Next Generation 3C , fondazione per inserire i ragazzi nel mondo del lavoro. L'annuncio all'assemblea degli Industriali cremonesi
Una fondazione degli industriali cremonesi, chiamata Next Generation 3C, che riunirà tutte quelle imprese che vorranno finanziare progetti per i giovani, per favorire potenziali startupper e per cercare di accompagnare i ragazzi nel mondo del lavoro. L’ha annunciata il presidente dell’Associazione Industriali Stefano Allegri a conclusione del suo intervento all’Assemblea Generale di Assoindustria tenutasi questa mattina a CremonaFiere. “Questo completa un progetto territoriale di formazione che va dalla scuole tecniche, ai poli universitari - ha detto Allegri - dove oggi Cremona si esprime a livelli di eccellenza, agli ITS o percorsi di master post diploma. Per noi i giovani sono un’opportunità! Di loro, purtroppo, si parla sempre molto ma si fa sempre troppo poco di concreto per aiutarli. È arrivato davvero il momento di aiutare le nuove generazioni, dedicandoci alla loro formazione, alla loro crescita e alla valorizzazione dei loro talento. Le aziende oggi hanno sempre meno bisogno di manodopera e sempre di più di testedopera, in cui le capacità ed il sapere sono il patrimonio più prezioso. Per tutto questo abbiamo deciso di dar vita a questa Fondazione. Voglio ringraziare il vicepresidente Enrico Mainardi che seguirà in prima persona l’evoluzione di questo ambizioso progetto”. Preceduto da un’intervista dello stesso Allegri ad un’emozionata ma determinata Valentina Rodini, le cui parole hanno poi costituito il leitmotiv su cui i sono articolati i successivi interventi, il presidente di Assoindustria, dopo essersi soffermato sui grandi temi dell’economia europea a metà strada tra pandemia e fase post covid, ha puntato l’accento sulle possibilità di sviluppo offerte al territorio grazie al PNRR: “Il territorio cremonese dovrà farsi trovare pronto quando la macchina entrerà in moto: i nostri punti di forza li conosciamo bene - ha detto Allegri - Per quanto riguarda il settore produttivo è il momento di affermare con vigore che questa è una provincia industriale. Accanto ad uno storico settore primario, si sono sviluppate solide ed innovative realtà di trasformazione che hanno permesso di incrementare notevolmente le quote di export, cresciute del +37% prima del covid. Siamo la prima provincia lombarda per crescita di occupati nelle aziende con più di 250 dipendenti; siamo la quarta provincia italiana per DOP e IGP; terza per numero di addetti nel settore della cosmesi; siamo leader in numerosi settori: dalla meccanica, al food, alla chimica; grazie al Gruppo Arvedi, ed alla recente operazione di acquisizione dell’acciaieria di Terni, il nostro territorio si conferma punto di riferimento della siderurgia italiana ed europea”. Dopo aver elencato i punti di eccellenza dell’economia provinciale una critica alla Regione Lombardia: “Ho ricordato i nostri numeri perché nella nostra assemblea è giusto dire cosa rappresentiamo! Ma l’ho detto anche per ricordare alla Regione Lombardia che la sua forza deriva anche dalla forza dei territori più lontani! La nostra è un’area che necessita più che mai di investimenti e maggiore attenzione. In una giunta di 17 assessori nessuno proviene dal nostro territorio, non è polemica ma realtà dei fatti. Il nostro gap più evidente sul quale non possiamo più tergiversare e perdere tempo è quello infrastrutturale, stimato in 2 punti di pil provinciale, circa 160 milioni l’anno! La nostra battaglia per superare l’isolamento del sud della Lombardia va avanti. Attendiamo investimenti sulle connessioni ferroviarie oggi ridotte veramente al minimo. La situazione non è migliore sui collegamenti stradali: ricordo che dopo vent’anni di attesa e innumerevoli impegni assunti dalla Regione è il momento di dare attuazione alla autostrada Cremona Mantova, un collegamento che abbiamo più volte sostenuto essere il completamento di un corridoio essenziale per questa Regione e per il nord Italia e non un semplice collegamento tra due città, per quanto importanti siano. Su questa opera sia noi che i colleghi mantovani non indietreggeremo, nonostante una parte politica, quella che si riconosce in un progetto economico di decrescita felice, continui ad essere contraria. Per vincere queste sfide occorrerà al nostro territorio uno spirito d’insieme che veda collaborare associazioni, amministrazioni, sindacati ed anche rappresentanze politiche. Dobbiamo essere onesti - ha proseguito Allegri - in questi anni ci siamo presentati agli appuntamenti importanti spesso troppo divisi!
È con questo spirito che, come Associazione Industriali, abbiamo finanziato un piano strategico, un Masterplan, affidato a The European House Ambrosetti, che ha lanciato lo sguardo ai prossimi 10/15 anni. Un documento precursore!
Sono stati individuati 12 possibili cantieri, e molti già in linea con il PNRR, per puntare sulla digitalizzazione, sulla sostenibilità, sulla formazione ma anche sulla sanità per un progetto di medicina territoriale.
Per attuare questo coraggioso percorso abbiamo proposto una associazione temporanea di scopo quale strumento di governance, che speriamo di poter definitamente avviare nei prossimi giorni così da poter iniziare a lavorare quanto prima. Come in passato così in futuro l’associazione industriali ci sarà con idee e proposte. Siamo al fianco del territorio, crediamo ed investiamo in tante attività.
Sosteniamo con convinzione: le associazioni studi universitari; il centro di sviluppo imprenditoriale della Cattolica, i teatri di Cremona e Crema, il Museo del Violino, l’agenzia di sviluppo Reindustria, gli ITS e altre ancora”. Il presidente degli Industriali non si sottrae neppure ad un confronto sui tempi dell’energie e del nucleare: “Se l’obiettivo primario è ridurre le emissioni di CO2 il più velocemente possibile, è necessario valutare tutte le opzioni realmente possibili senza influenze ideologiche. Mi riferisco ad esempio al nucleare di 4° generazione. Le centrali nucleari nel mondo sono 442 e 148 solo in Europa di cui 58 in Francia (il paese europeo con meno emissioni climalteranti), 17 in Germania e 5 in Svizzera. Altre 65 basate sulle nuove tecnologie sono in fase di costruzione in tutto il mondo. Insomma, questo progetto, per avere senso, oltre ad essere rivisto in modo credibile sulle tempistiche, deve trovare una condivisione globale altrimenti si corre il rischio che si crei una concorrenza sleale tra i vari paesi del mondo, con conseguenti delocalizzazioni industriali che, oltre ad impoverire l’Europa, non porteranno ad un reale beneficio ambientale”. In conclusione l’auspicio che Mario Draghi “continui a lungo il suo mandato e con il coraggio, la determinazione e l’esempio sia da stimolo alla politica perché inizi un nuovo corso”.
Un auspicio condiviso anche dai partecipanti al dibattito moderato da Sebastiano Barisoni, direttore di Rai24: Ferruccio De Bortoli, che auspicherebbe una conferma al Quirinale di Sergio Mattarella, Carlo Calenda, leader di Azione e la stessa ministra Mariastella Gelmini la quale, fermo restando che la scelta sul Quirinale compete al Parlamento, ritiene che il quadro politico italiano non sia ancora maturo per generare stabilità. Il rettore del Politecnico di Milano Ferruccio Resta, avvertendo che la sensibilità è cambiata, sottolinea la necessità di riposizionare l’Europa nelle priorità delle tecnologie industriali.
fotoservizio Gianpaolo Guarneri/StudioB12
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