Palazzina storica di Cremona Solidale, ecco i lavori per il centro diurno e Comunità Duemiglia per i primi 3000 metri quadrati
Sopralluogo, questa mattina, al cantiere della palazzina storica del centro geriatrico di Cremona Solidale, dove da alcuni mesi è in corso la ristrutturazione e la messa a norma dell’ala settentrionale per trasferirvi Centro Diurno Integrato e Centro Diurno Alzheimer (piano terra) e Comunità Duemiglia, attualmente dislocati nella parte meridionale della palazzina, non interessata ai lavori in questo momento.
Erano presenti: Avv. Uliana Garoli - Presidente Fondazione Città di Cremona, proprietaria dell’immobile, Ing. Fiorenzo Bassi – vice Presidente Fondazione Città di Cremona; Dott. Emilio Arcaini – Presidente Cremona Solidale; Dott.ssa Alessandra Bruschi – Direttore generale Cremona Solidale; Dott.ssa Simona Gentile – Direttore sanitario Cremona Solidale; Arch. Massimiliano Beltrami – progettista; Arch. Marco Zaniboni - direttore dei lavori; Ing. Maurizio Marchisio – direttore lavori strutture
Inoltre, i tecnici dell’impresa appaltatrice Paolo Beltrami Costruzioni Spa (Arch. Simone Pierluca - Responsabile commessa, Geom. Renato Kaneklin – direttore cantiere, Arch. Rimi Janka - capo cantiere)
L’intervento mira a recuperare parte dell’edificio esistente (Lotto 1) proponendo soluzioni architettoniche, strutturali e tecnologiche che non intacchino l’originalità del complesso, ma che garantiscano le migliori condizioni di comfort ambientale attraverso significativi incrementi di isolamento acustico, di efficienza energetica e di sicurezza.
La porzione di edificio oggetto di intervento è stata sottoposta ad interventi di consolidamento strutturale necessari per il raggiungimento del miglioramento sismico e riguardano circa 3000 mq (piani terra e primo) oltre a ulteriori 4000 distribuiti tra secondo piano, interrato e sottotetto che al momento non saranno utilizzati.
Il tutto distribuito sia nella parte ottocentesca della villa padronale, sia nelle parti di fabbricato aggiunte negli anni Venti e poi Sessanta e Settanta del secolo scorso.
Proprio qui si stanno effettuando gli interventi più invasivi, seppure con le limitazioni imposte dalla Soprintendenza. Uno dei metodi di consolidamento messi in pratica è consistito nel collegare solai e pareti, tramite posa di rete in fibra di basalto e geomalta e barre d’acciaio che ha consentito anche il rispetto della pavimentazione originaria. Consolidati i muri perimetrali con la creazione di una seconda parete portante di laterizi solidale a quella esistente.
Ulteriori limiti agli interventi hanno riguardato la parte storica nella quale verranno posate delle catene all’intradosso delle volte.
L’intervento complessivo supera i 4 milioni di euro; il finanziamento avviene in parte con l’eredità pervenuta dal gioielliere Luciano Somenzi, a cui è già intitolata una delle nuove palazzine, e per la parte più consistente con fondi propri della Fondazione Città di Cremona.
Gli arredi degli interni saranno invece a carico dell’azienda Cremona Solidale.
Il progetto aveva visto la luce già nel 2019, ma di recente è stato rivisto per adeguarlo alle nuove norme anti contagio in materia di edilizia. Una delle modifiche effettuate ad esempio, riguarda la disponibilità di un bagno privato per ciascuna camera.
Entro i mesi estivi saranno terminati – consegna dei materiali permettendo – i lavori di rinforzo strutturale, quindi inizierà la fare di allestimento degli ambienti che dovrebbe concludersi nella tarda primavera del 2023.
Il nuovo ingresso sarà dall’ala nord, laterale rispetto all’entrata principale. Il piano terra sarà suddiviso tra Centro Diurno Alzheimer (20 posti) e Centro Diurno Integrato (60 posti). Nel primo saranno realizzati ampi spazi per il soggiorno e il pranzo, una palestra, un ambulatorio – infermeria, vari bagni per le diverse esigenze, un’ampia sala per il riposo quotidiano, una stanza dedicata alla terapia occupazionale, una per il porzionamento dei cibi e un ufficio.
Il Centro Diurno Integrato si svilupperà nella parte centrale più antica: anche qui ci saranno zona pranzo, soggiorno, riposo, ufficio e reception con soluzioni che consentono la posa delle reti tecnologiche senza intaccare le strutture murarie. Il CDI si estenderà fino alla zona adiacente alla chiesa: qui è previsto un locale per le terapie occupazionali, la palestra con spogliatoio, ambulatorio e stanze di servizio per ospiti e personale.
Al piano superiore troverà collocazione la comunità alloggio per anziani “Duemiglia” con una potenzialità complessiva di 24 posti. Un tipo di offerta che risponde ad un crescente bisogno di differenziare l’offerta socio sanitaria rispetto alla tradizionale R.S.A. (Residenza Sanitaria Assistenziale), per le persone la cui autonomia non è ancora compromessa.
I serramenti saranno tutti sostituiti con nuovi infissi in legno, dotati di zanzariere e sistemi di oscuramento sul lato dove non esistono persiane. A completare l’intervento, la sistemazione delle facciate, mantenendo una differenziazione dei colori (più chiaro nella parte storica, più scuro in quelle novecentesche) che rispecchierà la situazione originaria.
Il complesso dell’ex ospizio Soldi, ha detto tra l’altro la presidente di Fondazione Città di Cremona Uliana Garoli – è uno dei più importanti del patrimonio della Fondazione, ma è importante anche da un punto di vista affettivo per la comunità cremonese. “Da qui nasce l’impegno costante nella sua conservazione e per offrire ambienti sempre più confortevoli agli ospiti e a chi vi lavora. E’ importante perché è un luogo di cura e di attenzione alla persona. Nessuno poteva immaginare l’importanza di una ristrutturazione simile prima della pandemia, ad esso ci si è resi conto che l’adeguatezza degli spazi è necessaria anche ai fini di sicurezza e salute”.
Aggiunge Alessandra Bruschi, DG Cremona Solidale: “Il progetto ci permette, con le nuove varianti, di recuperare molto il confort alberghiero e di rispondere agli attuali bisogni dei centri diurni. In più c’è l'ipotesi di realizzare in un altro momento una seconda comunità alloggio: una risposta di tipo alberghiero ai bisogni della nostra comunità. L’impegno finanziario è enorme da parte di tutti i soggetti coinvolti; ma ci sarà bisogno anche della comunità, nell'ottica di avere nuovi arredi e confort sarà necessario attivare una raccolta fondi”.
Altre Figure coinvolte:
RUP: avv. Lamberto Ghilardi; Direttore Lavori Impianti Meccanici: p.i. Massimo Cozzoli; Direttore Lavori Impianti Elettrici: p.i. Roberto Tarletti; Coordinatore per la sicurezza: geom. Antonioli Stefano
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commenti
michele de crecchio
12 marzo 2022 01:16
Per ora, il nuovo edificio presenta un aspetto massiccio niente affatto gradevole e persino, per taluni aspetti, vagamente inquietante. Gli anziani cremonesi erano, del resto, da sempre, ormai abituati ad attribuire a tale tipo di edifici il triste nomignolo di "essiccatoi". Per poter giudicare correttamente l'aspetto finale che verrà assunto dalla nuova importante costruzione, sarà però probabilmente necessario ed opportuno attendere la conclusione dei relativi lavori. Risulta peraltro particolarmente strano che l'assetto finale dell'edificio non sia stato anticipato, per quanto ne sappia, ai cremonesi ricorrendo ad uno dei molteplici metodi di disegno automatico (cosiddetti "rendering") oggi diventati di uso comune, anche se non sempre con risultati del tutto veritieri rispetto al risultato finale. Personalmente sono molto preoccupato su come si presenterà il risultato finale di questa operazione che, come purtroppo si usa fare nei tempi più recenti, pecca sicuramente di quella trasparenza che l'importanza dell'edificio avrebbe dovuto consigliare.
michele de crecchio
12 marzo 2022 21:37
E' quasi più lungo l'elenco dei tecnici e dei politici coinvolti in questa operazione che il resto dell'articolo. Tutto ciò fornisce la sgradevole impressione che chi ha steso questa sorta di "elenco telefonico" vecchio stile fosse molto più interessato a spiegare agli addetti ai lavori quali fossero i gruppi tecnici, politici e amministrativi coinvolti dall'operazione, piuttosto che precisare ai lettori e, di conseguenza all'opinione pubblica cittadina, gli obiettivi tecnici, funzionali ed estetici che la stessa operazione si propone. Quantomeno un breve accenno all'ipotesi, che spero ormai decaduta, di circondare l'intero complesso con un disgustoso "vigneto" di pannelli fotovoltaici, non sarebbe certamente spiaciuto ai lettori meno superficiali e più dotati di memoria,