Il Comune di Cremona avrà il suo primo Bilancio di Genere. Con il supporto scientifico dell'Università di Brescia, avviato il percorso per l'adozione dello strumento
Parte ufficialmente il percorso che porterà, indicativamente entro la fine del 2026, all'adozione del primo Bilancio di Genere del Comune di Cremona, un impegno che l'Amministrazione comunale aveva inserito nelle linee di mandato e che l'assessora Marina Della Giovanna, titolare della delega alle Pari Opportunità, definisce “un investimento importante sulla qualità, sulla trasparenza e sull'equità delle politiche pubbliche poiché questo strumento consentirà all’ente di accrescere la propria consapevolezza rispetto all’impatto che determinate scelte e impegni economico-finanziari possono avere sulle diseguaglianze di genere e, in tal modo, di meglio indirizzare l'azione comunale in ottica di parità”.
Affidandosi ad un'equipe multidisciplinare dell'Università degli Studi di Brescia per il supporto scientifico-metodologico, il Comune di Cremona si avvia verso l'adozione di uno strumento che, dopo essere stato introdotto con successo in tanti paesi a livello internazionale, negli ultimi anni, in linea con le raccomandazioni sia europee che nazionali, è stato sempre più sperimentato anche dagli enti locali italiani. Da tempo, infatti, la Commissione Europea ha individuato il gender budgeting quale strumento principe per l’integrazione della prospettiva di genere all'interno della programmazione delle politiche pubbliche (gender mainstreaming).
Sostanzialmente, si tratta di uno strumento operativo che permette all'ente pubblico, grazie ad un puntuale lavoro di raccolta, di analisi e di riclassificazione, in ottica di genere, dei dati relativi al proprio contesto territoriale e all'utilizzo delle proprie risorse, di misurare se, come e quanto determinate scelte vadano a produrre effetti in modo differente su donne e uomini, in relazione ai loro diversi ruoli, evidenziando le eventuali disparità esistenti e suggerendo le possibili misure da mettere in atto per ridurle.
“Quasi mai le scelte in un bilancio pubblico sono completamente neutre rispetto al genere. Nemmeno dotarsi di questo strumento è un’operazione politicamente neutra: per un'amministrazione pubblica intenzionata a promuovere davvero le pari opportunità si tratta di una decisione importante e rappresenta un segno di attenzione verso la cittadinanza”, spiega l'assessora Della Giovanna. Uomini e donne, in base alle loro diverse condizioni socio-economiche, dei diversi bisogni individuali e delle diverse preferenze, vengono infatti influenzati diversamente dalle decisioni e dagli interventi che ad esempio riguardano trasporti, spazi pubblici, sicurezza, educazione, cultura, attività di cura, sport.
Il lavoro inizierà prima internamente al Comune, con un percorso formativo riguardante la metodologia e mediante il coinvolgimento attivo e trasversale di tutti i Settori: in prospettiva, al termine della prima elaborazione, l’Ente dovrebbe arrivare ad acquisire le competenze necessarie a realizzare poi il Bilancio di Genere autonomamente. Nel corso del 2026 vi saranno una fase di confronto con gli stakeholders del territorio e con la cittadinanza, nonché l'organizzazione di alcuni laboratori. “L'auspicio è che questa esperienza possa essere motore di un fruttuoso processo di crescita e cambiamento in direzione di una maggiore parità tra donne e uomini”, conclude l'assessora.
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