I pasticci della Provincia sul Masterplan 3c, Signoroni prepara un terzo documento
Lunedì pomeriggio si è tenuta una teleconferenza dei comuni della provincia organizzata dal presidente Mirko Signoroni sul tema dell’Associazione temporanea di scopo (Ats) per implementare il Masterplan3c.
L’iniziativa, necessaria dopo le critiche delle settimane scorse, è stata apprezzata dai sindaci, anche se hanno partecipato poco più di un terzo degli aventi diritto.
Tra gli assenti i sindaci di Cremona, Gianluca Galimberti, e di Casalmaggiore, Filippo Bongiovanni che insieme a Crema figurano nel comitato di gestione dell’accordo proposto dalla Provincia. Cremona è anche il comune che, per abitante, pagherebbe l’adesione meno di tutti gli altri. Presente, invece il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi.
«Mi sembra – commenta Nicola Marani, sindaco di Salvirola, contattato al termine dell’incontro - una mancanza di rispetto verso i colleghi.. Inutile far finta di niente, ma il primo comune che tra vantaggio dell’operazione è Cremona ed è anche il comune che in sostanza paga poco o nulla rispetto al numero degli abitanti. Quelli che pagano di più pro capite sono quelli piccoli».
Discussione pacata. Secondo Marani, merita di essere sottolineato l’intervento del consigliere provinciale e sindaco di Castelvisconti, Alberto Sisti, che ha precisato come il documento mandato ai comuni non è mai stato discusso in consiglio provinciale.
Paolo Aiolfi, sindaco di Bagnolo, ha precisato che un comitato di gestione con solo i tre comuni più popolosi non rappresenta il territorio.
Gabriele Gallina, sindaco di Soncino, con un articolato intervento ha evidenziato la fumosità della proposta mancante di cifre e di una progettualità precisa che le spiegazioni generiche fornite da Signoroni non hanno eliminato.
Antonio Grassi, sindaco di Casale Cremasco Vidolasco, ha insistito sul principio di equità. Nel senso che si stabilisce un budget, lo si divide per il numero degli abitanti della provincia e ogni comune paga in base ai propri. Ha fatto notare che è impensabile richiedere di approvare un documento dove nel comitato di gestione sono già indicati i comuni che ne faranno parte, quando questi comuni, di fatto non hanno ancora espresso la loro adesione, in quanto chiamati anche loro ad approvare il documento, quindi in teoria con la possibilità di non approvarlo. Antonio Grassi, sindaco di Casale Cremasco Vidolasco, ha chiesto se l’Associazione produrrà altri studi. Ha detto che se così fosse non sarebbe d’accordo. Ha ricordato che un mini Masterplan, voluto dall’Area omogenea era stato realizzato nel 2016 dallo studio Vitale-Novello-Zane. Riguardava la strategia di sviluppo del Cremasco e non è mai utilizzato. Insomma basta studi.
Sono intervenuti anche Davide Viola, vicesindaco di Gadesco, Roberto Mariani, sindaco di Stagno Lombardo e Attilio Zabert di Pieve d’Olmi favorevoli al piano. Viola ha precisato che non è importante se la quota pro capite dei comuni piccoli è superiore a quella dei comuni grandi. I vantaggi che ne traggono li compensano.
Signoroni ha chiuso con l’impegno di inviare nei prossimi giorni una terzo documento che i sindaci dovranno esaminare.
«Non mi sembra - conclude Marani - un buon modo di procedere se nell’arco di un mese si cambiano tre versioni di un documento che doveva essere approvato al primo colpo. Ho l’impressione, in base anche alla dichiarazione di Sisti, che fosse già tutto stabilito a priori, ma qualcosa ha inceppato il meccanismo. Comunque giudico positiva la riunione, anche se la partecipazione non è stata esaltante».
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