12 maggio 2021

Il palazzo comunale a rischio crollo, lo dice l'analisi tecnica. Verranno rinforzati gli archi con centine moderne affiancate ai muri

Il palazzo comunale è a rischio crollo. Colpa degli interventi di riforma ottocenteschi che hanno completamente alterato la muratura con una serie di arcate prima inesistenti. Sono quelle che mettono in comunicazione il cortile Federico II con il portico verso la piazza del Duomo. In questo modo si è creata una profonda alterazione nell’equilibrio della struttura, aumentando di oltre il 50% la percentuale di spazio vuoto. Lo sostiene l’analisi strutturale effettuata dall’ingegnere Massimo Mazzoleni, incaricato del restauro, che sottolinea la situazione di forte criticità del palazzo a livello degli arconi, con un fenomeno che sta interessando tutto il paramento murario sovrapposto negli interventi dell’ottocento. Le ghiere degli arconi si sono completamente disaccoppiate e la parte del nucleo centrale della muratura è disaggregato rispetto alle ghiere esterne di circa 12-14 centimetri, con una parziale divaricazione delle pile e dei piedritti in granito degli arconi stessi.

Una situazione gravissima che ricorda per alcuni aspetti quella della torre civica di Pavia, collassata su stessa nel 1988 proprio per un eccessivo affaticamento della muratura sottostante su cui gravava il sovraccarico della struttura. A causa della delicatezza, che impone soluzioni risolutive del profondo dissesto del monumento, le indagini proseguono in accordo con la Soprintendenza, per adottare il migliore sistema per incrementare la capacità portante dei maschi murari.  Sono state scartate le iniezioni murarie che non raggiungerebbero lo scopo di migliorare effettivamente la resistenza muraria. Così come non sono state prese in considerazione la ristilatura dei giunti in malta a causa della presenza delle rifodere murarie dell’ottocento, o la cerchiatura in metallo. L’unica via percorribile sembra essere quella di un sistema parallelo di rinforzo affiancato alla muratura esistente, costituito da centinature moderne molto sottili e ben riconoscibili, di circa 35 millimetri di spessore, che scaricano la muratura attraverso un sistema regolabile dal pavimento. 

La decisione di riformare il palazzo comunale  venne presa dal consiglio comunale nel 1831 nell’ambito di un vasto intervento di sistemazione dell’intero centro cittadino intorno alla piazza del duomo, per la presenza di un dislivello di circa tre metri tra quest’ultima e piazza Stradivari. Era dunque indispensabile abbassare i piani del porticato e il cortile del palazzo i cui portici, con ulteriori adattamenti, erano destinati a diventare un mercato coperto. L’architetto Luigi Vogherà presentò un progetto che prevedeva di aprire tre nuovi archi di comunicazione tra il portico di facciata ed il cortile in aggiunta all’unica apertura originaria costituita da una porta in bronzo del 1250. In realtà le nuove aperture vennero realizzate tutte della stessa misura, ricostruendo interamente anche l’unica originaria, ma causando i problemi statici che oggi devono essere assolutamente risolti.

 

In allegato l'analisi strutturale dell'ingegnere Massimo Mazzoleni:

https://youtu.be/kWQJa_Fx_Ds


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commenti


Gualtiero Nicolini

12 maggio 2021 11:47

Importante organizzare concerti in.piazza al massimo dei decibel mi raccomando !!!!

Michele de Crecchio

12 maggio 2021 14:07

La notizia è indubbiamente grave e spiacevole. Vorrei però introdurre anche una valutazione positiva: il Comune di Cremona dispone evidentemente ancora, nel proprio ufficio tecnico e in particolare nel settore che si occupa degli edifici storici, di professionalità e di esperienze egregie che riescono, nonostante i tagli e le restrizioni degli ultimi anni, a prevenire danni peggiori. Questo episodio mi ricorda infatti quello analogo, avvenuto pochissimi anni or sono, e cioè quando un tempestivo intervento, sul monumentale cornicione di gronda del palazzo Grasselli di corso XX Settembre, riuscì a salvare tale monumento (oltre che, naturalmente, la pubblica incolumità!)