La Tamoil inquina ancora? A 13 anni dalla realizzazione della barriera idraulica, depositata oggi la relazione tecnica chiesta dalla Bissolati
A distanza di più di 10 anni dalla cessazione dell’attività di raffinazione, la Tamoil di Cremona inquina ancora? E’ per dare una risposta a questo interrogativo che i legali della Canottieri Bissolati, gli avvocati Gennari e Tampelli, tempo fa hanno chiesto una consulenza. La relazione, a cura del dott. Gianni Porto di Milano (lo stesso tecnico che ha seguito la vicenda durante la fase penale) è stata depositata oggi, 3 gennaio.
A quanto si apprende la relazione consegnata al giudice è corposa e articolata e i legali la esamineranno con cura nei prossimi giorni. Ad ogni modo, l’intenzione dei legali della Bissolati era quella di appurare se a distanza di 13 anni dalla sua realizzazione la barriera idraulica “tiene” o meno. Ossia se l’inquinamento è contenuto entro i confini della Tamoil o se il cosiddetto “surnatante” va ancora ad impregnare i terreni e la falda sotto la Bissolati e, nel caso, quali danni stia provocando.
A proposito della vicenda Tamoil, ricordiamo che il caso è “scoppiato” nel 2007, quando in sede di conferenza di servizi si appurò che la raffineria, nel corso degli anni, aveva prodotto un vasto inquinamento da idrocarburi nei terreni e nella falda sottostante l’area dell’insediamento. Nella notte fra l'1 e il 2 aprile 2011, a seguito della cessazione dell'attività di raffinazione a Cremona da parte del colosso libico Tamoil, venne sottoscritto presso il Ministero dello Sviluppo Economico un accordo fra l'azienda, i responsabili delle istituzioni locali e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. L'accordo prevedeva una parte relativa al “piano sociale-occupazionale”, una parte relativa alla bonifica delle aree interne ed esterne e una parte relativa a nuove iniziative produttive a favore del territorio.
“A dieci anni di distanza - ha commentato nel marzo del 2021 il leader dei Radicali di Cremona, Sergio Ravelli, che da sempre segue da vicino la vicenda - è possibile affermare che, fatta eccezione per la gestione positiva della problematica occupazionale, gli impegni assunti dalla società Tamoil sono stati in gran parte disattesi. Evidente è il contrasto fra le iniziative previste nell'accordo e quelle effettivamente intraprese”.
Tra queste, appunto l’impegno della Tamoil a “bonificare suolo, sottosuolo e acque sotterranee impattate dall'attività industriale condotta sul sito della raffineria”. Anche alla luce di questo è dunque necessario capire come stiano le cose oggi, a distanza di 13 anni dalla realizzazione della barriera idraulica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti