10 maggio 2025

La giornata dei castelli: il mistero del castello dell'Oca di Borgolieto di Gussola. Un tempo torre di difesa, poi palazzo Ala Ponzoni

La 36ª giornata italiana di valorizzazione dei Castelli che si terrà questo fine settimana con appuntamenti in tutta Italia (https://www.istitutoitalianocastelli.it/attivita/giornate-nazionali-dei-castelli/) è la giusta occasione per scoprire, almeno sulle pagine di CremonaSera, uno dei castelli cremonesi sconosciuto ai più, il castello dell'Oca a Borgolieto di Gussola. Anche il nostro territorio infatti, nonostante molti contrafforti e torri siano stati trasformati in campanili (come a Scandolara Ravara e per il Torrazzo) distrutti (castello Ugolani Dati nei pressi di Reboana, Santa Croce di Cremona, CastelPonzone, S. Apollinare Ca' de gaggi, e il Castello di Casalmaggiore) o trasformati in sontuose ville (La Bastia di Martignana, Medici del vascello a San Giovanni in Croce) è sempre stato ricco di torri e castelli di difesa.

Lo studioso Giulio Grimozzi presente durante gli scavi alla base del Torrazzo negli anni Ottanta, e riscopritore del sistema di avvistamento posto alla sua sommità, ha visto coi suoi occhi le diverse stratigrafie della torre senza però intravedere le sue fondazioni che affondano nella argille per oltre 8 metri dal piano di calpestio attuale. Possiamo verosimilmente sostenere che la stessa particolare forma 'a corte chiusa' delle cascine cremonesi più isolate sia verso il Cremasco che lungo il Po e l'Oglio siano dirette derivazioni del concetto di castello quale estrema opera di difesa, spesso in connessione e collegamento alla grande torre di Cremona.

Sappiamo dalle fonti e dai recenti studi che Cremona stessa è nata come un enorme castello, difesa da alte mura e un terrapieno con alla base acqua corrente derivata dai due canali presenti ancora oggi il Marchionis e la Cremonella.

Anche il castello di Borgolieto, oggi fatiscente seppur trasformato nel palazzo Ala Ponzoni che si vede nella foto allegata nel corso del Settecento, vanta una fondazione antica. Burgis Letorum infatti, stanziamento di barbari Leti del IV° secolo, Sarmati o Germani posti dall'Impero a guardia della 'Linea di Difesa del Po', nacque come torre così come il toponimo goto Berg 'Luogo di difesa fortificato' lascia supporre: la torre, il fortilizio dei Barbari Leti. Tale opera posta a mezzo chilometro in linea d'aria dall'argine in una zona che i vecchi chiamano ancora oggi 'lóca', oggi è quasi del tutto irriconoscibile. Non tutelato dalla Soprintendenza, oggetto di abusi edilizi e discutibili interventi di recupero, senza un piano colore che potesse quantomeno preservane i tratti cromatici, giace nel più penoso abbandono. Resta miracolosamente intatta la cortina esterna in mattoni rossi pieni verso l'incrocio con la strada per Casalmaggiore, dove le inopportune modifiche che hanno alterato la cortina non hanno potuto nascondere due feritoie che corrono poco sotto quella che doveva essere la cinta esterna, oggi coperta da un tetto.

Quante storie potrebbe raccontare quel maniero di cui restano tracce non solo visibili, stupenda ancora oggi la vista da chi proveniva da nord, verso le cascine Oca e Ochetta, ma nell'animo indomito dei gussolesi, nella reiterata presenza di truppe, capitani e caserme nella zona. Era lì quando gli imperiali di Cremona contesero per 60 anni ai longobardi il passaggio sul Po verso sud? Era sicuramente lì quando i Gonzaga invasero il Cremonese a più riprese dal 1300 al 1500, incendiando più volte le case di Borgolieto, strappando Bozzolo, Viadana, Sabbioneta e Rivarolo alla millenarie terre di Cremona. Erano acquartierate in quell'ampia piazza le truppe spagnole che insieme ai locali difesero la linea di difesa del Po dagli invasori franco-parmigiani nel Seicento, usando gli spalti dell'argine come trincee. Il Castello dell'Oca non si è mai arreso, se non all'incuria e all'oblio degli uomini, ed è li a testimoniare l'indomita fedeltà di queste terre di confine, troppo lontane per essere difesa dalla madre Cremona.

Stefo Mansi


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