L'oreficeria Poli diventa "Formaggi d'Italia", ma lo stile è lo stesso. Conservata la straordinaria bellezza liberty dell'antica vetrina
Il buon gusto trionfa sempre e, dopo oltre due secoli di storia, l’oreficeria Poli di via Mercatello cambia merceologia ma non lo stile, conservando l’eleganza liberty della vetrina originaria, dove oggi campeggia “Vini, Formaggi d’Italia” senza nulla perdere dell’antico sapore. Un lavoro di restyling davvero ammirevole per non cancellare le tracce del passato e della tradizione. La facciata esterna dell’edificio di via Mercatello 14, con struttura in ferro battuto, è infatti il risultato dell’intervento effettuato nel periodo 1910-1915 sulla precedente struttura ottocentesca. Ed il restauro attuale ha il pregio di averlo mantenuto intatto.
Ilaria e Valentina, le due titolari, che vi trasferiranno il negozio per la vendita dei prodotti tipici da tutt’Italia con uno spazio particolare dedicato alla degustazione dei famosi cicchetti veneziani, non ereditano soltanto una bottega, ma una tradizione che i proprietari dello stabile hanno voluto mantenere viva. Gli attuali proprietari del negozio sono la terza generazione di una famiglia di orefici e argentieri che avviò l’attività nel 1804 quando un decreto napoleonico obbligò tutti gli esercenti della zona al deposito del marchio, il cosiddetto “punzone” (quello del negozio, riportava un pesce). Se ne occupò un certo Pedroni, che i documenti dell’epoca definiscono “lavorante della Fabbriceria del Duomo, legnamaro (artgiano del legno) ed argentiere. Gli successe Luigi Guarneri, che svolse commissioni per conto del Comune, in occasione della premiazioni pubbliche anche di nobili, mentre Palmiro Virginio Poli, nonno di Diletta, attuale titolare, rilevò l’attività all’inizio del Novecento.
Con l’acquisizione della ditta Luigi Guarneri succeduto a Pedroni (inizio secolo XX) avviene la graduale trasformazione e specializzazione in gioielleria e la nuova insegna della ditta risulta “Ditta L. Guarneri successore a Pedroni di P.V. Poli, orefice e gioiellerie in contrada Mercatelli”. Ricordiamo che una “vicinia Mercatelli” è ricordata negli antichi libri fin dal 1252 ed era così denominata perchè vi si esercitava il mercato e perchè numerose erano le botteghe. Più numerose, però, dovevano essere quelle dei ferramenta e dei fabbri se, nel 1751, nel volume di Estimo troviamo che la via figura come contrada Mercatello de’ Ferrari (cioè dei fabri ferrai) e così anche nel Comparto del 1788. L’immobile ha la struttura della casa-bottega: negozio al pianoterra e abitazione del titolare ai piani superiori.
L’arredamento della sala principale è opera della bottega cremonese di Paolo Bassani, che così si firma: “Paolo Bassani fabbrica di mobili comuni e di lusso – Porta Venezia – Corso Stradivari – Cremona” ed è così composto: una grande mobile vetrina a doppio angolo con cristalli curvati, banco di vendita, 2 poltrone, 2 sedie, tavolino ovale, divano e specchiera. I lampadari a soffitto e la grande cassaforte LIPS-VAGO (come tutto l’arredamento) risalgono al periodo 1910 -1915.
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commenti
Michele de Crecchio
3 luglio 2021 21:28
Nel degrado progressivo che, purtroppo, caratterizza da qualche lustro la qualità di insegne e vetrine nel nostro centro storico, degrado favorito non solo dalla "deregulation" normativa nazionale e regionale, ma anche dall'obbiettivo disinteresse delle ultime giunte comunali per l'arredo urbano, per nostra fortuna esistono ancora operatori privati dotati di buon gusto.