14 ottobre 2024

Mozart, quel genio dimenticato dalla Cremona operistica. Al Ponchielli arriva "Così fan tutte", opera mai rappresentata ("dimenticata?") per quasi due secoli

Chiuso il capitolo pucciniano, la stagione dell’Opera del Teatro Ponchielli apre le sue porte a Wolfgang Amadeus Mozart e al suo: Così fan tutte, ossia La scuola degli amanti (K 588); in programma giovedì 31 ottobre alle ore 20 e domenica 3 novembre alle ore 15.30. E’ la terza delle opere italiane del compositore salisburghese: su libretto dell’abate e poeta Lorenzo Da Ponte. Il testo era stato ripreso da ‘Le metamorfosi’ di Ovidio e da ‘La grotta di Trofonio’ di Giovanni Battista Casti. L’opera fu commissionata a Mozart dall’imperatore Giuseppe II d'Asburgo-Lorena dopo i successi a Vienna, de Le nozze di Figaro e Don Giovanni. Andò in scena, in prima assoluta 26 gennaio 1790 al Burgtheater di Vienna con Adriana Ferraresi Del Bene e Francesco Benucci. Sul podio del direttore: lo stesso Wolfgang. 

La messa in scena del Così fan tutte al teatro cremonese suggerisce interessanti percorsi mozartiani che ruotano attorno a Cremona. Episodi più o meno inediti. Curiosità d’interesse storico. 

Si parte con un enigma. Il Così fan tutte, come del resto tutto il repertorio operistico mozartiano, non trovò spazio a Cremona. Né nel ‘secolo dei Lumi’, né, tanto meno, per tutto il corso dell’Ottocento, così pure per gran parte del secolo scorso.  Fatto strano; ancor di più se si pensa che nella vicina Milano, l’opera andò in scena, al Teatro alla Scala, nel 1807. Praticamente 17 anni dopo la sua ‘prima’ al teatro viennese. Per altro un’altra opera del Salisburghese era stata rappresentata, sempre a Milano al teatro Ducale, il 26 dicembre del 1770 il Mitrade Re del Ponto

Il caso è ancora più strano perché Mozart fu uno dei pochi compositori a presenziare, proprio nella città del Torrazzo, a una stagione operistica dell’allora Teatro Nazari. E’ ben noto come il musicista, accompagnato dal padre e violinista Leopold, fu in città il 20 gennaio del 1770. La sera di quel giorno, in qualità di ragazzo prodigio, fu accompagnato dai nobili locali a teatro per assistere alla messa in scena di un lavoro del maestro napoletano Michel’Angelo Valentini: La Clemenza di Tito sul famosissimo libretto di Metastasio. Un testo guarda caso, che poi tornerà nell’ultimo miglio della vita di Mozart. Le vicende dell’imperatore romano furono infatti messe in musica da Wolfgang nel 1791: anno della sua morte (La Clemenza di Tito K. 621). Il libretto era stato scritto da Caterino Mazzolà: a sua volta basato proprio su quel testo di Pietro Metastasio ascoltato a Cremona dal tredicenne musicista, quasi una chiusura del cerchio dell’apoteosi mozartiana.

Nonostante questo ostracismo, probabilmente dovuto al gusto dell’epoca, a Mozart Cremona rimase nel cuore. Di quella recita al Nazzari ne parlò diffusamente in una lettera inviata alla famiglia. Rimase entusiasta dell’orchestra ‘cremonese’ (l’orchestra bene) e in particolare di quel primo violino detto ‘Spagnoletto’, al secolo Francesco Della Diana: discendente di un’importante famiglia di musicisti con contatti europei; soprattutto nella Spagna di fine Settecento. Non dimenticò di citare anche i cantanti la Prima e la Seconda Donna, come anche il corpo di ballo. Un resoconto dettagliato e minuzioso che dimostra una grande attenzione del grande Wolfgang per la realtà operistica cremonese. 

Ma c’è un’altra interessante linea rossa. E’ quella che porta direttamente alla nostra grande tradizione della liuteria stradivariana . Il primo direttore scaligero del Così fan tutte fu Alessandro Rolla. Virtuosissimo violinista pavese che, per anni quanto meno fino al 1830, si esibì guarda caso, con uno Stradivari: il ‘violino Rolla’ costruito a Cremona nel 1722.  

Musicologo

Roberto Fiorentini


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti