28 maggio 2023

Il Futurismo e Cremona, guardate i colori della città nell'Aeropittura del pittore viareggino Uberto Bonetti

Perché spesso un'opera, geniale e rivolta ad una nuova visione del futuro, nasce da una piccola scintilla.

Siamo agli inizi del XX secolo, l'evoluzione sociale ed economica ha dato origine ad un nuovo modo di vedere le cose, un modo più rapido e veloce un modo che strizza l'occhio e ammicca a quel futuro il quale, soprattutto, dopo la Prima guerra Mondiale, pareva sempre più roseo.

La Biblioteca Statale di Cremona, in questi giorni, ammicca a quel futuro comunque rivoluzionario con una mostra dedicata a quel movimento artistico e culturale del secolo scorso, quel futurismo che fu il perno di una nuovo modo di vivere la società attraverso gli scritti ma anche tramite l'architettura o la pittura. L'arte è un percorso sempre in movimento e così, nel decennio prima che l'Italia sprofondasse nelle Seconda guerra Mondiale, un pittore, un viareggino poco più che ventenne, girava le più impostanti città italiane proponendo un messaggio che doveva chiamare a sé quel futurismo e quella dinamica, rapida e in costante movimento, che si stava sviluppando in Italia.

Uberto Bonetti era un pittore dal talento innovativo e dalle idee ancora più innovative, pittore che aderì alla grande evoluzione futurista che si era venuta a formare all'inizio del XX secolo. Siamo nel 1932 circa e Uberto comincia ad sviluppare un progetto che attraverserà l'Italia, il suo lavoro è quello di passare e dipingere le più importanti città; quel progetto, fedele a quella corrente futurista che voleva rappresentare un modo nuovo di proporre opere o poesie, diventerà una serie pittorica eccezionale tanto da dare enorme lustro all'idea originale: la Aeropittura.

Uberto rappresenterà Cremona a modo suo, secondo quel concetto di una arte che vedeva nella bellezza del volo e negli immensi spazi del cielo un nuovo di modo di vedere la società, era una società dove i tempi cambiavano molto più rapidamente aggiornando di continuo idee e opere, così come la storia del volo continuava ad evolversi diventando sempre più diffusa e raggiungibile. Era una nuova visione della storia di una città che tornava al centro di un percorso storico unico e spesso inimitabile, così come le bellezze architettoniche o i colori che richiamavano la vita cittadina di secoli prima.

La Cremona di Uberto c'è tutta, i suoi quadri sono una esplosione di tonalità e frammenti tutti diversi tutti da ammirare. Le tavole cremonesi rendono appieno il senso della Aeropittura, esprimono energia, passione e una sorta di accelerazione incredibile nonostante la naturale staticità che di solito si lega ad un quadro. I colori sembrano alternarsi quasi come le stagioni cremonesi, a volte fredde, nebbiose ed umide, altre volte cariche di calore e di un solleone che inonda le piazze e i monumenti, nasce la Aerovista d'Italia, forte di decine di immagini dei luoghi più significativi della Penisola. Nella rappresentazione di Cremona si vedono le guglie, i campanili, il Torrazzo o il Battistero, luoghi che trovano una nuova forma di vita, le proporzioni magari non sono rispettate ma il bello di una città medioevale fa capolino in ogni tavola. La città è una sorta di caleidoscopio di pezzi e colori, in alcune, addirittura, sembra paventarsi il famoso e inimitabile colore del cotto cremonese. Bonetti sviluppa la sua idea utilizzando a volte il volo, sua grande passione che l'aveva portato a conoscere Italo Balbo, oppure osservando da terra, seguendo le narrazioni di scrittori come Marinetti o Pirandello con i quali condivideva una sincera e duratura amicizia. La scintilla del futurismo a Cremona passa anche da Uberto Bonetti, abilissimo a trovare e valorizzare una città che ha molto da offrire, sempre ammesso che si sviluppi il modo giusto per proporla, una città che in ogni angolo sa offrire prospettive differenti. Con la Seconda guerra Mondiale Bonetti conoscerà il dramma della deportazione per poi tornare nella sua Viareggio dove un bombardamento alleato aveva distrutto il suo studio e buona parte dei suoi lavori, ma al pittore viareggino va rivolto un sentito ringraziamento per aver dato origine, grazie ad una scintilla che ha dato origine ad una stupenda idea, un nuovo modo di vedere la storia e i monumenti della città del Torrazzo e di tutta Italia.

Marco Bragazzi


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commenti


Carolina Manfredini

28 maggio 2023 09:30

Complimenti. Una iniziativa esemplare.