La crisi parte da porta Milano, chiusi anche Primigi e Arclinea coinvolto tutto l'asse di corso Garibaldi
La crisi dei negozi di corso Garibaldi ha colpito anche porta Milano, forse la vera origine dei guai del corso. Pochi mesi fa ha chiuso lo splendido negozio di arredamento da cucina (Arclinea) all'angolo con l'imbocco di via Bergamo e da poche settimane il grande negozio di calzature per bambini Primigi – Igi-Co. Infatti il cartello “chiuso per cassata attività” campeggia ora sui quattro occhi di bottega che un tempo erano di una banca. Altre attività hanno chiuso i battenti sul lato destro scendendo da San Luca ma la crisi sembra mordere sempre di più.
I guai di corso Garibaldi probabilmente – come aveva sottolienato anche l'architetto Massimo Terzi qualche tempo fa – nascono da tanti errori di programmazione e sviluppo della zona. Innanzitutto la sistemazione dello slargo della piazza con un sistema semaforico a flipper che induce il voler scappare il più in fretta possibile da una selva di verde-giallo e rosso senza pensare ai negozi in zona o a un impossibile parcheggio per poter fare spese. Trent'anni fa un imprenditore (Piacenza) propose al Comune la realizzazione di un multipiano meccanico nell'angolo della piazza Risorgimento dove si accede alla Ferrovia. Ovviamente non se ne fece nulla e tutto venne lasciato cadere. Così anche l'accesso in auto verso corso Garibaldi è rimasto un semplice transito verso altri pennelli. Così la crisi commerciale si è mangiata una delle strade tradizionalmente destinate al commercio al minuto e alle attività artigianali anche di pregio. L'antica Strata Magistra, oggi una delle più lunghe strade cremonesi (da porta Milano fino all'imbocco di corso Campi) conta una quarantina di vetrine spente, non certo causa Covid (anche se senza dubbio l'epidemia l'ha aggravata) ma causa l'approssimazione con cui finora si sono affrontati i temi del centro storico.
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