaguardia di Giochi e Sport Tradizionali ufficialmente iscritto nel 'Registro delle Buone Pratiche Unesco per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale'.

Venendo al programma della sagra, si parte venerdì 22 agosto con la presentazione del libro “Fossacaprara: le foto raccontano”, volume di immagini storiche locali a cura di Damiano Chiarini. Alle 18.30 ci sarà il concerto di musica barocca “Mario’s e Nautilus Consort” e, alle 19, l’apertura della cucina. Alle 20.30 spazio ai Giocolieri Cip e Ciop Show, spettacolo di artisti di strada, e alle 21 si terrà il campionato di Battichiodo seguito dal torneo di Invido.

Sabato 23 ci sarà la sagra dei bambini. Dalle 17, giochi per tutti con la partecipazione di Uisp ed Energia Ludica ed esibizione di gioco ospite. Alle 18.30 sarà di scena il coro maschile D’In.Canto che proporrà una elevazione spirituale. Alle 19 aprirà la cucina e, alle 20.30, si esibirà il Circo Viaggiante Show. Alle 21 si svolgerà la gara di capretta a dondolo e, alle 22, il 15esimo Animare Cartoon Festival con la proiezione delle 6 opere finaliste in collaborazione con Sedicicorto Fedic (la giuria sarà composta solo da bambini).

Domenica 24 si inizierà con la messa alle 10 in chiesa e, alle 11, si terrà la presentazione del libro “Cercatori di origini” dedicato ai fratelli Anghinelli, seguita da un aperitivo solo su prenotazione (tel. 3923681061). Alle 17 ci sarà il campionato italiano di Sburla (corsa con le rotoballe) e alle 18.30 il concerto di musica da camera con Eduard e Marina Sonderegger al violino, Giorgia Donelli alla viola e Alevtina Matveweva al violoncello. Alle 19 aprirà la cucina e alle 22 sarà la volta dell’atteso Palio di Fossacaprara con la 25esima edizione di Sburla la Roda.

Per quanto riguarda il menù si potranno gustare specialità quali il pecorino di Pienza, i formaggi di Capra Luadel, salumi, i celebri gnàc a la mulinèra, trippa, tagliatelle, gnocco fritto, guancialino e arrosticini di Fossa.

Tra i giochi di una volta, riproposti al presente guardando al domani, merita sicuramente una citazione l’Invido, gioco con le carte che si pratica solo in alcuni comuni tra Casalmaggiore e Sabbioneta e si contraddistingue per il bluff e le “chiamate” dichiarate a voce alta: Invido, Trassmass, Trasmassnoef, Partida e A Munt.

Sburla la Roda, con tanto del suo prestigioso riconoscimento Unesco, affonda invece le sue radici direttamente nella storia, alle due macine da mulino che si conservano ancora in paese. Erano naturalmente pesantissime da trasportare. Per questo, per celebrare anche quell’attività delle nostre terre di fiume, invece che macine si fanno follemente rotolare grosse rotoballe di paglia lungo un percorso avvolto da una nuvola di farina e due squadre di paese (Fossa e Caprara) si contenderanno il trofeo.

“Partecipando alla sagra finanzi cultura e promuovi tradizioni locali”: questo bel motto “coniato” dagli organizzatori (e che andrebbe ripetuto e ribadito anche altrove) deve essere una motivazione in più per vivere, per qualche giorno, la vita di paese in riva al Po. Tra momenti popolari, folclore, amicizia e andando a ripercorrere la storia che, da queste parti, è davvero notevole.

Fossacaprara infatti non è famoso solo per la grande battaglia sul Po del 1448 tra la flotta della Repubblica Ambrosiana e quella della Repubblica di Venezia, ma anche per la sua bella chiesa parrocchiale impreziosita, come già scritto, da un pregevole ciclo di affreschi medioevali. Un borgo che, come tanti altri bagnati dal fiume, nel corso dei secoli ha subito le conseguenze dei comportamenti stessi, e in particolare delle esondazioni del Po.

Francesco Robolotti nel suo “Storia di Cremona e sua provincia”, tra le altre cose scrive che “Fossa Caprara esisteva nel secolo VIII, proprietà delle Monache di Santa Giulia di Brescia. Nel 1152 era Curia da cui dipendevano altre terre vicine minori, alcune delle quali vennero spazzate via dal Po”. Come scrive poi lo storico don Angelo Grandi nel suo celebre “Descrizione dello Stato Fisico, Politico, Statistico, Storico, Biografico della Provincia e Diocesi di Cremona”, Fossacaprara esisteva già nel 1119 e vi possedevano beni Uberto conte di Marcaria, figlio di Bosone del Persico, e sua moglie Berta e, come evidenziato anche dall’abate Romani, era una delle principali ville dell’agro Casalasco e ad essa era sottoposta anche la villa di Barcello di cui già da tempo non vi era più alcuna traccia e, probabilmente dalla stessa Fossacaprara dipendevano anche la villa dè Ravanesi, Gurgo e Scurdo, Casale dè Bellotti e Roncadello.

Sempre il Grandi fa riferimento alle rovinose erosioni provocate dal Po ed evidenzia che “il ritiro dell’argine, seguito fino nel secolo XV, lasciò fuori di esso abbandonata l’antica chiesa parrocchiale che esisteva a principio del secolo XVI sotto il nome di Chiesa Rotta”. Notevoli furono le perdite di intere porzioni di territorio a causa delle inondazioni del Po ed in una mappa del 1638 descritta dal Barattieri si legge che “Boschi, campi e gere altre volte godute dai particolari di Fossa-Caprara, di cui ora si sono posti in possesso quelli del Parmigiano” mentre un anonimo, nell’anno 1623 parla dell’esistenza di un castello con fortezza distrutti dal Po.

Inoltre, in un documento di papa Eugenio III, riportato ancora dal Grandi, in cui si parla della chiesa parrocchiale che esisteva fin dal 1152, si rimarca che vi era sottoposta anche la località di Barcello di cui tuttavia non restavano tracce né indicazioni e che era molto probabilmente stata “divorata” dal Po. In quel periodo dipendevano dalla parrocchia di Fossacaprara, sempre stando al documento pontificio, anche Casale dè Bellotti, Roncadello e Quattrocase.

In più, in un manoscritto del 1925 dell’archivio Moreschi, riportato anche dall’abate Romani, si attesta che la chiesa parrocchiale antica era dedicata a Sant’Agata e fu distrutta dal Po ed era appunto quella nota come Chiesa Rotta dove nel 1600 fu ucciso il luogotenente Panizza ricordato come “soldato assai bravo” (insieme ad altri suoi militari) dal Gozzo e da altri banditi. Nello stesso luogo nel 1524 fu ucciso un individuo di Dovara della famiglia Rossi di Parma o di San Secondo. Tra l’altro la antica chiesa parrocchiale di Sant’Agata (o Chiesa Rotta) è ricordata in una cappella laterale dell’attuale chiesa.

Uno storico parroco del passato, don Palmiro Ghidetti, aveva anche effettuato, di propria iniziativa, alcuni scavi intorno alla attuale parrocchiale rinvenendo i resti di grosse mura e le aveva attribuite ad una ipotetica opera difensiva, tipo un fortilizio e, anche se su questo particolare non vi sono conferme, resta il fatto che il campanile, libero sui quattro lati e non addossato alla chiesa, ha tutte le sembianze di una torre con funzione di avvistamento sul Po. Lo stesso don Ghidetti, nel suo manoscritto “Fossacaprara. L’antica gloria…” parla delle rovinose alluvioni che si susseguirono nel corso dei secoli e sottolinea che il Po scorreva in terra parmense, nominato “Po morto” di fronte a Colorno ed a Copermio e arrivava a ridosso di Fossacaprara con uno dei suoi alvei minori (1119). Tra il 1401 ed il 1599 vi furono ben sette importanti inondazioni. Queste avvennero negli anni 1437, 1467, 1471, 1474, 1496, 1511 e 1522. Devastante fu l’anno 1280 caratterizzato non solo da inondazioni ma anche da un importante terremoto.

L’alluvione determinante per le rovina del vecchio paese, secondo quanto riportato da don Ghidetti, fu quella del 1467 quando il Po ruppe con violenza, davanti all’affluente Parma, all’altezza di Ronco Morano, dialettalmente definita “i tri geròn”, tra il territorio di Fossacaprara ed i sobborghi di San Leonardo di Casalmaggiore, spazzando via tutte le deboli arginature artificiali e distruggendo interi quartieri, danneggiando pesantemente l’antica chiesa locale dedicata a Sant’Agata, che da quel momento divenne la “Chiesa Rotta”.

Il colpo di grazia arrivò con le disastrose alluvioni del 1496, del 1511 e del 1522 quando il fiume ruppe a Scandolara e a Cavallara, al punto che a Fossacaprara si viaggiava in battello. Come ricorda sempre il sacerdote, gli effetti devastanti dell’esondazione del 1474 fecero scomparire la fortezza di Casalmaggiore ed è quindi verosimile, a suo dire, che lo stesso avvenne per quella di Fossacaprara nel 1511. Negli anni 1612, 1636, 1640, 1647, 1652 e 1654 vi furono altre sei inondazioni creando ulteriore devastazione.

Nell’anno 1636 furono costruiti due argini vicino alla “Chiesa Rotta”, abbandonandola di fatto al suo destino e, nel 1640, come confermano i documenti ecclesiastici dell’epoca, i beni patrimoniali della “Chiesa Rotta” passarono alla chiesa di San Lorenzo, di fatto la nuova parrocchiale di Fossacaprara. Sempre nel 1640, i nuovi argini riuscirono a frenare gli effetti di una nuova alluvione, che causò invece importanti danni a Torricella del Pizzo ed a Scandolara Ripa Po. Quest’ultimo centro iniziò di fatto proprio in quell’anno a scomparire.

Ci fu poi una inondazione provocata non dalla natura ma dall’uomo: quella del 1647 in occasione della guerra tra Galli ed Estensi. In pratica i francesi, per indurre alla resa le truppe avversarie ed impedire l’aiuto al caposaldo di Sabbioneta, roccaforte degli Spagnoli, ruppero l’argine del Po sopra Casalmaggiore, con danni molto ingenti per la zona colpita e senza risolvere lo scontro in loro favore. Meno devastanti furono invece le alluvioni del 1652 e del 1654. Ci furono poi altre tre inondazioni negli anni 1705, 1707 e 1729 e due piene importanti nel 1726 e nel 1733. L’evento calamitoso del 1705, avvenuto ad inizio novembre, arrivò ad interessare la chiesa di San Sebastiano a Casalmaggiore col Po che arrivò fino alle Porte merlate di Rivarolo Fuori. L’inondazione storica del 1801 rimase invece all’interno delle aree golenali e non interessò alcun edificio mentre quella più recente del 1951 causò problemi maggiori sulla sponda Parmense.

Da aggiungere infine, tornando indietro nel tempo, che, come si legge anche nel volume “S. Leonardo nel Borgo di Sotto in Casalmaggiore” curato dal professor Erminio D. Furlotti ed edito dalla Pro Loco di Casalmaggiore, la corrosione causata dal fiume tra il 1668 ed il 1740, scomparvero molto probabilmente le abitazioni che si trovavano vicino al Po nel Borgo di Sotto, dalla strada cosiddetta della Croce fino a quella che porta a Vicomoscano, come scriveva anche l’abate Romani e, con ogni probabilità, quegli effetti devastanti portarono anche a distruggere del tutto la fortezza di Fossacaprara.

Eremita del Po

Paolo Panni


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